Figure che hanno ampliato i confini dell’esperienza religiosa, promuovendo l’immagine della donna come portatrice di saggezza e forza spirituale.
Dal settimo numero de L’Altro Femminile, donne oltre il consueto, scarica il PDF della rivista o sfogliala online.
Sia Hildegard von Bingen che Teresa d’Ávila hanno offerto un modello di santità e intelligenza spirituale che va oltre i confini del loro tempo. Infatti, entrambe hanno dato alle donne una voce importante in ambito religioso e culturale. Hildegard ha fatto della natura una via verso Dio; Teresa ha tracciato un percorso interiore per la scoperta del divino.
Ci troviamo di fronte a due approcci diversi alla vita, alla spiritualità e alla religione che hanno ispirato donne e uomini per secoli.
Hildegard von Bingen
Hildegard von Bingen (1098-1179) visse nel Medioevo e fu una badessa benedettina in Germania. Fu profondamente coinvolta dallo studio della scienza naturale e della musica. Scrisse di medicina, botanica, filosofia e teologia e compose numerose opere musicali. Grazie alle sue visioni mistiche, Hildegard ebbe il sostegno della Chiesa e divenne influente tra ecclesiastici e nobili del suo tempo. Seppe arricchire la teologia con visioni di armonia cosmica con un Dio presente in tutto il creato.
Ebbe il coraggio di indirizzare lettere di ammonimento a vescovi e nobili e fu consultata da papi e imperatori rivestendo un ruolo straordinario per una donna medievale. In particolare nella sua opera Scivias (abbreviazione di Scito vias Domini, che significa Conosci le vie del Signore) espose una cosmologia innovativa, che univa la teologia alla filosofia e alla scienza in modo del tutto originale. Attraverso ventisei visioni, offrì un percorso di conoscenza divina e di comprensione del mondo naturale. Con le sue opere, Hildegard sfidò implicitamente l’idea che le donne fossero inferiori agli uomini in ambito intellettuale e spirituale.
La vita
Hildegard nacque in una famiglia nobile a Bermersheim, in Germania. Era la più giovane di dieci figli e fu consacrata alla Chiesa come decima. All’età di otto anni, fu mandata al monastero benedettino di Disibodenberg. Qui fu affidata alle cure di Jutta von Sponheim, una nobildonna che aveva scelto la vita religiosa. Visse come anacoreta con Jutta, in una cella isolata annessa al monastero, dove ricevette la sua prima educazione nella lettura, scrittura e canto dei Salmi.
Alla morte di Jutta nel 1136, Hildegard fu eletta magistra della comunità dalle sue consorelle. In seguito fondò due monasteri, Rupertsberg nel 1150 e Eibingen nel 1165, dove continuò le sue ricerche spirituali e intellettuali. Le esperienze visionarie di Hildegard, che sosteneva fossero iniziate nella sua infanzia, si intensificarono durante questo periodo e lei cominciò a scriverle. Arrivò a interpretare le sue vivide visioni come rivelazioni divine facendone il fondamento di gran parte della sua scrittura.
Le opere
Oltre alla sua opera più famosa, Scivias, Hildegard scrisse Liber Vitae Meritorum (Libro dei meriti della vita) e Liber Divinorum Operum (Libro delle opere divine); in entrambi approfondisce la sua teologia visionaria.
Hildegard è anche considerata una delle prime compositrici note nella storia della musica occidentale. Le sue opere, principalmente inni e sequenze, sono raccolte nella Symphonia armoniae celestium revealum (Sinfonia dell’armonia delle rivelazioni celesti) e sono note per le loro melodie elevate, che spesso vanno oltre la tipica gamma del canto gregoriano. Il suo pezzo più famoso è l’Ordo Virtutum, un dramma liturgico che raffigura la lotta tra le Virtù e il Diavolo per un’anima umana.
Hildegard fu anche un’abile erborista e guaritrice: scrisse Physica e Cause et Curae, trattati di storia naturale e medicina che riflettono la sua conoscenza di piante, animali e salute umana. Queste opere offrono una testimonianza sulle pratiche mediche medievali e sull’approccio olistico che Hildegard stessa adottò per la guarigione, che integrava il benessere fisico, emotivo e spirituale.
Il conflitto e la leadership
Intorno al 1170 iniziò il conflitto con le autorità della Chiesa, in particolare riguardo alla sua decisione di consentire la sepoltura di un nobile scomunicato nel cimitero del suo convento. Difese le sue azioni basandosi sulle proprie visioni e su un profondo senso di giustizia, evidenziando la sua natura assertiva e intransigente.
Morì il 17 settembre 1179, all’età di ottantuno anni, e fu canonizzata dalla Chiesa cattolica nel 2012. Nello stesso anno, papa Benedetto XVI la nominò Dottore della Chiesa, riconoscendo il suo significativo contributo alla teologia e alla spiritualità.
Hildegard von Bingen si è rivelata essere una figura complessa e dinamica, caratterizzata da una profonda fede ma anche da curiosità intellettuale e forte volontà. Era una donna lungimirante, che non temeva di affermare le proprie idee e sfidare lo status quo. Nonostante le limitazioni imposte alle donne durante il suo tempo, Hildegard si è ritagliata uno spazio per sé come leader, teologa e artista grazie alla sua personalità che combinava elementi di misticismo e praticità.
È stata una donna profondamente spirituale e dai suoi scritti sulla medicina e sulla storia naturale si evince un occhio di osservazione acuto e un approccio empirico al mondo che la circondava. Hildegard era anche una leader carismatica che ha suscitato rispetto e ammirazione, non solo nelle sue consorelle, ma anche nella Chiesa in generale e nelle varie autorità secolari.
L’eredità
L’impatto di Hildegard von Bingen sulla Chiesa medievale e sulla storia successiva è immenso. Come mistica, riuscì a fornire una prospettiva unica sul divino, profondamente personale e tuttavia universale nella sua portata e come donna nella Chiesa medievale, in un’epoca in cui le donne erano spesso relegate ai margini, Hildegard emerse come una voce potente, usando le sue visioni come mezzo per affermare la propria autorità e ottenere una posizione all’interno della gerarchia ecclesiastica dominata dagli uomini.
Hildegard von Bingen è stata una visionaria in ogni senso della parola: i suoi contributi alla teologia, alla musica, alla medicina e alla storia naturale hanno avuto un’influenza duratura sulle menti e sulla cultura occidentali e i suoi scritti hanno continuato a ispirare il pensiero religioso ben oltre la sua vita.

Teresa d’Ávila
Teresa d’Ávila (1515-1582) nota anche come Santa Teresa di Gesù, è stata una monaca carmelitana spagnola, mistica e riformatrice dell’Ordine carmelitano. Visse nel periodo della Controriforma spagnola e la sua scrittura in prosa mistica fu fondamentale per la spiritualità cristiana. Infatti, fu proprio lei a dare il via al movimento per riportare il rigore spirituale nel Carmelo.
Teresa, in testi come Il castello interiore e Il libro della vita, enfatizza l’esperienza interiore come via per arrivare a Dio. Propone la spiritualità dell’anima figurandola come un castello di sette stanze. Ogni stanza rappresenta un livello di avvicinamento a Dio attraverso la preghiera e l’amore divino. La sua mistica è incentrata su un’esperienza di unione profonda con Dio, che trascende i sensi e la razionalità.
Teresa d’Ávila combatteva contro il contesto restrittivo del XVI secolo, nel quale le donne dovevano confrontarsi con forti limitazioni sociali e religiose. La sua determinazione nell’ottenere l’autonomia per i conventi riformati rappresentò una sfida alle gerarchie ecclesiastiche. Nel farlo, mostrò che le donne potevano essere leader spirituali e innovatrici all’interno della Chiesa, una visione rivoluzionaria che ispirò le generazioni successive.
Fu canonizzata nel 1614 e proclamata Dottore della Chiesa nel 1970 (fu la prima donna a ottenere questo titolo) poiché la sua riforma del Carmelo e i suoi scritti mistici sono pilastri della spiritualità cattolica. Teresa ha lasciato un modello di santità accessibile, una guida per la crescita interiore che continua a essere studiata e praticata.
La vita
Teresa d’Ávila nacque in una famiglia numerosa e nobile con profonde radici cattoliche. Suo padre, Alonso Sánchez de Cepeda, era un uomo devoto e sua madre, Beatriz de Ahumada, condivideva con lei l’amore per la lettura, in particolare per i romanzi rosa dell’epoca. Teresa era profondamente religiosa fin da bambina, e aveva espresso il desiderio di essere martirizzata in giovane età. Tuttavia, dopo la morte della madre, avvenuta quando aveva quattordici anni, Teresa si interessò maggiormente alla vita secolare, concentrandosi sulla bellezza, la socializzazione e il corteggiamento.
All’età di venti anni entrò nel monastero carmelitano dell’Incarnazione ad Ávila. La vita nel convento non era facile. Teresa finì per soffrire di una serie di gravi malattie, tra cui la malaria, che la costrinsero a letto per lunghi periodi. Durante questi anni ebbe le prime visioni mistiche, che alla fine avrebbero definito il suo percorso spirituale, e che raggiunsero l’apice nei suoi trent’anni. Queste esperienze culminarono nella famosa transverberazione, dove sentì un serafino trafiggerle il cuore con una lancia infuocata, a simboleggiare il suo matrimonio spirituale con Cristo.
Nuovi conventi e riforme
Con il passare del tempo Teresa divenne sempre più insoddisfatta del lassismo e delle influenze mondane cui assisteva nell’Ordine Carmelitano. Così, nel 1562, fondò il Convento di San Giuseppe ad Ávila, istituendo un ramo riformato dei Carmelitani noto come Carmelitani Scalzi (a piedi nudi) che celebrava povertà, semplicità e rigorosa devozione. Le sue riforme incontrarono una significativa opposizione, sia all’interno dell’Ordine Carmelitano che da parte delle autorità secolari. Lei, però, non si diede per vinta e perseverò nei suoi intenti fino a fondare numerosi conventi e persino collaborando con Giovanni della Croce per riformare il ramo maschile dell’Ordine Carmelitano.
Tra il 1575 e il 1577, Teresa affrontò l’esame dell’Inquisizione spagnola a causa delle sue esperienze mistiche e degli sforzi di riforma. Alla fine l’accusa di eresia cadde. Morì il 4 ottobre 1582 ad Alba de Tormes, in Spagna. Papa Gregorio XV la canonizzò nel 1622 e papa Paolo VI la dichiarò Dottore della Chiesa nel 1970, una delle poche donne a cui è stato conferito questo titolo. La sua festa si celebra il 15 ottobre.
Le opere
Teresa scrisse ampiamente sulle sue esperienze. Tra le sue opere si ricordano La vita di Teresa di Gesù (un’autobiografia), La via della perfezione e Il castello interiore, il suo capolavoro che descrive il viaggio dell’anima verso l’unione con Dio attraverso la preghiera e la meditazione. I suoi scritti rivelano una persona profondamente introspettiva, capace di emozioni intense e profonda intuizione teologica. Teresa riusciva a combinare la comprensione mistica dell’amore di Dio con un approccio pratico al vivere una vita di preghiera e servizio, rendendo i suoi insegnamenti accessibili e influenti per un vasto pubblico.
Sia la vita che l’opera di Teresa d’Ávila riflettono l’intersezione tra misticismo, riforma e il complesso ruolo delle donne nella Chiesa. Le sue esperienze mistiche e i suoi scritti offrono intuizioni profonde sulla natura della preghiera, il viaggio dell’anima verso Dio e il potere trasformativo dell’amore divino. Tutta l’enfasi di Teresa sullo sviluppo spirituale interiore, unita alle sue riforme pratiche, sottolinea la sua convinzione della necessità sia della santità personale che della disciplina comunitaria.
L’eredità
La sua eredità è quella di una profonda intuizione spirituale e resilienza di fronte all’opposizione.
La vita di Teresa ha fatto di lei un esempio di come una donna, attraverso la fede profonda e la determinazione, possa avere un impatto sul pensiero e sulla pratica religiosa, sfidando e rimodellando le istituzioni che la circondano. Inoltre, ha avuto un profondo impatto anche sul ruolo delle donne nella Chiesa. È stata una leader forte e indipendente che ha navigato nella gerarchia religiosa dominata dagli uomini per attuare le sue riforme e fondare nuovi conventi.
Il successo di Teresa in questi sforzi ha dimostrato il potenziale delle donne di svolgere ruoli influenti nella vita religiosa, aprendo la strada alle future generazioni di donne nella Chiesa. I suoi scritti e la sua leadership continuano a ispirarci nella ricerca spirituale e religiosa, e Teresa stessa è spesso vista come un modello di ruolo per l’emancipazione femminile all’interno della tradizione cattolica.
Influenzò molti personaggi religiosi successivi, tra cui san Giovanni della Croce, che ha collaborato con lei nella riforma carmelitana, e persino leader spirituali moderni. I suoi insegnamenti sono stati integrati in vari movimenti religiosi. Ancora oggi continuano a essere una fonte di ispirazione sia per i cattolici che per altre confessioni cristiane.
La religione cattolica è fortemente incentrata sulla figura e sul pensiero maschile, tuttavia è innegabile che ci siano state donne nella sua storia, come Hildegard e Teresa, che hanno saputo emergere e farsi valere. Questo dimostra che non importano il sesso, l’estrazione o il contesto, quanto l’integrità, la convinzione e la forza di volontà. Al di là del credo religioso o della provenienza, è innegabile che queste “donne oltre il consueto” abbiano lasciato un segno indelebile. Uno spartiacque nella crescita spirituale dell’umanità. Donne la cui testimonianza e il cui insegnamento sono giunti, praticamente intatti, fino a noi.
Federica Carteri
Foto in alto: Santa Teresa d’Ávila da commons.wikimedia.org
© RIPRODUZIONE RISERVATA

