La poesia nel dì di domenica: “Tu sei a casa” di Chandra Livia Candiani

Chandra Livia Candiani
«Una buona pratica preliminare di qualunque altra è la pratica della meraviglia.» Da Questo immenso non sapere della poeta milanese.

«Il mio pachiderma è un faggio. Gigante. Le radici sono quasi tutte all’esterno e tra di loro ci sono intimi spazi in cui ci si può accucciare. I rami scendono fino a chiuderti in una grande giostra verde. Le foglie roteano e frusciano. Quando è inverno i rami neri e nudi lasciano affacciare il fuori, ma custodiscono il tuo spavento al mondo. Porto in dono silenzio al suo silenzio, petto contro tronco sentiamo insieme la vita farsi compagnia.» Queste parole, questo tocco, l’amore e il rispetto che incontriamo tra le righe sono tratte dal libro Questo immenso non sapere di Chandra Livia Candiani. Candiani è una poeta e scrittrice italiana di origini russe, nata a Milano ma che ha vissuto molti anni India. Si è avvicinata al Buddhismo e alla meditazione e nell’86 ha assunto il nome di Chandra, che in sanscrito significa Luna. Si deve a lei la traduzione di molti testi buddhisti.

Per Einaudi l’autrice ha pubblicato Il silenzio è cosa viva, La bambina pugile, La domanda della sete, Fatti vivo e l’ultima raccolta di racconti Sogni dal fiume, accompagnati questa volta dai disegni di Rossana Bossù. Oltre alla scrittura, in questi anni si dedica alla conduzione di seminari di poesia per i bambini delle elementari nelle scuole di periferia, quelle in cui il numero di bambini stranieri è molto alto.

Ogni libro è un evento atteso, ogni libro è un dono d’amore, di grazia, di fiducia nella vita. Ogni libro è un percorso alla ricerca e alla scoperta di sé. È un invito a guardarsi dentro, ad andare in profondità. Le sue parole semplici accarezzano, sono un balsamo, anche quando sono intrise di malinconia, di preoccupazione, di paura. Tutto è, e tutto ha un senso così com’è. Non dobbiamo cambiare nulla, migliorarci, affannarci. Il suo è un vero e proprio inno alla vita che ci conosce, ci ascolta, ci sussurra … ci tocca. È bellissimo ascoltare le sue interviste, sentirla leggere i suoi scritti con la sua inconfondibile voce bambina piena di incanto, di stupore, vibrante di vita. I suoi testi trasudano spiritualità e questo periodo di festività ci è sembrato il più adatto per presentarla nella nostra rubrica.  La poesia che presentiamo oggi è stata pubblicata sulla rivista culturale Doppiozero proprio il 25 dicembre di due anni fa.

«Mai come in tempi di emergenza e di distanza si sente l’essenzialità dell’insegnamento delle dimore divine. Poter inviare il bene da lontano, e inviarlo con precisione, fa di noi dei disciplinati postini che consegnano a domicilio anche nelle ore notturne auguri di bene, vicinanze trasparenti, strette delicatissime carezze. E molti mantelli custodi.» Questo è un altro estratto dal libro con cui ho iniziato a parlare di Chandra Livia Candiani. Dalle parole capiamo che è stato scritto durante la pandemia, durante il lockdown.  L’emergenza è passata, o almeno ci auguriamo che quell’emergenza sia qualcosa che appartiene al passato. Ma non possiamo dimenticare la guerra in corso, quello che accade nei nostri mari, o in Iran, quello che c’è intorno a noi, che come ci ricorda l’autrice è tutto collegato, perché siamo tutti collegati.

Ed è per questo che desideriamo inviarvi auguri di bene, delicatissime carezze e molti mantelli custodi.

Buon Natale e Buone Feste da tutta la redazione de L’Altro Femminile!

Per La poesia nel dì di domenica, ne ho scelta una che potete ascoltare grazie all’elaborazione video di Debora Menichetti.

Serena Betti

Foto in alto: Chandra Livia Candiani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tu sei a casa
seduto alla scrivania
e sei il mio capriolo.
Nel bosco c’è la neve
e sotto la neve cammino
e sotto la neve il tempo
si incanta.
Per i tuoi grandi occhi di legno,
quercia rossa, per il tuo muschio
sul petto e le pantofole di neve
sulle radici,
pur così alta e così magistrale,
so che dormi
e vengo senza rumore di domande
a farmi per te carezza.

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