La poesia nel dì di domenica presenta “Quando avrai dimenticato la domenica” di Gwendolyn Brooks

Gwendolyn Brooks - Poetry Foundation
Poeta e scrittrice afroamericana, una delle più influenti del XX secolo. Durante la sua vita ebbe l’onore di essere la prima poetessa nera a vincere il Premio Pulitzer nel 1950.

Nel panorama vasto e vario della letteratura americana, poche voci risplendono con la stessa intensità e significato di quella di Gwendolyn Brooks. Nata il 7 giugno 1917 a Topeka, Kansas, Brooks è stata una poeta straordinaria il cui lavoro ha trasceso confini geografici e culturali, lasciando un’impronta indelebile sulla scena poetica mondiale. 

Ha trascorso l’infanzia a Chicago, Illinois, dove ha maturato il suo amore per la scrittura. Chicago, ricca di diversità e contrasti sociali, ha fornito alla poeta un terreno fertile per la sua osservazione e riflessione, influenzando profondamente il suo lavoro futuro. Infatti, dopo essersi laureata alla Wilson Junior College, ha iniziato a esplorare la sua voce poetica. Gwendolyn Brooks ha trovato ispirazione negli incontri quotidiani con la gente comune, nelle loro gioie, lotte e speranze. Questo approccio umanistico sarebbe diventato un tratto distintivo della sua poesia.

Il debutto ufficiale di Gwendolyn Brooks avviene nel 1945 con la pubblicazione della sua prima raccolta di poesie, A Street in Bronzeville. Le poesie sono basate sulle esperienze e osservazioni personali della vita quotidiana nel quartiere di Bronzeville, nel South Side di Chicago, dove ha trascorso gran parte della sua vita. Quest’opera è stata acclamata per la capacità di dare voce alle esperienze e alle emozioni delle persone nere nelle comunità urbane. Brooks ha adottato uno stile audace e innovativo, mescolando il linguaggio colloquiale con la forma poetica tradizionale, creando così un ritratto vivido e autentico della vita urbana afroamericana.

Il culmine della carriera è stato nel 1950, quando è diventata la prima donna di colore a vincere il Premio Pulitzer per la poesia con la sua raccolta Annie Allen. Ispirata alla poesia epica dell’Iliade di Omero e dell’Eneide di Virgilio, la poeta racconta la storia di una ragazza nera di Chicago che cresce fino a diventare donna. Questo riconoscimento storico non solo ha consacrato Brooks come una delle voci più importanti della sua generazione, ma ha anche posto i riflettori sulla sua poesia, portandola all’attenzione di un pubblico più ampio.

Anche dopo la sua morte nel 2000, l’eredità di Gwendolyn Brooks continua a ispirare e influenzare generazioni di poeti. Il suo impegno per la giustizia sociale, la sua sensibilità verso le esperienze umane e la sua maestria nel plasmare la lingua hanno lasciato un segno indelebile sulla poesia americana.

La poesia, scelta per questa domenica, racconta la storia d’amore tra lei e il marito, Henry Blakely, nei primi anni trascorsi in un appartamento a Chicago. I versi sono una lunga apnea particolareggiata di piccole emozioni, talora minimali, talora intense, di paure, di angosce, di inquietudini ma anche di dolcezze e di passioni, di eros e di nulla, tutto quello che compone la vita in comune. Una storia d’amore impossibile da dimenticare a cui la Brooks si è ispirata.

Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti legge per noi Quando avrai dimenticato la domenica di Gwendolyn Brooks. Buon ascolto.

Debora Menichetti

Foto in alto: Gwendolyn Brooks da poetryfoundation.org 

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Quando avrai dimenticato la domenica

E quando avrai dimenticato la luminosa biancheria nel letto il mercoledì e
il sabato,
e sopra tutto avrai dimenticato la domenica –
quando la domenica avrai dimenticato con il letto che ci univa,
o me seduta sul radiatore della parete esterna della stanza
a guardare dalla finestra, nel pomeriggio che imbruniva,
laggiù la lunga strada,
ma in nessun punto preciso,
avvolta nella mia vecchia vestaglia
senza nessun programma
e-senza-niente-da-fare chiedendomi perché sono felice
quasi che il lunedì non-venisse-mai-più –

quando tu avrai dimenticato tutto questo, io dico,
e come t’infuriavi se qualcuno suonava alla porta
e come impazziva il mio cuore se squillava il telefono,
e come poi andavamo al nostro pranzo della domenica,
che voleva dire soltanto attraversare il pavimento della stanza
fino al tavolo macchiato d’inchiostro, nell’angolo di fronte,
al pranzo della domenica che era sempre pollo
e tagliatelle, o pollo e riso,
e insalata e pane di segale e tè
e biscottini di cioccolato, quando
avrai dimenticato tutto questo,
io dico, e dimenticato anche il mio piccolo presentimento
che la guerra sarebbe finita prima che t’arruolassero,
e come finalmente ci si spogliava e si spegneva la luce e ci infilavamo nel letto,
e ci stendevamo con il corpo abbandonato per un attimo
nei candidi lenzuoli del week-end
e poi teneramente l’uno nell’altro ci fondevamo –

quando tu avrai dimenticato tutto questo, io dico,
che allora potrai dire,
ed io lo potrò credere,
che m’hai davvero dimenticata.

(When you have forgotten Sunday, da A Street in Bronzeville, 1945 – Trad. di Luciano Luisi)

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