Olympe de Gouges e la sua Dichiarazione dei diritti della donna

diritti della donna

«Articolo X: Come la donna ha il diritto di salire al patibolo, così deve avere anche quello di salire alla tribuna.»

Il mese di marzo è legato alla celebrazione della Giornata Internazionale delle donne.

Oggi, anche se l’8 marzo è passato, vorrei ricordare Olympe de Gouges, l’attivista francese che lottò tutta la vita per i diritti delle donne e che nel 1791 scrisse e divulgò Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, arrivata a noi grazie alla casa editrice il melangolo che l’ha pubblicata nel 2007.

De Gouges compose opere per il teatro, testi politici, manifesti, articoli con forti connotazioni sociali, ma la sua opera rimase a lungo ignorata. Solo nel 1981 lo storico Olivier Blanc ha ricostruito la biografia di quest’attivista e femminista ai tempi della Rivoluzione francese, nata nel 1748 a Montauban, un paesino a sud della Francia, che a ventidue anni si trasferì a Parigi in cerca di fortuna. Blanc svela una donna fuori dal comune che nel 1789 si definiva così: «La natura ha messo nella mia personalità la fierezza e l’audacia di un uomo coraggioso.» Audace lo era sicuramente: si batté a favore del divorzio e si schierò per l’abolizione della pena di morte e della schiavitù. Ma fu considerata assai scomoda e pagò con la vita le sue idee illuminate. Il 3 novembre del 1793 fu condannata a morte e salì al patibolo.

Olympe de Gouges può essere ben considerata una donna oltre il consueto, una pasionaria che dedicò la sua vita a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione femminile. Una missione che la portò alla ghigliottina. Quando nel 1789 fu emanata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, de Gouges, vedendo che non conteneva riferimenti alle donne, decise di preparare un testo per ristabilire l’uguaglianza tra i sessi, tema trascurato dalla Rivoluzione.

«Uomo, sei capace di essere giusto? È una donna che te lo chiede. Dimmi: chi ti ha dato il potere sovrano di opprimere il mio sesso? Chi ti ha dato la tua forza, i tuoi talenti? Osserva il creatore nella sua saggezza; contempla la natura in tutta la sua grandezza, alla quale sembri desideroso di accostarti, e cita, se ne hai il coraggio, un solo esempio di questo dominio tirannico… soltanto l’uomo ha usato la propria eccezione per fabbricarsene una specie di principio universale. Quest’essere bizzarro, cieco, gonfio di scienza come un otre, quest’essere che, nel nostro secolo dei lumi, è degenerato nella più crassa ignoranza, vuole comandare dispoticamente su un sesso che, avendo ricevuto in dote tutte le facoltà intellettuali, pretende di godere i frutti della Rivoluzione e reclama il proprio diritto all’uguaglianza, per non dire di più.»

Olympe de Gouges
Olympe de Gouges

Olympe ne inviò una copia anche a Maria Antonietta, accompagnandola con una lettera: «Questa Rivoluzione si realizzerà solo quando tutte le donne prenderanno coscienza della loro deplorevole sorte, e dei diritti che hanno perduto nel consorzio sociale. Sostenete, Signora, una causa così bella, difendete questo sesso infelice, e avrete presto dalla vostra parte una metà del regno, e almeno un terzo dell’altra metà.»

Il Preambolo della Dichiarazione inizia con questa frase: «Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della Nazione, chiedono di costituirsi in Assemblea nazionale.»

Articolo I
La donna nasce libera e mantiene parità di diritti con l’uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate unicamente sull’utilità comune.

Articolo II
Lo scopo di ogni associazione politica è quello di preservare i diritti naturali e imprescrittibili della donna e dell’uomo: tali diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e innanzitutto la resistenza all’oppressione.

Nella Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina seguono altri quindici articoli. Io penso che ogni donna dovrebbe avere una copia di questo testo che fa della de Gouges la prima esponente teorica del femminismo. Una donna che già allora contrastava il patriarcato. Sul sito dell’Enciclopedia delle donne è riportato quello che scrisse il Moniteur, il quotidiano francese fondato a Parigi nel 1789: «Olympe de Gouges volle essere un uomo di Stato, sembra che la legge abbia punito questa cospiratrice per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso.» Una motivazione sicuramente raggelante che mi ricorda drammaticamente quello che sta succedendo, oggi, in Iran e Afghanistan.

Nel 1989 alcune intellettuali e politiche come Catherine Marand-Fouquet e Ségolène Royal hanno ispirato un movimento d’opinione che chiede la panthéonisation di Olympe de Gouges, ma a tutt’oggi nulla è stato fatto. Un’altra dimostrazione che la strada da fare per le donne è ancora molto lunga.

Serena Betti

In alto: Marcia delle donne su Versailles, 5 ottobre 1789, in un’illustrazione dell’epoca. Biblioteca digitale gallica – Wikimedia commons

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