Alessandra Borsetti Venier, l’archetipo della creatrice

Alessandra Borsetti Venier - Scarpette Rosse
Mecenate, artista, editrice, performer: grazie a lei arriva in Italia l’installazione Scarpette rosse realizzata per sensibilizzare il grande pubblico sul tema del femminicidio.

A distanza di poco più di un anno dalla sua scomparsa e con alle spalle l’ennesimo mistificato 8 marzo, vorrei ricordare Alessandra Borsetti Venier, artista multimediale e mecenate tra le più importanti nel panorama nazionale e internazionale. Conosciuta quasi solo dagli addetti ai lavori, non ha mai smesso di creare occasioni in cui l’arte e la rappresentazione potessero manifestarsi. Sua la casa editrice, Morgana Edizioni, edizioni d’arte, fondata nel 1985, anno in cui fu anche invitata ad Atene, allora “capitale europea della cultura”, come rappresentante del teatro italiano di ricerca.

Suoi diversi progetti tra cui Multimedia91, appunto del 1991, e L’archivio della voce dei poeti del 2010, ma quello che mi preme ricordare maggiormente è il progetto fondato nel 1992, di cui ebbi l’onore di fare parte: La Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea, in cui, nel periodo tra la primavera e l’autunno di ogni anno, fino alla fine dei suoi gloriosi giorni, ogni primo fine settimana del mese si realizzava l’abbecedario dell’arte. Sulle colline di Pontassieve (FI), in una casa colonica a tre piani, veniva scelto un tema e su questo Sandra invitava artisti provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo a esprimere le proprie opere, fossero esse pittura, scultura, musica, danza, o qualsiasi forma possibile e contemplabile di arte d’avanguardia, senza mai dimenticare l’aspetto filologico e filosofico del tema in questione. Intellettuali di ogni sorta si alternavano in dissertazioni sugli argomenti più svariati illuminando le serate ben più che con la luce delle candele e delle torce che riscaldavano l’atmosfera della bianca casa colonica.

Alessandra Borsetti Venier, Installazione bottiglie – Barbagianna

A ogni incontro veniva redatto un libro autografo rilegato a mano, opera d’arte esso stesso. I preparativi richiedevano un paio di giorni solo per sistemare la casa e approntare cibo e vivande, ma Sandra lavorava febbrilmente tutto l’anno per approdare al tema di ogni mese. Contatti, esposizioni, organizzazione del palinsesto, se così lo vogliamo chiamare. Ma Alessandra Borsetti Venier non era solo una mecenate, come ha giustamente sottolineato in una delle ultime conversazioni. Era un’artista e nel cordoglio del Comune di Firenze leggiamo, non senza immenso stupore e amore, questo ricordo: «Con Alessandra Borsetti Venier scompare non solo una grande artista, una performer, ideatrice e animatrice entusiasta e molto attiva, autrice di significativi eventi culturali, una vera pioniera della cultura cittadina. Firenze – sottolinea la vicepresidente del consiglio comunale Maria Federica Giuliani – ha perso una grande artista. Ne sentiremo molto la mancanza, esprimo il mio cordoglio per la sua prematura scomparsa. È stata davvero un’artista poliedrica che ha lottato e operato molto in difesa dei diritti. Tra le sue tante iniziative mi preme ricordare la grande installazione Scarpette rosse, la cui ispirazione è arrivata dalle “Scarpette rosse” dell’artista messicana Elina Chauvet che dal 2009 sono diventate il simbolo del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Sandra ne fece una personale performance nel 2014 in cui riuscì a catalizzare attorno a sé tanti amici e artisti.»

Così scoprii, solo con la sua scomparsa, dopo alcuni anni di mancata frequentazione, che le famose scarpette rosse, in Italia, furono una sua installazione. Nientemeno. Personalmente, se mi è concesso, la ricordo come una donna volitiva e determinata, talvolta dura ma sempre motivatamente severa. Fu mentore non credo solo per la sottoscritta, ma anche per molte donne e artiste che gravitavano nel suo mondo.

Laura Massera

Foto in alto: Alessandra Borsetti Venier lavora all’installazione Scarpette Rosse

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