Silvia Lelli: reperti art-etnografici dall’Antropocene in mostra

Planet - Foto di Silvia Lelli
A Portoferraio dal 14 aprile al 12 maggio 2023 oggetti raccolti sulle spiagge dell’isola d’Elba che da rifiuti si trasformano in arte e raccontano la nostra cultura.

A Portoferraio, in località S. Giovanni presso l’Hotel Airone venerdì 14 aprile 2023, in occasione di Pesca con gusto: la pesca e pescatori nelle terre degli Etruschi, l’antropologa e artista Silvia Lelli inaugura l’esposizione Reperti art-etnografici dall’Antropocene. La manifestazione, promossa da Fondazione Isola d’Elba e dalla Cooperativa San Leopoldo, prevede cinque giornate a partire dal 14 aprile e fino al 12 maggio con l’obiettivo di valorizzare il prodotto ittico locale, l’incentivazione della filiera corta nonché la formazione e informazione al consumatore sulle principali specie ittiche dei nostri mari, sul loro utilizzo e sulla stagionalità, sulle varie metodologie di pesca e sulle tradizioni e sul rapporto tra pesca professionale e protezione del mare. Qui potete trovare il programma completo di tutte le iniziative previste.

L’idea della mostra Reperti art-etnografici dall’Antropocene curata da Silvia Lelli è nata passeggiando lungo le coste dell’isola, soprattutto quelle meno turistiche, e dalla raccolta di oggetti inconsueti portati dal mare. Si tratta di veri e propri reperti etnografici che dicono molto sulla nostra cultura: oggetti ibridi, frammenti, aggregati di materie organiche e inorganiche, oggetti che non vorremmo vedere e che abbiamo rifiutato ma che il mare ci restituisce. Oggetti che ci ricordano che non sono eliminabili e ci mostrano l’interazione imprevista tra attività umane e non-umane, tra ambiente umano e naturale, i collegamenti tra biologia, chimica, produzione, economia, consumismo, politiche, stili di vita. Oggetti che raccontano di noi e che Silvia Lelli ha interpretato per offrirci una prospettiva alternativa e interessante.

Skeletons - Foto di Silvia Lelli
Skeletons – Foto di Silvia Lelli

Silvia Lelli, attraverso la sua ricerca pratica della pulizia delle spiagge, ha assunto un approccio che riunisce il suo lato artistico con quello scientifico rendendo visibile come la trasformazione di quei reperti sia in grado di raccontare l’intreccio tra la loro storia e quella di noi umani, mostrando la deriva culturale intrapresa dall’umanità non solo a suo rischio e pericolo, ma anche delle specie senza le quali sarebbe impossibile vivere. Un racconto visivo di questo nostro Antropocene, epoca geologica attuale in cui l’ambiente terrestre è fortemente condizionato dagli effetti dell’azione umana.

La mostra è realizzata senza ulteriori interventi inquinanti. È un percorso verso una nuova visione che non vede natura e cultura come opposti ma in collaborazione. Un messaggio ecologista concreto che suggerisce riflessioni e azioni per costruire nuove conoscenze, nuovi stili di vita e nuove pratiche di interazione con tutto il vivente che non siano di sfruttamento distruttivo. Con Silvia Lelli ci eravamo già incontrate per parlare di cinema e di violenza di genere ma, da vera donna oltre il consueto, siamo certe saprà continuare a sorprenderci con ulteriori contributi.

Paola Giannò

Foto in alto: Planet, foto di Silvia Lelli

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