Maggio in versi: quattro poete per quattro diversi sguardi sulla rinascita, tra natura, anima e memoria.
Dedichiamo le nostre domeniche di poesia al mese di maggio. Ci lasciamo avvolgere dalla sua atmosfera luminosa e rinascente. Lo faremo attraverso i versi di quattro poete. Infatti, ognuna ha colto la magia di questo mese con sguardi e sensibilità differenti. Maggio è il mese della Madonna e delle rose. È anche il tempo della natura in festa e del risveglio dei sensi e dell’anima. Questo mese è un equilibrio e un incanto. Perché è sospeso tra le piogge primaverili e il calore dell’estate. Per questo motivo, è tanto amato dalla poesia.
Infine, ultima domenica di maggio, ascoltiamo un componimento di Alda Merini. Nella sua intensa Rosa di maggio, intreccia memoria e natura, profumi e legami familiari. La rosa abbarbicata al muro antico diventa simbolo del tempo che scorre e della bellezza che resiste. Nei suoi versi convivono il passato e il presente, la dolcezza di una primavera vissuta con gli affetti più cari e la consapevolezza malinconica del tempo che, pur portando via, lascia spazio a nuova vita. Come quei «ceppi temprati dagli anni» che ancora offrono giovani foglie.
Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti, oggi legge per noi Rosa di Maggio di Alda Merini. Buon ascolto.
Debora Menichetti
Foto in alto: Alda Merini (fonte RSI-cultura)
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Rosa di Maggio
L’alba si è fatta
profumo di rose.
Rosa di maggio,
abbarbicata sul muro vetusto;
affresco di vita
corroso dagli scherni del tempo.
Tappeto di petali bianchi
sul selciato di dolci primavere.
Fra gli agrumi imbiancati dai fiori,
mano nella mano di mio padre,
stretta, stretta,
al richiamo del cuore di mamma,
ansioso, protettivo.
Diventeranno frutti copiosi,
allieteranno tavole imbandite
tra gli amici dell’allegria,
svaniti nei rivoli
del più salubre inganno.
In fondo, oltre la siepe,
scorgere i ceppi temprati dagli anni;
offrono ancora nuova vegetazione,
nuove foglie, tenere e indifese,
al soffio di vento.