Simona Lodato e il premio Starting Grant da un milione e mezzo di euro

Simona-Lodato
Studi sui neuroni pacemaker svelano nuove meravigliose sinfonie. La diversità arricchisce e l’essere umano ne è la dimostrazione.

Alla dottoressa Simona Lodato è stato recentemente assegnato il premio Starting Grant di un milione e mezzo di euro per il progetto Impact da parte dell’European Research Council (ERC), una delle più importanti agenzie pubbliche di finanziamento della ricerca scientifica europea.

Simona Lodato ha quaranta anni ed è a capo del laboratorio di neurosviluppo dell’ospedale e centro di ricerche Humanitas di Milano. È anche docente di istologia ed embriologia presso la Humanitas University. L’Italia è al quinto posto nella classifica delle nazioni per assegnazione del prestigioso premio Starting Grant ma Lodato è la prima italiana vincerlo.

Dopo aver conseguito il dottorato nel 2011 rilasciato dall’European School of Molecular Medicine (SEMM) in collaborazione con l’Università “Federico II” di Napoli, la dottoressa Lodato si è i trasferita nel laboratorio della Professoressa Paola Arlotta presso la Harvard University a Cambridge (USA). Dal 2016 è membro eletto del Next Generation Leader Advisory Council, una commissione di brillanti giovani neuroscienziati consulenti scientifici presso la Allen Brain Institute di Seattle. Simona Lodato è l’unica rappresentante italiana.

In particolare la sua ricerca è rivolta ai neuroni detti pacemaker che si attivano nel feto, quindi ancora nel grembo materno, prima che stimoli sensoriali provenienti dall’esterno possano attivarli. L’interesse specifico è far luce proprio su queste attivazioni spontanee che incidono sullo sviluppo della corteccia cerebrale per comprendere meccanismi ancora sconosciuti.

Il nostro cervello, sostiene la dottoressa Lodato, è come un’orchestra composta da tanti neuroni diversi per caratteristiche e funzioni, ma tutti importanti e indispensabili. Che la diversità debba essere considerata un valore aggiunto è quanto emerge dalle sue parole: «Apprezzo molto che cavalcando l’onda della diversità di genere si stia ampliando la diversità di ogni tipo.  Come nella corteccia cerebrale quello che è diverso arricchisce». Se volete ascoltare dal vivo le sue parole potete farlo qui in un breve servizio Rai.

Lo spunto per questa notizia mi è arrivato da una giovanissima studentessa universitaria in materie STEM, acronimo utilizzato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche. Si parla tanto di combattere il gender gap, di incentivare le ragazze a orientarsi verso le materie scientifiche dove avrebbero più possibilità e dove sono in minoranza pur avendone tutte le capacità. La nostra eroina di oggi è solo una delle tante dimostrazioni di cui ancora troppo poco si parla. Raccontare le donne della scienza è uno dei modi possibili. Se conoscete eventi, iniziative o donne che si sono contraddistinte non esitate, la condivisione e il passaparola sono utili strumenti a nostra disposizione.

Paola Giannò

Foto in alto: Simona Lodato

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