Non è te che aspettavo di Fabien Toulmé. Una diagnosi mai ricevuta

non è te che aspettavo
Un graphic novel che ci insegna ad amare di più portandoci dall’inconsapevolezza all’accettazione. Da leggere!

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Non è te che aspettavo (Bao Publishing, 2018) di Fabien Toulmé è un graphic novel autobiografico che racconta la storia di una diagnosi mai ricevuta. Fabien e Patricia si godono i primi momenti della gravidanza che li porterà a essere genitori per la seconda volta. Vivono in Brasile ma decidono di trasferirsi in Francia, dove proseguono l’iter fatto di ecografie e controlli, nessun medico rileva alcun problema anche se Fabien è terrorizzato che sua figlia possa essere affetta da trisomia 21, conosciuta come Sindrome di Down. Purtroppo, alla nascita viene riscontrato nella piccola Julia un problema cardiaco correlato alla trisomia 21. La diagnosi colpisce Fabien come un pugno allo stomaco: la sua più grande paura è diventata realtà. Mentre si sente incapace di andare avanti, o anche solo di muoversi e respirare, viene completamente travolto da un fiume di pensieri e di sentimenti contrastanti. Inizia così un racconto sincero e disarmante, senza ipocrisie, nel quale l’autore non cerca né di indorare il suo sgomento né di nascondere i sentimenti più meschini. La paura degli sguardi degli altri, la propria intolleranza nei confronti degli handicappati, il triste desiderio di non volere più quella bambina che non rispecchia le aspettative. Come può imparare a guardare oltre la malattia di Julia e amare quella bambina appena arrivata?

non e te che aspettavoLo sconforto e lo smarrimento

Il fumetto si presta molto bene a raccontare la storia, le parole autobiografiche e sincere dell’autore si completano grazie alle illustrazioni, espressive e particolareggiate. Il tratto poco realistico di Toulmé permette di avvicinarsi ancora di più ai protagonisti senza cadere vittime di sentimenti pietistici ma sentendosi comunque emotivamente partecipi della vicenda. Azzeccata anche la scelta delle tavole monocolore che riflettono e sottolineano il percorso che tutta la famiglia, ma in particolare Fabien, si trovano a vivere: dall’inconsapevolezza all’accettazione. In modo coraggioso, l’autore ricorre all’ironia anche per raccontare lo sconforto più nero e lo smarrimento davanti alla nuova vita. Il momento della scoperta è narrato in una bella tavola rossa che fa sentire, come se attraversassimo una vera e propria tempesta emotiva, tutti i sentimenti contrastanti che attraversano la testa del padre in preda alla paura. Allo stesso modo, la confusione e l’incapacità di destreggiarsi davanti ai percorsi medici che dovrà affrontare Julia sono riportati in un’ironica pagina color seppia in cui Fabien si trova a “Handicap Land”.

non è te che aspettavoLa faccia limpida dell’amore che hanno solo i bambini

Non è facile affrontare il dolore di un padre che si sente incapace di provare amore per la figlia appena nata. Non riesce nemmeno a prenderla in braccio, disturbato lui stesso dal non provare gli stessi sentimenti che ha per la prima figlia, Louise. Proprio Louise ci mostrerà la faccia limpida dell’amore che hanno solo i bambini, perché privi delle infrastrutture e delle paure che arrivano con l’età adulta. Dopo essersi sentito per mesi (coraggiosamente) impreparato, Fabien inizia a prendere coscienza dell’aiuto che servirà a Julia per crescere. Lo spavento per un intervento chirurgico a cui si dovrà sottoporre la piccina mette il padre nella condizione di non voler perdere più un momento di quella nuova vita, anche nelle difficoltà: «Non è te che aspettavo…ma sono contento che tu sia arrivata.» Piano piano la nebbia della paura si dirada e inizia un percorso nel quale Fabien acquisisce maggiori conoscenze che lo aiuteranno ad accompagnare nella crescita la sua «bambina baci». Un graphic novel da leggere assolutamente, che ci insegna ad amare di più!

Sara Simoni

In alto: tavola da Non è te che aspettavo di Fabien Toulmé

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