La poesia nel dì di domenica presenta la poesia di Nazik al-Mala’ika

Nazik-Al-Malaika
È stata la poeta del verso libero, pioniera del femminismo e rivoluzionaria del linguaggio della poesia araba del XX secolo.

Nazik al-Mala’ika, nata a Baghdad nel 1922, ha trasformato la poesia araba introducendo il verso libero. Rompendo le rigide regole della tradizione ha dato vita a un linguaggio poetico innovativo, capace di riprodurre il ritmo naturale del parlato. Con il suo impegno letterario e il coraggio di sfidare le convenzioni, ha innovato i canoni stilistici ed estetici della poesia medio-orientale, diventando un simbolo di emancipazione e modernità.

La sua poesia affronta temi universali come l’amore, la natura e la libertà, dando voce anche alle aspirazioni delle donne arabe. I suoi versi intrecciano immagini evocative e riflessioni profonde, celebrando la forza delle parole, come dimostrato nei seguenti versi estratti da Canto d’amore per le parole: «Su, versaci due calici di parole! / Domani ci costruiremo un nido di sogni di parole…»

I suoi versi dimostrano la sua abilità di trasformare il linguaggio in un rifugio di bellezza e profondità emotiva, dove ogni parola costruisce un universo poetico.

Nazik al-Mala’ika è stata anche una delle voci femministe più incisive del suo tempo, utilizzando la poesia per esplorare temi di libertà e identità femminile. La sua eredità letteraria si erge come un faro, continuando a ispirare nuove generazioni di poete e intellettuali arabe a perseguire la libertà espressiva e culturale.

La poesia di questa settimana, Ad una rosa bianca, fa riflettere sul contrasto tra la purezza della natura e l’aridità del materialismo umano. La poeta, fedele al suo stile, utilizza il verso libero per far fluire il pensiero senza costrizioni e la sua voce risuona come un invito a riscoprire l’autenticità delle cose semplici, celebrando una ricchezza che non si può né possedere né misurare.

Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti, oggi legge per noi Ad una rosa bianca di Nazik al-Mala’ika. Buon ascolto.

Debora Menichetti

Foto in alto: Nazik al-Mala’ika (foto dal sito: Pagine Esteri)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ad una rosa bianca

Tesoro di frescura e di nettare, rifugio di morbidezza profumata
tu, che sei fatta di neve, di latte, di luna
splendore di una gota di seta bianca, pienezza della vista
rosa bianca, ritrovo di farfalle di attesa primavera
il sole desidererebbe che tu dissetassi la sua luce con altri doni
l’alba ti segue fedele ed effonde la tua ombra nel fiume
o crocevia d’amore di ruscelli, di allodole, di alberi
ohimè! Gli uomini!
Son passati vicino al tuo tesoro chiedendo:
poverina, che cosa possiedi?
La Rosa bianca: “Noi, io e te, nascondiamo un segreto seducente
il mio e il tuo segreto non lo riveleremo alla schiera cieca.
Cosa noi possediamo? Né terreni, né servitori, né castelli,
null’altro che il tremore della luna vacillante nel ruscello,
canti di brezze serali che vellutati giungono,
il favore degli uccelli, l’alba variopinta, la fragranza,
l’amore del tenero sole, il bacio della pioggia copiosa
e il soffice cuscino dei pascoli.
Pietà per coloro che chiedono
e per la loro stessa domanda: che cosa possiedi?”.
(Traduzione di Antonietta Giampaglia)

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