Pillole di Femminile – Storie piccole che raccontano un mondo grande #116

La pillola che vi proponiamo oggi è un estratto del primo romanzo di Silvia Avallone: Acciaio, pubblicato da Rizzoli nel 2011.

Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni. Ti invitiamo a partecipare alla nostra call per il 2025.

Rosa volse gli occhi alla finestra spalancata: entrava un gran sole, e gli schiamazzi dei bambini sulla spiaggia si sentivano fin lì. Allora cominciò a parlare. Parlò con calma, senza giri di parole, quasi senza interruzioni. Parlò per dieci minuti buoni, quasi senza interruzioni. E probabilmente , da che era nata, non aveva mai parlato così tanto.

«Sandra» cominciò, «tu sai perché sono qui, te lo puoi immaginare… Il fatto è che non ce la faccio più. E oggi ho deciso che dovevo parlare con qualcuno… Devo affrontare la situazione, non posso più rimandare. E non lo faccio per me stessa. Credimi, io ho trentatré anni e al mio paese sono considerata vecchia. Di me non mi importa, lo faccio per mia figlia.»

Rivolse un lungo sguardo alla finestra, di muta disperazione. E Sandra si sentì piena di comprensione e di rispetto per quella donna che, con grande sforzo, stava cercando di tirare fuori il male.

«Sono andate alla festa, lo sai…» Rosa parlava, rigida, senza muovere le mani né altro. «Ho dato a Francesca il permesso, senza dire niente a suo padre. Perché Enrico non le avrebbe mai dato il permesso. Lui era di notte a Ferragosto. Faceva il doppio turno per lo straordinario e non sarebbe tornato neanche a cena. Ho detto a Francesca di andare, di non preoccuparsi, che la coprivo io, che suo padre non lo sarebbe mai venuto a sapere…»

Si voltò di nuovo lentamente verso la finestra, socchiuse gli occhi per distrarsi un momento dal calore della luce estiva, il suono illeso e vivo dei bambini che si tuffavano nel mare.

«Io non voglio che Francesca diventi come ma… non voglio che faccia la mia fine. Voglio che esca, che si diverta come tutte le ragazze normali… Voglio che continui a studiare, che un giorno possa andare via, lontano da qui. Voglio che si trovi un lavoro dignitoso, un uomo che le voglia bene. Io non sono mai andata a una festa, lo sai?»

Erna Corsi

In alto: Elaborazione grafica di Erna Corsi

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