Una questione di misure: quanto conta la lunghezza per le donne?

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Indagine semi-seria sulla lunghezza dei pantaloni estivi per donne proposti da alcuni grandi marchi di moda.

L’estate è ormai arrivata in tutta la penisola italiana e ognuno combatte la canicola come meglio crede. In questo momento storico, inoltre, ci viene richiesto di fare particolarmente attenzione al risparmio energetico, limitando anche l’uso dei condizionatori. Bibite fresche e gite fuori porta sembrano essere delle buone soluzioni, ma per chi è costretto a rimanere in città si impone una scelta di abbigliamento adeguata. E così vediamo fiorire sandali di ogni tipo, abiti e camicie leggere, ma anche top succinti e pantaloncini cortissimi per giovani e meno giovani. Ed è proprio di questa lunghezza che ci occupiamo oggi.

Su queste pagine non ci siamo mai permesse di giudicare le scelte che ognuna fa per se stessa e mai lo faremo: in questo caso si tratta di difendere proprio la libertà di scelta. Non tutte la ragazze, non tutte le donne si sentono a proprio agio indossando pantaloncini che lasciano scoperta tutta la coscia. Per motivi diversi, qualcuna desidera rimanere più coperta, ed è giusto che possa farlo senza dover soffrire il caldo con i pantaloni lunghi. 

In un assolato sabato pomeriggio abbiamo compiuto un pellegrinaggio di shopping alla ricerca di bermuda da donna: pantaloni, cioè, che lasciano scoperto il ginocchio ma coprono più di metà coscia. Abbiamo selezionato alcuni tra principali marchi di abbigliamento alla portata di tutti, in particolar modo delle ragazzine, che più di tutte dovrebbero essere messe nella posizione di poter scegliere, senza condizionamenti di sorta.

Tezenis è un marchio di biancheria intima che propone anche capi d’abbigliamento giovane. I tavoli sono ricolmi di pantaloncini corti (corti!) di ogni sorta e colore; alla nostra richiesta di aiuto la commessa ci accompagna in uno slalom fra gli espositori fino a mostrarci un unico modello sportivo in maglina, disponibile solamente in due tinte: nero e grigioverde.

Da Zara l’ampia gamma di colori pastello copre la quasi totalità dello spettro, ma non le gambe del genere femminile: l’unico pantaloncino un po’ più lungo che ci viene indicato dal commesso arriva a stento a metà coscia. Il consiglio è quello di recarci nel reparto maschile, dove sicuramente possiamo trovare qualcosa della lunghezza giusta…

Da Benetton una commessa gentile e molto giovane sembra cogliere al volo la nostra richiesta e con nostra sorpresa ci mostra ben tre modelli che corrispondono alle nostre esigenze. Sono tutti in lino o cotone leggero, di taglio piuttosto classico con le pinces, ma sono disponibili in svariati colori. L’unica speranza sembrano essere i marchi sportivi, ma scopriamo che non è neanche così vero.

Al Nike Shop gli unici pantaloni che arrivano a coprire un pezzo di gamba sono quelli attillati, sicuramente comodi per il running, ma importabili in qualsiasi altra circostanza. Come alternativa ci indirizzano al corner della Jordan presente in negozio: qui troviamo tre modelli che arrivano abbondantemente al ginocchio, ma hanno un taglio molto largo studiato per il basket o in uno stile rapper molto particolare.

AW Lab riesce a proporci una sola versione da donna, che in realtà è unisex: un pantaloncino in felpa garzata disponibile in quattro colori, realizzato dal loro marchio. Il modello richiesto è completamente assente in tutti gli altri brand sportivi presenti in negozio.

Questa non vuole essere una ricerca esaustiva sul tema, ma è emblematico che un capo tanto basic sia così complicato da trovare durante un giro per negozi. La mercificazione del corpo femminile passa anche dagli abiti che ci vengono proposti dalla grande distribuzione. In modo particolare proporre alle ragazzine solo abbigliamento che le costringe a mettersi in mostra può creare un rapporto sbagliato con il corpo, rendendolo un oggetto prima ancora che un loro strumento. Volersi bene significa anche concedersi di sentirsi a proprio agio con ciò che indossiamo, a prescindere dalla lunghezza desiderata, che è l’unica che conta davvero.

Erna Corsi

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