Guendalina Puddu: pedagogista, counselor e non solo…

Guendalina Puddu
In viaggio dalla Sardegna a Firenze per amore di coloro che desiderano essere accompagnati nel loro cammino interiore.

Guendalina Puddu  è pedagogista, counselor Gestalt a mediazione artistica e operatrice DanzaDea©. Vive a Firenze ma il suo cognome tradisce le sue origini sarde e, sorseggiando uno spritz in riva all’Arno, proviamo a conoscerla e comprendere meglio le diverse attività di cui si occupa questa giovane donna oltre il consueto.

Dottoressa Puddu, ci racconta qualcosa sulla sua formazione?

«Il primo percorso di studi l’ho intrapreso nella mia terra d’origine ed è stata la laurea in pedagogia a Cagliari. Sono stati anni impegnativi, anche perché ero una studentessa fuori sede e fermamente intenzionata a conquistare ogni anno la borsa di studio per non gravare economicamente sulla mia famiglia. Ce l’ho fatta. Nel 2015 mi sono laureata con grande soddisfazione! Ho sempre avuto una predisposizione a voler esplorare l’interiorità, a partire dagli abissi dentro di me. Volevo diventare una guida per coloro che desiderano essere accompagnati nel loro cammino interiore. Ho deciso infatti di proseguire la mia formazione orientandomi verso il counseling, che mi ha portato a intraprendere anche un viaggio più concreto: lasciare la mia amata Sardegna per trasferirmi a Firenze. Ho studiato per altri tre anni durante i quali sono anche diventata operatrice olistica in arti evolutive e interiori in un sistema che si chiama Danza Della Dea®.»

Come si sviluppa una formazione adeguata per poter essere una guida per gli altri?

«Il percorso formativo del counselor ha una durata di tre anni, con un programma suddiviso in parti teoriche, pratiche, di tirocinio, e di supervisione. È previsto però anche un percorso psicoterapico per ciascun allievo, ritengo che sia un elemento molto importante. Grazie a questo strumento ho sperimentato su me stessa una consapevolezza più profonda del mio sentire, delle dinamiche emotive e di pensiero, di esserci per me stessa. È un cammino dove passo dopo passo ci si prende cura di sé e si diventa artefici del proprio destino. Una volta ho sentito dire che l’augurio migliore che ci si possa fare è l’armonia tra le parti che ci abitano. È proprio vero. Quando si scopre che non siamo uno, ma che dentro di noi è vivo un condominio, ci si dà nuove chance. Le scelte diventano frutto di parti che prima erano in conflitto e che hanno trovato un’armonia nel creare qualcos’altro. Si tratta di rendersi alchimisti, non per arrivare chissà dove esternamente, ma per ripulirsi da ciò che ci allontana da noi stessi e arrivare a quello che di più semplice c’è. A me piace chiamarlo amore.»

Guendalina Puddu
Guendalina Puddu

La professione del counselor, in crescente espansione anche in Italia, è spesso confusa con quella dello psicologo. Ci potrebbe spiegare meglio di cosa si tratta?

«Il counseling nasce nel vortice delle nuove correnti di psicologia umanistica. Lavora all’interno della relazione umana che si stabilisce tra il cliente e il counselor, usando la relazione stessa come mezzo terapeutico. Per questo motivo il counseling viene altrimenti definito “relazione di aiuto”. Si lavora alla costruzione di schemi di pensiero alternativi all’interno della relazione umana. Fornisce mezzi e risorse per trovare numerose possibilità di soluzione ai problemi, mira a far leva sulle risorse interiori per affrontare una o più difficoltà circoscritte trovando insieme il modo di superarle. Ho utilizzato il termine “cliente” anche se in realtà non lo amo molto, preferisco parlare di “persona che viene da me”.»

Nello specifico cosa fa il counselor?

«Il compito del counselor è di facilitare nella persona lo sviluppo e l’utilizzo delle proprie capacità personali per affrontare i problemi che incontra nel proprio ambiente. L’interesse e l’attenzione sono totalmente focalizzate sulla persona, sui suoi bisogni, esigenze, difficoltà.  Orienta, sostiene e sviluppa le potenzialità del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Si occupa di problemi come prendere decisioni o il miglioramento delle relazioni interpersonali e in ambienti contestualmente circoscritti come famiglia, lavoro o scuola. Il counseling si occupa di problematiche che rimangono entro la sfera della quotidianità in assenza di disturbi psicopatologici. Spesso gli stereotipi sociali sono la causa primaria del passaggio al patologico. La forte esigenza della società di avere dei cittadini-sudditi che si rispecchino in essa, soddisfacendo le sue aspettative invece che le proprie, crea i disturbi di una personalità non più riconosciuta e creativa ma reattiva alle esigenze esterne. La Gestalt propone di lavorare al fine di evitare la massificazione degli individui e concorrere piuttosto a una integrazione delle parti. Per raggiungere questa integrazione occorre una maturazione dell’individuo che passa necessariamente dallo sviluppo e dall’affinamento della consapevolezza, delle proprie emozioni, pensieri, sensazioni, desideri e dal confronto con l’ambiente circostante.»

Come si sviluppa un percorso di counseling?

«Si realizza in una serie di colloqui durante i quali il counselor, attraverso ascolto attivo, empatia e accettazione, instaura una relazione di qualità. La persona, sentendosi accettata e non giudicata, può sviluppare la consapevolezza dei propri bisogni e delle proprie emozioni. Tale relazione di aiuto, creando un clima di fiducia, può facilitare un cambiamento che gli consenta di vivere più efficacemente le relazioni interpersonali e le situazioni di vita, in momenti di crisi o disagio.»

Avremmo ancora tante domande da fare per approfondire questi temi così interessanti, purtroppo il tempo a disposizione e il nostro spritz sono finiti. Ringraziamo Guendalina Puddu e chissà che non sia possibile un secondo incontro e, perché no?, un altro spritz, per continuare la nostra chiacchierata.

Paola Giannò

Foto in alto: Guendalina Puddu

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1 commento su “Guendalina Puddu: pedagogista, counselor e non solo…”

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