La poesia nel dì di domenica: “Warning” di Jenny Joseph

Jenny Joseph
Con Debora Menichetti alla scoperta della poeta britannica. Serena Betti legge il testo diventato il manifesto della Red Hat Society.

Jenny Joseph è stata una poeta inglese, nata nel 1932, le cui prime liriche furono pubblicate negli anni ’50, quando era ancora un’universitaria. Lavorò anche come giornalista. Pur non essendo molto famosa in Italia, Jenny Joseph è divenuta molto nota in America per aver scritto Warning, inclusa nella raccolta del 1974 Rose In the Afternoon.

Questa poesia, secondo un sondaggio indetto dalla BBC, è stata votata come la più popolare del dopoguerra. I suoi versi hanno ispirato un vero e proprio club, in cui signore non più giovani, ma molto briose, vestono di viola indossando un cappello rosso. Questo movimento si chiama Red Hat Society e venne fondato nel 1998, negli Stati Uniti, per promuovere l’interazione sociale tra le donne di tutto il mondo. La società si definisce ironicamente “disorganizzazione” di donne oltre i cinquant’anni che si incontrano e si divertono in amicizia, facendo dei cappelli rosso vivo e del vestito viola i loro simboli di spensieratezza e gioia di vivere che non sono necessariamente legati all’età. Negli ultimi anni è diventata un’organizzazione globale che vanta membri di ogni età in tutto il mondo.

Per molti, Jenny Joseph rimarrà la stravagante artista che da vecchia si vestì di viola. In realtà a lei non piaceva neanche questo colore, era un modo poetico e divertente per sdrammatizzare e ironizzare sulla vita e sui costumi sociali imposti dalla cultura dominante. Era il suo modo per omaggiare la gioia di vivere prendendosi un po’ meno sul serio. Questa poesia è un messaggio ironico, divertente e anticonformista che incoraggia le donne di tutte le età a non perdere lo scintillio negli occhi e la voglia di leggerezza a causa di un’imposizione sociale. È un invito a riappropriarsi di una follia femminile che generalmente si recupera in età più adulta per la piena consapevolezza di sé, come donna e non come stereotipo.

«Più invecchio anch’io, più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi che ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita.»  Marguerite Yourcenar.

Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti legge per noi Jenny Joseph. Buon ascolto.

Warning

Quando sarò vecchia mi vestirò di viola
con un cappello rosso che non si intona e non mi dona.
E spenderò la mia pensione in brandy e guanti estivi
e in sandali di raso, e poi dirò che non abbiamo soldi per il burro.
Mi siederò sul marciapiede quando sarò stanca
e arrafferò assaggi di cibo nei negozi, suonerò tutti i campanelli,
farò scorrere il mio bastone sulle ringhiere
e mi rifarò della sobrietà della mia giovinezza.
Uscirò in pantofole sotto la pioggia
e raccoglierò fiori nei giardini degli altri
e imparerò a sputare.
Quando sei vecchia puoi indossare assurde camicie e ingrassare
e mangiare tre libbre di salsicce in un colpo solo
o solo pane e sottaceti per una settimana,
e accumulare penne e matite e tappi di bottiglia e cianfrusaglie nelle scatole.
Ma ora dobbiamo indossare vestiti che ci tengano asciutti,
e pagare l’affitto e non dire parolacce per strada
e dare il buon esempio ai bambini.
Dobbiamo invitare amici a cena e leggere il giornale.
Ma forse dovrei cominciare a fare un po’ di pratica adesso?
Così chi mi conosce non rimarrà troppo scioccato e sorpreso
quando improvvisamente comincerò a vestirmi di viola.

Debora Menichetti 

Foto in alto: Jenny Joseph

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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