Le dee vulnerate: dipendenza e ira. Era, la furia della moglie sola

Era, dipinto di Jacques Louis Dubois (1768-1843)
Massima divinità femminile dell’Olimpo greco, figlia di Crono sorella e sposa di Zeus è la dea protettrice del matrimonio.

Eccoci giuntə alla fine di questo viaggio astrologico tra gli archetipi femminili dipinti attraverso le dee dell’antica Grecia. Oggi incontriamo Era, l’ultima dea vulnerata, rappresentata astrologicamente dalla Luna in Toro, ma anche dalle Lune in aspetto con Venere o Giove. Anche la Luna in Cancro potrebbe dipingerne alcune caratteristiche, soprattutto quando compare in quinta casa.

Terza sorella di Zeus, quando viene salvata da quest’ultimo, che la libera come tutti gli altri fratelli dalle viscere del padre Crono, è già una bellissima fanciulla di cui Zeus presto si invaghisce. La giovane dea però non cederà alle sue lusinghe fino a quando il re dell’Olimpo non la sposerà, promettendole fedeltà e amore eterno.

I due condividono una unga e bellissima luna di miele, finita la quale però, Zeus tornerà alle sue vecchie abitudini da libertino. Come è noto, il dio era solito intrattenersi con numerose donne, dalle quali spesso aveva figli ed è qui che iniziano a mostrarsi in maniera interessante le caratteristiche di Era.

La bellissima dea del matrimonio infatti, davanti ai numerosi tradimenti del marito, deciderà di perseguitare e punire sempre e solo le amanti (peraltro spesso prese con la forza o con l’inganno) e i loro figli. Mai una volta se la prenderà con il consorte fedifrago.

Pare che il dio a un certo punto le avesse anche chiesto il divorzio, che però Era gli negherà, affermando che, avendola lui decretata dea protettrice del matrimonio, non gli avrebbe mai consentito di rompere i voti nuziali. E con questa sua scelta si condanna definitivamente a una vita di infedeltà.

Era e Zues
Era e Zues

Di quando in quando la dea, dopo uno di quei litigi furibondi che riempivano di grida l’Olimpo, lasciava il consorte isolandosi nei boschi, ma non appena lui, momentaneamente contrito, andava a cercarla, lei non esitava a tornare da lui.

Credo che sia possibile incontrare il femminile Era in moltissime donne completamente dominate dalla gelosia e dal sospetto, che però non sono in grado di lasciare il partner, al quale le unisce un rapporto di odio e amore che le costringe a dibattersi in un circolo vizioso.

Spesso questo modo di vivere il femminile, come mostra bene il mito, non riesce a vivere con serenità la relazione con le altre donne, a vedere in loro delle alleate, delle sorelle con cui attraversare l’esistenza, come sapeva fare per esempio l’archetipo Artemide. In Era vi è invece la tendenza alla competizione.

Tutte le Lune che, astrologicamente, sono associate a questa figura mitologica, possono incorrere nel problema di darsi un’identità solo attraverso una relazione con un uomo. Esistono perché sono mogli di, vivono nell’ombra. La loro frase di presentazione può essere sono la moglie del Professor/Dottor/Avvocato… sono donne che, non solo portano orgogliosamente il cognome del marito, ma si staccano talmente tanto da se stesse, da tralasciare il proprio, di cognome, nelle firme.

Risulta evidente come questo modello lunare abbia bisogno di integrare l’esperienza di una dea vergine, ovvero di dedicarsi a qualcosa di proprio, attraverso cui sperimentare l’autoefficacia, che sempre va a implementare l’autostima globale, in questo modello femminile piuttosto carente. L’importanza infatti data al prestigio del ruolo del marito deriva dalla non percezione di un valore personale. È un femminile che non si chiede cosa le piace di sé, ma cosa di sé può piacere a un uomo e che vive le qualità di un’altra donna (reali o solo immaginate) come una sorta di prova della propria manchevolezza. Questa è la ragione per la quale la dea perseguita loro e non l’unico che veramente calpesta il suo valore, ovvero il consorte.

era e prometeo
Era e Prometeo – Decorazione di un kylix a figure rosse – V secolo a.C.

Un’altra ragione per cui Era, e il femminile da lei incarnato, è sempre irrazionalmente dalla parte del marito è da ricercare nella sua storia, che spesso racconta di un rapporto complicato con la figura materna che, a suo tempo e, per lo più inconsapevolmente, ha iniziato una competizione con la figlia non appena lei è entrata nella pubertà.

In qualche modo la madre potrebbe essersi sentita minacciata dalla giovinezza della figlia, o dal rapporto esclusivo che il padre potrebbe aver instaurato con lei, solitamente proprio a causa di una crepa precedente nella relazione matrimoniale. Quindi, se da una parte questa ragazzina è la preferita di un papà forse non del tutto maturo a livello emotivo, dall’altra si trova attaccata dal genitore dello stesso sesso, proprio per le stesse qualità che vengono apprezzate dal primo.

Spesso la si può sentir descrivere un padre idealizzato, che ha posto a centro della sua attenzione, che viene presentato come una persona talmente bella da risultare irrealistica, oppure come un uomo sensibile ma fragile, che ha tanto subito dalla madre, senza però mai riuscire a chiedersi la ragione per la quale la madre era tanto in collera.

Anche questa dea pertanto, come le atre dee vergini finora incontrate, eccede nel porre la propria attenzione sulle relazioni. Come sempre, il lavoro fondamentale è quello dell’integrazione di modelli femminili differenti, poiché nel nucleo di questa Luna si nasconde una grandissima capacità di amare e di entrare in relazione, ma il promo passaggio da compiere è quello di imparare ad amare se stessa attraverso il nutrire progetti, desideri e soprattutto amicizie al femminile, che aggiungano calore e cameratismo alla sua vita.

Piccola bibliografia utile: Robin Norwood, Donne che amano troppo, Feltrinelli, 1970; Ameya Gabriella Canovi, Di troppo amore, Sperling & Kupfer, 2022.

Stefania Marchesini
FB: Il Salotto Astrologico di Stefania Marchesini
salottoastrologico76@gmail.com

Foto in alto: Era, dipinto di Jacques Louis Dubois (1768-1843)

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