Il testo della pillola di oggi è tratto dal romanzo L’albergo delle donne tristi (Feltrinelli, 1999) di Marcela Serrano.
Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.
Floriana sapeva bene di non essere facilitata per quello che riguarda l’isolamento creativo. Lo spiegava Emilia (il suo interlocutore preferito): «Quando sarai una vera pittrice ricordati che la differenza tra un uomo e una donna nel gesto creativo è la seguente: c’è sempre una donna che chiude a chiave la porta affinché il genio maschile possa esprimersi; lo separa dal mondo, risolve tutto per lui in modo che possa rimanere concentrato e puro, tiene alla larga gli intrusi e le quisquilie quotidiane e provvede tutto all’esterno cosicché all’interno lo spazio possa irradiare solo la sua luce. A una donna, Emilia cara, nessuno fa il favore di chiudere la porta. Se poi è madre non riuscirà nemmeno a chiuderla da sé. Al primo lamento del figlio, anche se ha già vent’anni e vive in un altro continente, l’aprirà, si lascerà alle spalle la dimensione sublime di non importa quale creazione e correrà da lui. In altre parole, non è solo il fatto di non avere una sposa devota che ci impedisce di isolarci: è la maternità. La maternità e l’isolamento sono realtà irreparabilmente in conflitto. Il vincolo è costituito dagli aspetti prosaici, Emilia, che ci ancorano alla vita; che alla fine -a prescindere dalla qualità, dalla bellezza o meno della creazione- rendono diverso il prodotto artistico o intellettuale di una donna. Come vedi non è un discorso completamente negativo, non potrai negare che è interessante che i risultati finali esprimano la differenza. La diversità è tanto bella quanto necessaria, Emilia! Che non ti venga mai in mente di dire che vorresti essere un uomo perché ti sarebbe più facile dipingere!»
Foto in altro: Elaborazione grafica di Erna Corsi
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