Edo, il tennis e Otília miniracconto di Elena Marrassini

Edo, il tennis e Otília
Agora, que lembro/as horas ao longo do tempo/Desejo, voltar/voltar a ti/desejo te encontrar/Esquecida/em cada dia que passa/ […]

Edo è bianco latte e ha gambe come giovani coste di sedano. Uccellino implume scende in campo vestito come una striscia dei Peanuts. È triste, non sa perché.

Sogna il monopattino elettrico ma no, deve irrobustirsi, ha detto il dottore. Quindi, campo estivo di tennis, ha detto suo padre, senza nemmeno chiedergli se gli piaceva.

Edo odia il tennis. Odia anche suo padre, che lo vorrebbe agguerrito in campo come Joao Sousa, ma questa è un’altra storia.

Edo non suda, rimane intatto, come torta chiusa nella scocca di glassa immacolata, produce goccioline come di condensa. Quelle di quando togli la torta dal frigo.

Edo è dolce e opaco. Negli ultimi tempi ci vede poco, ma non lo dice. Che se arrivano anche gli occhiali per lui è finita. Fatto sta che lui a volte nemmeno la vede, mentre arriva veloce verso di lui, quella pallina verde e pelosa. La pallina di moquette, come dice Otília, l’unica persona che Edo non odia. Otília viene da Madeira e lo ha tirato su a suon di musica e a suon di «devi crederci, Edo, nei tuoi pensieri. E poi guarda quanto sei bello, sei occhi e denti, luminosi e perfetti. Tu sei come Madeira, Edo, e non lo sai».

Otília quando guida ascolta una canzone, sempre la stessa.

“Agora, que lembro
(Adesso che ricordo)
as horas ao longo do tempo
(le ore nel corso del tempo)
Desejo, voltar
(Desidero tornare)
voltar a ti
(tornare da te)
desejo te encontrar
(desidero incontrarti)
Esquecida
(Dimenticata)
em cada dia que passa
(in ogni giorno che passa)
nunca mais revi a graça
(non ho più rivisto la grazia)
dos teus olhos
(dei tuoi occhi)
que amei.
(che ho amato)
Má sorte, foi amor que não retive
(Sfortunato, è stato l’amore che non ho conservato)
e se calhar distraí-me
(forse mi ha distratto)
Qualquer coisa que encontrei
(qualche cosa che ho incontrato)”[1]

Oggi l’ha cantata per tutto il viaggio, mentre lo portava al campo estivo. In bauliera ci sono due valigie. Una è di Edo e una, piccolissima, di Otilia che domani proseguirà per Madeira: in estate torna sempre alla sua isola, non le serve altro.

A Edo serve lei, invece. E ora lo sa.

Elena Marrassini

 © RIPRODUZIONE RISERVATA

[1] “Alfama” – Madredeus

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