La poesia nel dì di domenica: di nuovo insieme a Gioconda Belli

Gioconda Belli
L’autrice ha fatto della sua vita un manifesto politico di lotta e di impegno per superare il tradizionale ruolo femminile.

«[…] Sono stata due donne e ho vissuto due vite. Una delle due donne voleva far tutto secondo i canoni classici della femminilità: sposarsi, fare figli, nutrirli, essere docile e compiacente. L’altra aspirava ai privilegi maschili: sentirsi indipendente, essere considerata per se stessa, avere una vita pubblica, la possibilità di muoversi, amanti. Ho consumato gran parte della vita alla ricerca di un equilibrio tra queste due donne, per unirne le forze, per non essere dilaniata dalle loro battaglie a morsi e graffi. Penso di avere ottenuto, alla fine che entrambe le donne coesistessero sotto la stessa pelle.[…]»

Di Gioconda Belli scrittrice e poeta nicaraguense, da me molto amata, ho scritto parlando del suo libro, La donna abitata, che ha segnato profondamente la mia formazione.

Pur avendo già proposto in questa rubrica due sue poesie, E Dio mi fece donna e A Melissa, mia figlia, tratte da L’occhio della donna, mi piace riproporre la poeta anche in questa domenica d’estate.

Accompagnata dalle immagini del video curato da Debora Menichetti, ho scelto di leggere Quando sarò vecchia.

Serena Betti

Foto in alto: Gioconda Belli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando sarò vecchia

Quando sarò vecchia
– se mai lo sarò –
e mi guarderò allo specchio
e mi conterò le rughe
come delicata orografia
di pelle distesa.
Quando potrò contare i segni
lasciati dalle lacrime
e dalle preoccupazioni
e il mio corpo risponderà lentamente
ai desideri,
quando vedrò la mia vita avvolta
in vene azzurre
in occhiaie profonde
e scioglierò i miei capelli bianchi
per andare a dormire presto
– come si deve –
quando verranno i nipotini
a sedersi sulle mie ginocchia
fiaccate dal passare di molti inverni,
so che il mio cuore – ribelle –
starà ancora ticchettando
e i dubbi e i vasti orizzonti
saluteranno ancora
i miei mattini.

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