La letteratura ergodica che sfida le convenzioni, è forse donna?

letteratura ergodica
Le opere di questo genere si rivelano particolarmente adatte alle donne, spontaneamente inclini a pensare e agire in multitasking.

Il concetto di letteratura ergodica venne introdotto dallo studioso danese Espen J. Aarseth nel suo libro Cybertext: perspectives on ergodic literature nel 1997. Il termine “ergodico” si riferisce a opere letterarie che richiedono uno sforzo del lettore per navigare, comprendere e completare il testo.

La parola deriva infatti dal greco “ergon” (lavoro) e “hodos” (cammino). Richiede un ruolo attivo del fruitore, trasformando l’atto della lettura in un’esperienza dinamica e partecipativa e trascendendo la narrativa lineare.

In questo senso la letteratura ergodica sembra adatta alle donne, che per loro natura sono inclini a pensare e agire in multitasking sfruttando il proprio multipotenziale. Essere generaliste e con moltissimi interessi differenti permette alle donne di avere una visione d’insieme. Allo stesso tempo hanno una sorta di potere di sintesi che le porta a ricordare i dettagli significativi abbandonando quelli inutili.

In questo modo sono aperte al nuovo e quindi anche a creare innovazione dall’intersezione di cose già esistenti e già apprese. Inoltre le donne apprendono velocemente, sono curiose e sono pronte a cimentarsi in ambiti che non sono abituali.

Nelle opere ergodiche il fruitore deve compiere azioni specifiche per progredire nella lettura come ad esempio la scelta di percorsi narrativi, la soluzione di enigmi o l’interazione con elementi digitali come ipertesti, multimedia e altre tecnologie interattive.

Spesso queste opere presentano una struttura non lineare. Il testo, quindi, non segue una sequenza ordinata e il lettore si trova a saltare tra diverse parti del volume. Il lettore diventa una sorta di co-creatore del testo, influenzando direttamente, con le proprie scelte, lo sviluppo e l’interpretazione della storia.

Questo tipo di letteratura, per il carattere estremamente sperimentale, esplora nuove possibilità narrative e forme di espressione, ampliando i confini dell’esposizione e dell’interpretazione letteraria.

Il più famoso esempio di letteratura ergodica è il romanzo di Mark Z. Danielewski Casa di Foglie, che presenta narrazioni multiple, note a piè di pagina ampie e complesse, un formato tipografico sperimentale che richiede di essere esplorato.

Sono popolari per gli amanti del genere anche altre opere come S. di J.J. Abrams e Doug Dorst conosciuto come La nave di Teseo di V.M. Straka, che è il titolo del libro fittizio all’interno del romanzo, in cui la trama principale è un’allegoria sulla ricerca della propria identità.

Nibiru di Karl Tenbro è un romanzo complesso e surreale che esplora le profondità della mente umana attraverso una narrazione allucinogena e psichedelica. Il demone di Maxwell di Steven Hall è un viaggio visionario attraverso piani temporali intersecati ed enigmi complessi che creano un vero e proprio labirinto narrativo.

Una serie interessante è quella di Illuminae files (sono tre libri: Illuminae, Gemina e Obsidio) di Amie Kaufman e Jay Kristoff che si pone in uno spazio ideale tra letteratura ergodica, fantascienza e young adult. Si tratta di romanzi epistolari, una space opera ambientata nel 2575. La storia è raccontata attraverso una serie di email censurate, documenti riservati, interviste, ecc…

I diritti di Illuminae sono già stati acquistati per l’adattamento cinematografico. Sempre di Danielewski è anche Only revolutions, un’opera piuttosto interessante in cui la storia è raccontata dalle prospettive alternate dei due protagonisti, perennemente sedicenni e in viaggio attraverso l’America, che si sovrappongono e s’intrecciano.

Anche in Italia abbiamo avuto un esempio di letteratura ergodica ante litteram, il romanzo di Italo Calvino del 1979 Se una notte d’inverno un viaggiatore in cui è narrata la storia di un lettore che, nel tentativo di leggere un romanzo viene continuamente interrotto, per ragioni sempre differenti, e costretto a intraprendere la lettura di un altro libro.

Si tratta di un’opera che vuole indurre alla riflessione sulle molteplici possibilità offerte dalla letteratura e sull’impossibilità di arrivare a una conoscenza della realtà, ma anche di un efficace esempio di struttura non lineare che produce nel lettore uno sforzo e un’apertura mentale che sono tipici della letteratura ergodica.

Sono tutte opere estremamente diverse tra loro eppure per certi versi molto simili che sono un’esperienza unica, per lettori forti che vogliano cimentarsi con qualcosa di nuovo e che non si facciano spaventare da un percorso “difficile” perché credetemi, vale lo sforzo.

Federica Carteri

Foto in alto: immagine da Photobank

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