Sembrava un British invece era un Merdish, il metaregno di Olivia Ninotti 

#SalTo22-Olivia Ninotti-Sembrava un British invece era un merdish-Scatole Parlanti
Dal diario intimo di una Scottish: «Ai bua non basta essere come sono. Devono strabordare nelle loro convinzioni, speranze e ricerche di felicità.» 

Non è un caso se Sembrava un British invece era un Merdish. Diario intimo di una Scottish di Olivia Ninotti (Scatole Parlanti) sia già in ristampa (prima edizione aprile 2022). Un successo più che meritato quello di questo “piccolo romanzo” nato nel 2020, durante le notti d’insonnia del primo lockdown. 

Non lasciatevi ingannare dall’ironia della penna di Ninotti e dall’apparente leggerezza di sguardo, amplificata dalla copertina e dalle tavole di Michele Widenhorn, Sembrava un British invece era un Merdish è una lettura importante che, con il sorriso sulle labbra, vi porterà a interrogarvi sulla condizione umana. A condurvi in queste riflessioni è Luna, una gatta di razza Scottish Fold, che viene comprata in un negozio di animali e portata a vivere nella casa della “famiglia” che l’ha acquistata/adottata. Così, incontriamo due bua (bipedi umani adulti) e tre bubbi (bipedi prodotti dai bua), Occhio di Sauron (la vecchia gatta non morta di casa) e un “coso”, il presunto British.  

«Ai bua piace tanto raccontarsi le cose anche quando non ci credono fino in fondo. Forse perché hanno il dono del linguaggio articolato e parlano fuori e parlano dentro senza ascoltarsi davvero. Ai bua non basta essere come sono. Devono strabordare nelle loro convinzioni, speranze e ricerche di felicità» riflette Luna, impegnata nell’osservazione della sua famiglia adottiva nell’intento di capire i meccanismi che la regolano e il funzionamento dei bua. 

Umorismo e profondità di analisi sono i tratti distintivi della narrazione di Ninotti ma, quello che sorprende di più, è il suo sguardo disincantato che, tuttavia, rimanda a una visione poetica del mondo. Questo, forse, come ci spiega la stessa Luna, può accadere grazie a un disturbo dissociativo dell’identità: «Lei si definisce una donna in corriera. Io sono sempre più convinta che siano in tante dentro il suo corpo. Ne è convinto anche il bua.» 

sembrava un british invece era un merdish - olivia ninottiUna pecca? Finisce troppo in fretta. Sei ancora tutta presa dalle avventure entropico-filosofiche di Lunetta e compagni che, senza preavviso, di ritrovi alla fine del libro. Perdono Olivia solo perché il finale ti regala una piccola perla di saggezza intessuta di speranza. Puro Ninotti style. Insomma, Sembrava un British invece era un Merdish diverte e convince. È un piccolo capolavoro di cui mi piacerebbe poter leggere il sequel o, perché no? vorrei vederlo trasformato in una sit-com per tutta la famiglia.  

Olivia Ninotti è nata a Milano nel 1974. Neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, è direttrice sanitaria di AIAS di Milano Onlus. Sembrava un British invece era un Merdish è il suo romanzo di esordio, terzo classificato al “Premio Nabokov” 2021. 

Cinzia Inguanta

Foto in alto: #SalTo22 – Olivia Ninotti insieme alla sua famiglia – Sembrava un British invece era un merdish – Scatole Parlanti
Foto in alto vista da Luna: il bua, la uno, la bua, il due e il tre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 commento su “Sembrava un British invece era un Merdish, il metaregno di Olivia Ninotti ”

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