La poesia nel dì di domenica presenta una poesia di Lenore Kandel

Lenore Kandel
Poeta della Beat Generation, sconvolse l’America puritana degli anni ‘60 con le sue poesie carnali dedicate al compagno di vita.

Danzatrice del ventre, corista, insegnante, autista di autobus, ma soprattutto, e prima di tutto, poeta, Lenore Kandel condusse un’esistenza avventurosa rimanendo sempre fedele alla sua poesia. In vita pubblicò solo due raccolte, una delle quali brevissima, che le valse grande notorietà come poeta della Beat Generation, ma anche un processo per oscenità. The Love Book è un libretto di poche pagine, solo quattro componimenti per poco più di ottocento parole, dove Lenore ha scritto parole carnali dedicate al suo compagno. Quest’opera poetica fu sequestrata dalle librerie e processata a causa del linguaggio giudicato troppo esplicito riguardo all’atto sessuale. La poeta dovette difendersi in tribunale.

Sul San Francisco Oracle scrisse: «Siamo tutti divini. Se negli angoli segreti della tua mente ti trovi brutto e sporco e indegno dell’amore, ti sarà impossibile dare e ricevere l’amore. Se trovi che il tuo corpo e soprattutto le tue parti genitali siano brutte e vergognose, sarai incapace di usarle con amore. Puoi cominciare dall’accettare e amare te stesso come una manifestazione del divino e poi estenderlo.»

La poesia proposta oggi, estratta proprio da The Love Book, è stata tradotta da Dianella Bardelli, autrice del libro Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore (Compagnia editoriale Aliberti, 2022) intervistata per il nostro blog.
Dianella, con questo romanzo, ha voluto raccontare la vita di Lenore, donna formidabile e dalla bellezza carismatica. L’incontro con la poeta è avvenuto durante le sue ricerche sulla Beat Generation e l’ha amata da subito, come lei stessa afferma:

«Come si fa a condividere un amore? Se poi è un amore per qualcuno che non si è mai conosciuto di persona? Posso solo dire che Lenore Kandel, la poetessa statunitense morta nel 2009 io l’amo molto. Definirla poetessa non è esatto, perché nell’epoca in cui lei visse – la San Francisco hippy della metà degli anni ’60 – non c’erano i poeti e i non poeti, i pittori e i non pittori: tutti scrivevano e dipingevano, facevano teatro, musica, e ciò non in base a un saperlo fare, essere titolati a farlo, ma semplicemente in base a un proprio desiderio; ognuno, come si diceva allora, “faceva la propria cosa”. La cosa poesia, Lenore la faceva in maniera sublime.»

Ascoltiamo quindi la poesia, in cui evoca emozioni e parti del corpo che si toccano e si uniscono nell’atto dell’amore diventando una sola carne e un solo spirito.
Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti legge per noi la poesia di Lenore Kandel. Buon ascolto.

Debora Menichetti

Foto in alto: Lenore Kandel

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono nuda contro di te
e metto la mia bocca su di te lentamente
vorrei tanto baciarti
e la mia lingua ti adora
sei bellissimo
il tuo corpo si muove verso di me
carne a carne
la pelle scivola sulla pelle dorata
come la mia verso la tua

la mia bocca la mia lingua le mie mani
il mio ventre e le mie gambe
contro la tua bocca il tuo amore
scivola… scivola…
i nostri corpi si muovono si uniscono
insopportabilmente
il tuo viso su di me
è il viso di tutti gli dei
e demoni bellissimi
i tuoi occhi…
amore tocca amore
il tempio e il dio
sono uno…

(Tratto da The love book, Stolen Paper Review Edition, San Francisco, 1966, traduzione di F. Beltrametti e contenuta in: Fernanda Pivano, L’altra America degli anni ’60, Edizioni Il Formichiere, 1979)

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