“Un libro e …” – L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio

L'Arrminuta - ritaglio di copertina
Una storia in cui maternità, amore e abbandono si fondono stravolgendo la vita una ragazzina di tredici anni, rifiutata due volte.

Il libro che vi propongo questa settimana è breve ma intenso: L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi, 2017), vincitore del Premio Campiello nel 2017 e già consigliato in una delle nostre Top Ten. Una storia in cui maternità, amore e abbandono si fondono stravolgendo la vita una ragazzina di tredici anni. Attraverso la voce della protagonista, l’autrice racconta i dettagli di una vicenda che non può lasciare indifferenti. Capitolo dopo capitolo, episodio dopo episodio, scandagliamo i sentimenti tormentati di questa ragazza senza nome.

Ma chi è l’Arminuta? In dialetto abruzzese (il romanzo è ambientato in Abruzzo) significa la “ritornata”. Abbandonata due volte, orfana di due madri ancora in vita. Proprio a partire dal secondo abbandono prende avvio il racconto. Quando aveva pochi mesi, la piccola viene ceduta dai genitori a dei parenti che non riuscivano a avere figli.

L'ArminiutaDopo tredici anni, in modo inspiegabile, viene ridata indietro alla famiglia di origine. Con sconcerto perde la propria identità, non ha più un posto nella vecchia casa ma si trova estranea nella nuova, dove vivono dei genitori che non ricordava e dei fratelli che non aveva mai conosciuto. Vive con dolore il distacco dalla vita vissuta fino a quel momento, talmente brutale è il rientro che smarrisce le certezze degli affetti.

«Nel tempo ho perso anche quell’idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure». Nella nuova vita sarà fondamentale il legame che creerà con Adriana, la sorella minore, con la quale si trova a condividere il letto e la nuova quotidianità.

Il senso di maternità raccontato ne L’Arminuta ha una prospettiva originale che demolisce tutti gli stereotipi. Il filo che unisce la madre, che dà la vita, alla figlia, che la riceve, si attorciglia, si spezza e si riannoda in modalità inattese. La scrittura Donatella Di Pietrantonio è diretta e spigolosa, asciutta ma allo stesso tempo emotiva. Le parole non sono mai scelte a caso, limate e cesellate per rendere “sonori” i dialoghi.

Si sentono le voci di tutti i protagonisti: disperazione e tenerezza, smarrimento e determinazione. Questo libro ha il grande pregio farti entrare in empatia con i personaggi che lo popolano, leggendolo sentirete su di voi gli occhi pungenti di Adriana mentre accoglie nuovamente a casa l’Arminuta.

In accoppiata con il romanzo di Donatella Di Pietrantonio vi propongo l’omonimo film che ne ha liberamente tratto Giuseppe Bonito nel 2021 (disponibile per il noleggio su varie piattaforme streaming, come YouTube e PrimeVideo). Come vi eravate immaginati l’Arminuta durante la lettura? Nella trasposizione cinematografica, interpretata da Sofia Fiore, è una ragazzina con dei lunghi capelli rossi e dall’aspetto sofisticato.

Nella mia testa non aveva quest’aspetto ma ho trovato comunque azzeccata la scelta della protagonista, che lentamente si fonde e si sovrappone al personaggio che avevo conosciuto tra le pagine del libro. Giuseppe Bonito è riuscito a portare sul grande schermo una storia amata da molti lettori, cogliendone il senso l’essenza profonda.

La divisione tra i due mondi in cui vive l’Arminuta, quello borghese e quello rurale, è ben caratterizzata da luci e colori. Silenzi e brevi dialoghi ricreano le atmosfere del romanzo. Nel 2022 ha vinto il premio ai David di Donatello per la migliore sceneggiatura (adattata da Monica Zapelli e Donatella Di Pietrantonio). Buona visione e buon finesettimana!

Sara Simoni

In alto: ritaglio foto di copertina de L’Arminuta

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