Educazione e società: alla scoperta di un mondo inesplorato #5

Educazione e Società, le relazioni
Spunti di riflessione per conoscere e comprendere le realtà che ci circondano. Quali relazioni animano le nostre comunità e società?

La relazione rappresenta uno degli elementi cardine del processo educativo; allo stesso tempo le relazioni animano le nostre comunità e società. Proviamo a pensare a cosa sarebbero le nostre vite in assenza di relazioni, sia di prossimità che digitali. La radice semantica della relazione può essere ricondotta sia a religo, cioè a ciò che lega insieme, che a refero cioè qualcosa che riconduce a sé. Le nostre relazioni ci legano gli uni agli altri ma ci riconducono anche a noi stessi.

La relazione di tipo interpersonale è quella che intratteniamo con gli altri, in coppia o in gruppo. Si dice invece intrapersonale quella che intratteniamo con noi stessi. Nel nostro incessante dialogo con noi stessi siamo altresì influenzati dagli eventi che ci circondano, da come ci rispecchiamo negli altri, dalle nostre emozioni. Le relazioni continuamente ci modellano e ci trasformano, anche in modo inconsapevole. La relazione educativa, quella che lega chi educa e chi è educato, è sia interpersonale che intrapersonale. Inoltre è caratterizzata da progettualità, competenze professionali, dall’avere una finalità e un orientamento verso cui tendere. Niente può essere lasciato al caso e deve essere costantemente pensato e contestualizzato.

La prima relazione che incontriamo è sicuramente quella materna, che inizia già durante i mesi di gestazione. Allo studio della relazione primaria si dedicò lo psicologo John Bowlby, padre della teoria dell’attaccamento  e seguace della psicanalista infantile Melanie Klein. La teoria di Bowlby sostiene l’importanza del legame che si instaura solitamente con il genitore o più in generale con chi si occupa del bambino e che abbia più bisogno di nutrimento affettivo e di accudimento che di cibo. Un recente omaggio alla teoria di Bowlby è il film In mani sicure scritto e diretto dall’attrice e regista francese Jeanne Henry, classe 1978, che si è guadagnato tre nomination al Premio Cesar 2019.

In educazione il tema della relazione è stato da sempre esplorato avvalendosi anche dei saperi delle altre scienze umane. Un testo fondamentale è il saggio Io e tu del filosofo e pedagogista Martin Buber. Ulteriori contributi derivano dalle scoperte etologiche (ricordate l’imprinting dell’oca del premio Nobel Konrad Lorenz?) ma anche dalle scienze della comunicazione. Importante sono stati anche, a partire dagli anni ’90, gli studi e la scoperta dei neuroni specchio a opera del gruppo di ricerca guidato dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti. Si tratta di neuroni che si attivano involontariamente sia quando un individuo esegue un’azione finalizzata, sia quando lo stesso individuo osserva la stessa azione compiuta da qualcun altro. La scoperta di Rizzolatti ha permesso di comprendere ancora meglio quei comportamenti relazionali che John Bowlby teorizzava in merito all’attaccamento.

L’aspetto affascinante della dimensione della relazione credo sia proprio la sua imprevedibile dinamicità. Quando entriamo in relazione con l’altro non sappiamo mai con certezza quale sarà la sua reazione a un nostro gesto, a ciò che diremo o anche semplicemente di fronte alla nostra presenza. Allo stesso tempo ci saranno tanti altri elementi che entreranno in gioco come ad esempio i nostri stati d’animo di quel momento, i precedenti contatti che avremo avuto con quella persona o le rispettive aspettative, tanto per citarne alcuni.

Potremmo immaginare le nostre relazioni come tante partite a tennis in cui le palline passano continuamente di qua e di là dalla rete senza poter sapere, come in ogni match che si rispetti, quale sarà l’esito. Ora provate a pensare quante di queste ipotetiche partite avete giocato ad esempio ieri (un numero sorprendente) e se tutto è andato come avevate previsto. Infine provate a pensare a quale sarebbe stato l’esito se un atteggiamento, una parola, un gesto (vostro ma anche dell’altra persona) fosse stato diverso. Le nostre fantomatiche partite a tennis sono influenzate anche dagli elementi della comunicazione, ma di questo parleremo un’altra volta.

Paola Giannò

Foto in alto: Educazione e società – Immagine realizzata con Imagine Creator

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2 commenti su “Educazione e società: alla scoperta di un mondo inesplorato #5”

  1. Cinzia Inguanta

    L’ultimo articolo di Paola Giannò, “Educazione e società: alla scoperta di un mondo inesplorato #5”, ci invita a riflettere sul ruolo fondamentale delle relazioni nelle nostre vite, nelle nostre comunità e nella società. La relazione, ci ricorda, è ciò che ci “lega insieme” e ci “riconduce a noi stessi”.

    Ma quali relazioni animano davvero l’Italia oggi? Se pensiamo all’ampia astensione registrata nel recente referendum dell’8 e 9 giugno, emerge un interrogativo cruciale.

    L’astensione è forse il sintomo di una mancanza di relazione tra cittadini e istituzioni? O magari la spia di un affievolimento di quelle relazioni interpersonali che ci spingono a partecipare, a sentirci parte di una comunità che decide il proprio futuro?

    Come sottolinea Giannò, le relazioni ci modellano e trasformano continuamente. Se la partecipazione civica è una forma di relazione, cosa ci dice la scelta di non votare sullo stato delle nostre connessioni reciproche e con la cosa pubblica?

    #laltrofemminile #donneoltreilconsueto #educazioneesocietà #relazioni #partecipazionecivica #referendum #paolagiannò

  2. Ornella de Nardo

    Paola è sempre molto brava ad esprimere concetti validi ed importanti con chiarezza e semplicità. Quest’articolo potrebbe essere un valido motivo di riflessione e meditazione per ognuno di noi, ma non solo per noi che li leggiamo, ma per ognuno nel mondo. Forse sarebbe un pochino migliore. Brava Paola!!!

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