Pillole di Femminile – Storie piccole che raccontano un mondo grande #38

sabato mattina-foto di Jessica Lewis Creative-pillole
Sabato mattina, Erna Corsi ci regala un piccolo divertissement, un innocente gioco degli equivoci perché, per fortuna, non sempre è come sembra.

Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.

È sabato mattina e la mia Panda sta scendendo lo scivolo di cemento del parcheggio dell’Esselunga. Mio marito guida in silenzio e io mi allungo per prendere le borse vuote che attendono sul sedile posteriore. Lui impreca contro l’auto davanti a noi che non si decide sul posto da occupare. Dove impiccarsi, per usare le sue parole. Lui sceglie il posto libero più vicino agli ascensori; in un mutismo ancora addormentato scendo dall’auto e con la moneta che ho già pronta vado a prendere un carrello. Attendiamo per poter prendere un ascensore da soli, e appena le porte si chiudono lui mi bacia.

Alla loro riapertura ci siamo già separati, pronti a lanciarci fra gli scaffali armati di lista. Al bancone della frutta noto una signora che mi guarda di nascosto, mimetizzandosi fra i ciuffi degli ananas. Arrivata ai latticini scelgo un pezzo di Grana Padano sottovuoto, così si conserva più a lungo. Il signore anziano al mio fianco fa la stessa scelta poi si gira e mi fissa apertamente, con una leggera aria di rimprovero.

Al supermercato, chi ha superato una certa età in genere crede di avere una specie di precedenza acquisita e penso che lui abbia voluto farmelo notare. Alla corsia successiva incontro nuovamente la signora degli ananas che questa volta mi fissa con disinvoltura cercando il mio sguardo. Io le sorrido, abbastanza sicura di non conoscerla ma con quel filo di dubbio che mi viene sempre in questi casi. Lei non saluta e io proseguo. Mentre mio marito sceglie la pasta io non trovo la panna acida e chiedo ad un ragazzo che sta sistemando lo zucchero negli scaffali. Quando si gira per rispondermi ha un sussulto prima di indicarmi la corsia successiva e poi fissa mio marito che mi ha appena raggiunta.

E in quel momento realizzo. Il mio occhio nero. Non fa più male e quindi me ne scordo, ma è visibile come un elefante su un prato. Da quel momento noto sempre di più gli sguardi di pena e le occhiatacce all’uomo che sta con me. Incontro ancora un paio di volte quella degli ananas che sembra attendere un mio segnale. La cassiera è particolarmente gentile e nessuno si mette in coda dietro di noi.

Penso a quanto sia bello realizzare che qualcosa sta cambiando. La società inizia a reagire quando nota un segno di violenza domestica, anche se ognuno lo fa a modo suo.

…ma adesso chi glielo spiega che ridurmi così è stato il gatto e non il pezzo di pane che ho sposato?

Erna Corsi

In alto: elaborazione grafica di Erna Corsi (foto di Kellepics e di Jessica Lewis Creative)

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