La storia di Leda che si è ribellata al tempo che ha vissuto e una mostra per scoprire l’autrice che ne ha illustrato la storia.
La mia proposta per questo venerdì è un graphic novel, una biografia romanzata intensa e coinvolgente: Leda – Che solo amore e luce ha per confine. Le illustrazioni sono di Sara Colaone, la sceneggiatura è di Francesco Satta e Luca De Santis. Il volume è stato pubblicato nel 2016 da Coconino Press, all’interno della collana Progetto ’900.
È una biografia a fumetti che ripercorre la straordinaria vita di Leda Rafanelli, una delle personalità femminili più complesse e affascinanti del primo Novecento italiano. Figura fuori dagli schemi, fu molte cose, spesso in aperto contrasto con i ruoli tradizionali del suo tempo. Tipografa, poeta, editrice, anarchica, musulmana sufi, cartomante. Fortemente anticonformista e orgogliosamente indipendente, vissuta sempre all’insegna della libertà.
Quando ho iniziato a sfogliare il volume, non sapevo nulla né della protagonista né della storia che mi aspettava. Con grande sorpresa ho scoperto che Leda era nata nel 1880 proprio nella mia città, Pistoia. Un dettaglio che ha reso la lettura ancora più coinvolgente e affascinante.
Il fumetto va oltre la semplice narrazione cronologica degli eventi. Sceglie piuttosto di restituire un ritratto sfaccettato di Leda, mostrandola non come un’identità unica e compatta, ma come il frutto di molteplici esistenze intrecciate. La vediamo muoversi in un costante equilibrio tra impegno politico e dimensione privata, dal suo acceso rifiuto del colonialismo, fino al dolore profondo per la perdita del figlio.
L’illustratrice e gli sceneggiatori ci accompagnano in un percorso che alterna suggestioni oniriche e richiami storici. Un viaggio popolato da figure di spicco della cultura e della politica italiana dell’epoca. Incontriamo il marito fiorentino, Luigi Polli, con cui Leda fonda una casa editrice, l’iniziale fascinazione per un giovane Benito Mussolini e la storia con Carlo Carrà. Poi l’amore travolgente per l’anarchico Giuseppe Monanni e la relazione, considerata scandalosa per l’epoca, con il giovane eritreo Adem Surur. Una vita segnata da passioni intense e da un costante fermento interiore.
Il tratto di Sara Colaone è morbido, fine e sinuoso, curato nei dettagli. Le suggestioni orientaleggianti che attraversano le tavole evocano l’esotismo che ha segnato la vita stessa di Leda, proiettando il lettore in un’atmosfera sospesa, quasi onirica. La scelta del bianco e nero non è mai neutra. In certi momenti sottolinea contrasti morali, psicologici o temporali. In altri smorza le tensioni, rendendo il racconto più intimo. Ciò che più mi ha colpito è la straordinaria capacità di Colaone di rappresentare, attraverso il suo segno grafico, l’invecchiamento, la fatica, il deterioramento fisico del corpo. Le tavole risultano dinamiche grazie al variare delle inquadrature, mentre il ritmo narrativo si costruisce sull’alternanza tra scene interiori, ricordi, dialoghi intensi e il confronto con il mondo esterno.
La sceneggiatura firmata da Luca De Santis, con il contributo di Francesco Satta, adotta un approccio ibrido tra biografia e finzione narrativa, scegliendo di dare spazio a impressioni soggettive, salti temporali e frammenti emotivi. Una scelta stilistica che risulta efficace, perché rispecchia la natura “irregolare” e complessa della protagonista, rendendo il racconto più vivo, fluido e coinvolgente.
Leda – Che solo amore e luce ha per confine è il frutto di un lavoro corale ben riuscito, che ci restituisce il ritratto di una donna straordinaria, fuori dagli schemi, capace di vivere, e morire, con assoluta coerenza. Mi piace salutarla con le sue stesse parole, quelle scelte per annunciare il proprio addio al mondo: «Leda Rafanelli, partendo per sempre, saluta tutti i compagni. Viva l’anarchia.»
In accoppiata con il graphic novel di Colaone, Satta e De Santis vi propongo, per la prima volta una mostra. Si tratta di Sara Colaone. Storia e storie del ’900 a fumetti visitabile fino al 9 novembre 2025 a Palazzo Blu a Pisa, realizzata con il sostegno della Fondazione Pisa e in collaborazione con Lucca Comics & Games.
Giorgio Bacci ha curato il percorso espositivo. Ha selezionato oltre duecento tavole originali tratte da cinque diversi fumetti, propone un affascinante viaggio “a figure” nel Novecento, adottando un punto di vista particolare, abile a riscoprire marginalità e storie dimenticate.
Evase dall’Harem (2020) racconta la fuga di due sorelle da Costantinopoli in cerca di libertà, attraverso illustrazioni che ne seguono l’evoluzione interiore e culturale. Leda – Che solo amore e luce ha per confine (2016), di cui ho già parlato, propone tavole che indagano la complessità femminile tra scelte intime e battaglie politiche. In Italia sono tutti maschi (2008) ripercorre la persecuzione degli omosessuali durante il fascismo, seguendo la vicenda di Antonio Angelicola, detto Ninella. Ciao ciao bambina (2010) affronta il tema dell’emigrazione italiana negli anni ’50 e ’60, ispirandosi alla storia vera dei genitori dell’autrice. Ariston (2018) esplora l’autodeterminazione femminile nel dopoguerra, toccando vicende emblematiche come quelle di Wilma Montesi e Franca Viola.
Un omaggio a una delle voci più originali del fumetto e dell’illustrazione italiana contemporanea, premiata a livello internazionale e autrice dell’illustrazione per il manifesto del XXXVI Salone Internazionale del Libro di Torino. Una mostra accessibile a tutti, grazie a un biglietto a costo contenuto, che vi porterà dentro storie intense e coinvolgenti. Buona visita alla mostra e buon fine settimana!
Sara Simoni
Foto in alto: Leda Rafananelli (da sanoma.it)
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