I ruoli, i precetti e i regolamenti di una religione che nell’immaginario collettivo appare chiusa e selettiva. Ma è davvero così?
Dal settimo numero de L’Altro Femminile, donne oltre il consueto, scarica il PDF della rivista o sfogliala online.
Secondo Wikipedia i Testimoni di Geova «sono un movimento religioso, cristiano, teocratico, millenarista e restaurazionista; originariamente denominati “Studenti Biblici”, derivano dalla congregazione di un gruppo di studenti della Bibbia fondata nel 1870 in Pennsylvania da Charles Taze Russell, e sostengono di praticare il ripristinato cristianesimo delle origini. Secondo un rapporto dell’organo collegiale che dirige l’organizzazione, il Corpo direttivo, al 2024 sono 8.816.562 i Testimoni di Geova attivi in tutto il mondo, con 118.177 congregazioni esistenti in 239 Paesi.»
L’incontro con la realtà, oltre i pregiudizi e i sentito dire
Al di là della fredda definizione tecnica, è interessante capire come funziona davvero questo movimento religioso di cui conosciamo così poco oltre quei luoghi comuni che spesso si rivelano sbagliati e fuorvianti.
Abbiamo incontrato una Testimone di Geova per fare chiarezza. Vista la sua espressa richiesta di rimanere anonima ci rivolgeremo a lei con un nome di fantasia, Stefania.
Stefania, la prima domanda che vorrei porle parte proprio dall’inizio: in un Paese come l’Italia, dove la religione cattolica è diffusa e permeata in ogni livello della società, come si arriva a conoscere e ad abbracciare una religione differente? Vuole raccontarci come è accaduto a lei?
«Più di vent’anni fa due donne gentili suonarono alla mia porta e mi chiesero come consideravo la Bibbia. Avevo letto solo le versioni per ragazzi quando ero bambina. Mi resi conto che conoscevo ben poco di quel libro che sta alla base del cristianesimo. Studiare la Bibbia con loro fu emozionante, finalmente ebbi la risposta a tutte le domande che mi assillavano: perché c’è così tanta sofferenza nel mondo, cosa accade dopo la morte, quale sarà il futuro dell’umanità e molte altre. Scoprii che Dio ha un nome, Geova, che compare quasi settemila volte nelle Sacre Scritture; Egli desidera che le persone conoscano la verità, così decisi di partecipare a quest’opera mondiale di predicazione.»
Qual è il ruolo della donna all’interno di questa religione? Come differisce, se lo fa, da quello degli uomini?
«Tutti i Testimoni di Geova sono ministri, nel senso che predicano e insegnano la Parola di Dio alle persone interessate. Le donne, proprio come gli uomini, sono impiegate nei reparti di traduzione e nelle tipografie per la pubblicazione di Bibbie e altre opere bibliche, lavorano nei reparti legali, partecipano ai soccorsi in caso di calamità, collaborano alla progettazione, costruzione e manutenzione dei nostri luoghi di culto e delle filiali. All’interno di queste ultime le donne svolgono anche attività legate alla contabilità, alla programmazione informatica e così via. Tutti possono mettersi a disposizione e venire istruiti in vari campi.»
Nella religione cattolica, come in molte altre religioni, alle donne non è consentito diventare sacerdote: per i Testimoni di Geova è lo stesso?
«L’unico sacerdote è Gesù Cristo. Non abbiamo un leader religioso ma un corpo direttivo a livello mondiale composto da uomini devoti. Il modello è quello dei cristiani del primo secolo: vi era un corpo direttivo composto dagli apostoli e le varie congregazioni erano guidate da pastori che noi oggi chiamiamo anziani. Le donne Testimoni di Geova non assolvono funzioni direttive.»
Come si svolgono i riti sacri e che ruolo può avere la donna all’interno di questi?
«Abbiamo un programma di istruzione biblica uguale in ogni parte della terra. Consiste in riunioni settimanali che includono discorsi, esercitazioni per imparare a spiegare la Bibbia e video con approfondimenti. Ogni adunanza inizia e finisce con un cantico e una preghiera. Durante alcune parti del programma i presenti, donne, uomini e bambini possono fare commenti. Le donne svolgono parti dimostrative e di esercitazione.»
Quali sono le festività religiose riconosciute dai Testimoni di Geova e quali invece le ricorrenze che non vengono festeggiate? Per quale motivo?
«L’unica ricorrenza è la Commemorazione della morte di Gesù. Lui stesso disse ai suoi discepoli di ricordare il suo sacrificio durante l’ultima cena perché è il mezzo con cui Geova libera l’umanità dal peccato e dalla morte e ci dà la possibilità di vivere felici per sempre. Diversamente Gesù non ha mai chiesto di ricordare la sua nascita, in tutta la Bibbia non si legge che i primi cristiani festeggiassero il proprio compleanno, ecco perché i Testimoni di Geova non festeggiano il Natale e i compleanni.»
La maggior parte delle persone conosce solo un aspetto dei Testimoni di Geova: il fatto che si presentino in coppia a suonare i campanelli per fare proselitismo. Anche le donne prendono parte a questa esperienza? Vogliamo spiegare e fare chiarezza sul significato di questa pratica?
«Quello di predicare è un chiaro comando che Gesù ha dato a tutti i suoi discepoli, uomini e donne: “Andate dunque e fate discepoli in tutte le nazioni, […] insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato” (Matteo 28:19,20). In Luca 10:1 leggiamo che li mandava a due a due. Sempre nei Vangeli e nel Libro degli Atti leggiamo che predicavano di casa in casa, nei mercati, nelle strade e si spostavano di città in città. Gesù in Matteo 24:14 profetizzò: “E questa buona notizia del Regno sarà predicata in tutta la terra abitata, perché sia resa testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine”.
Lo scopo della predicazione è quello di far conoscere “la buona notizia” della venuta del Regno di Dio sulla terra, quello stesso che preghiamo che venga nella preghiera Padre Nostro, che sarà l’unica soluzione di tutti i problemi dell’umanità.
Ci rendiamo conto che ogni persona ha le proprie idee religiose ma sappiamo anche che gli insegnamenti della Bibbia sono vitali e danno una vera speranza per il futuro.»
Come avvengono e come sono regolamentati, se lo sono, i rapporti con parenti e amici non aderenti alla stessa religione? Valgono le stesse regole sia per gli uomini che per le donne?
«Non ci sono regole particolari né per le donne né per gli uomini. In ogni campo della vita, come nei rapporti con familiari e amici, ci facciamo guidare dai principi biblici.»
I figli dei Testimoni di Geova normalmente frequentano la scuola regolare o sono previste scuole e lezioni differenti?
«Frequentano le scuole che frequentano tutti, paritarie o pubbliche, dal nido all’università. Chiediamo solo attività alternative all’ora di religione.»
Qual è la partecipazione richiesta a bambini e bambine rispetto ai doveri religiosi?
«Sia bambine che bambini partecipano alle adunanze con commenti e accompagnano i genitori in predicazione. I genitori si preoccupano di insegnare ai loro figli i principi biblici in modi adeguati all’età.»
Ci sono dei riti sacri di ingresso nella società religiosa come possono essere Battesimo e Comunione per i cattolici o il Bar Mitzvah per gli ebrei? E, come in quest’ultimo caso, c’è differenza fra maschi e femmine?
«Quando una persona sceglie di diventare Testimone di Geova, dopo aver accettato gli insegnamenti della Bibbia, chiede di essere battezzata. Non ci sono riti o sacramenti. Non ci sono differenze fra maschi e femmine.»
Ci sono dei precetti limitanti per le donne che potrebbero o dovrebbero essere aggiornati, a suo avviso?
«Non mi sento limitata perché mi piace tutto quello che faccio, inoltre mi sento rispettata, valorizzata e apprezzata.»
Se una persona non si trovasse più a suo agio nel farne parte, esistono delle procedure da percorrere per abbandonare la congregazione dei Testimoni di Geova? Quali sono le regole e come ci si pone nei confronti di una persona che desidera allontanarsi da questo cammino?
«Siamo liberi di andarcene con una breve comunicazione, anche una lettera, ma ogni Testimone di Geova conosce perfettamente cosa dicono le Scritture al riguardo, cosa implica non tenere più fede alla promessa fatta a Dio e ripudiare la sua posizione di cristiano dichiarando di non voler più essere considerato Testimone di Geova. Viene da sé che la persona che si allontana fa sì che ogni rapporto venga interrotto. Comunque se lo desidera gli anziani possono farle visita periodicamente, può assistere alle adunanze e tornare. Siamo felici quando vediamo che i nostri fratelli e sorelle ritornano.»
Infine le chiedo se le fa piacere lasciarci una sua dichiarazione strettamente personale sul suo ruolo come donna all’interno della comunità dei Testimoni di Geova, oppure se ha ancora qualcosa da aggiungere per far conoscere questa religione.
«Più che una religione amo considerarla uno stile di vita che mi porta ad avere rispetto per me stessa e per gli altri. Ho scoperto attraverso la Bibbia che Dio dà grande dignità alle donne ed è imparziale. La Bibbia insegna ad amare gli altri, non insegna la guerra, la discriminazione e le ingiustizie. Invito chi mi legge a prendersi il tempo di approfondire questo meraviglioso libro per conoscere meglio il suo Autore e le sue belle qualità. Il sito ufficiale dei testimoni di Geova, jw.org, può essere d’aiuto per approfondire l’argomento e richiedere online un corso biblico interattivo gratuito e senza impegno. Per me ne è valsa veramente la pena!»
Ringraziamo di cuore Stefania che, anche se ha preferito rimanere anonima, ci ha permesso di conoscere un po’ meglio la vita delle Testimoni di Geova. Soprattutto nel nostro Paese, dove il Cattolicesimo è la religione dominante, non è sbagliato guardarsi intorno e conoscere le persone che hanno pensieri differenti. Il confronto attivo e propositivo genera sempre ottimi risultati per tutti i partecipanti.
Erna Corsi
Foto in alto: testimoni di Geova
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