Donnaridens: un libro fresco, grazioso, profondo pur nella sua leggerezza

la supplente - cristina frasca
La supplente di Cristina Frascà (Garzanti, 2021), il romanzo che narra le vicende tragicomiche di una docente precaria.

Goffa, simpatica, circondata da amici che la adorano e da familiari invadenti, Anna, originaria del Sud, vive a Torino e ha un sogno: quello di fare l’insegnante. Ecco La supplente di Cristina Frascà uscito per i tipi di Garzanti nel 2021.

Beh, di sogni ne avrebbe anche un altro, dimagrire, e pure un altro, trovare finalmente un fidanzato. In quest’ultimo caso forse più per acquietare le insistenze materne a “sistemarsi” che per un autentico bisogno. Anna, infatti, è una trentenne che se la cava benissimo da sola: è libera, indipendente, colta e ha vissuto all’estero. Per raggiungere i suoi allievi, sia quelli a cui dà lezioni private che i ragazzi dell’istituto alberghiero dove insegna italiano e storia, si sposta su e giù per la città in vespa.

Dietro queste righe, che farebbero pensare a una sorta di Bridget Jones nostrana (e in effetti Anna la ricorda all’inizio, quando la sfiga si accanisce su di lei e le fa compiere continui inciampi), si nascondono storie vere. Vicende di vita quotidiana, problemi familiari, di salute o relazionali, che l’autrice non tratta mai in maniera scontata, ma con una concretezza mitigata solo dal tono ironico lieve che sottende la storia.

la supplente cristina frascà garzantiLa love line “bridgettiana”, la scelta tra l’amore desiderato da sempre e quello di cui la protagonista ha davvero bisogno, è presente, ma il want cede presto il passo al need, e Anna non tarda a capire chi scegliere tra i due pretendenti. E che ci sono tantissime persone di cui occuparsi piuttosto che  starsene ad aspettare il principe azzurro: gli amici in crisi, i familiari in difficoltà, gli studenti pieni di interrogativi.

Ogni capitolo del romanzo è preceduto da una frase sugli scacchi, passione che l’eroina conosce e approfondisce grazie a un mentore dal fascino glaciale. Quella de La supplente è una storia che convince, salvo tenerci fin troppo col fiato sospeso verso la fine quando Anna è messa davanti a un numero eccessivo di sfide. L’ho vista saltare qua e là per la città a cavallo della  vespa in maniera poco credibile, mentre chi legge intanto è preda di palpitazioni da ricovero. Anche se Anna è così simpatica che glielo si perdona.

Il riferimento ai meccanismi della scuola, alle situazioni più o meno divertenti o, all’opposto, tragiche, che vive chi nella scuola lavora, conquisteranno i docenti che si abbandoneranno alla lettura di questo libro grazioso. Soprattutto i supplenti. Ma anche chi ha ottenuto l’ambito “ruolo”, il posto fisso, senza però rinunciare all’entusiasmo dei primordi, a vivere la scuola come una piccola trincea quotidiana.

«[…] Ogni insegnante quando vede andar via i propri alunni sente uno strappo al cuore, misto a colpevole leggerezza» scrive Frascà. E un piccolo strappo l’ho vissuto anch’io, ve l’assicuro, leggendo l’ultima riga del libro.

Silvia Roncucci

Foto in alto: Cristina Frascà

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