Pillole di femminile. Storie piccole che raccontano un mondo grande #5

RSA. «Se tu bella vuoi apparire un po’ di male devi soffrire» le scarpe con i tacchi non le uso più, ma questa è un’occasione speciale.

Quinto appuntamento con Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.

Oggi sono arrivata un po’ in anticipo e sto aspettando il mio turno per entrare. Ormai non c’è più il caldo soffocante di qualche mese fa, il sole regala una bella sensazione sulla pelle. Devo ricordare di portare un ombrello il mese prossimo, per sicurezza. Controllo se è tutto a posto: ho indossato la gonna a fiori, quella che le piace tanto, e ho anche messo le scarpe con i tacchi che non uso più ma lei mi ha sempre detto che «Se tu bella vuoi apparire un po’ di male devi soffrire» e oggi voglio farla felice. Dalla porta a vetri vedo che l’operatrice ha terminato di disinfettare in modo accurato ogni superficie e viene verso di me. Mi saluta sempre sorridendo, misura la mia temperatura e mi fa firmare un modulo dove dichiaro che la mia salute è perfetta. Mentre termino queste formalità vedo mia nonna già pronta che aspetta, al di là del plexiglass di protezione. Sorride. Le prime volte piangeva, per la difficoltà di incontrarmi senza potermi abbracciare, senza poter ricevere un bacio o semplicemente tenermi la mano mentre parliamo. Ora abbiamo imparato la distanza.

Mi siedo davanti a lei, ci abbracciamo con lo sguardo per qualche istante, agitando le mani. Poi spezzo l’incantesimo mostrandole il sacchetto di caramelle che le ho portato:

«Ti piacciono, nonna? Vanno bene queste?»

E qui inizia la difficoltà vera, quella di poter comunicare con una persona anziana attraverso una barriera che attutisce ogni suono, continuando a indossare la mascherina. Riesco a far passare qualche informazione, ripetendola più volte a voce alta, le chiedo sempre se ha vinto a tombola o se le servono fazzoletti, come vanno le lezioni di memoria e quelle di ginnastica. Mentre parliamo gli operatori controllano che tutto si svolga nelle modalità consentite, le chiedono se va tutto bene, se vuole dell’acqua, e con una mano sulla spalla le offrono quel piccolo contatto fisico che tanto ci manca.

Poi d’un tratto la nostra mezz’ora finisce, lei si alza e ci salutiamo lanciandoci baci con la mano. Mentre lei si avvia verso gli ascensori con il suo passo spedito da centenaria senza età, rimango a fissare la sua sedia vuota, sapendo che la rivedrò solo fra un mese e chiedendomi se mai, in futuro, potrò riabbracciarla.

Erna Corsi

Foto in alto di Luis Gonzalez per Pexel

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