Ti abbraccio, Teheran. Parole e immagini che raccontano coraggio e fragilità

Ti abbraccio, Teheran
«Io non ho paura di morire lottando per la libertà, ho paura di sopravvivere alle proteste e accorgermi che non è cambiato niente.»

Poche settimane fa è uscito per la casa editrice Le pecore nere, il volume Ti abbraccio, Teheran. Si tratta di un albo illustrato che nelle sue quaranta pagine raccoglie la forza e il coraggio delle donne iraniane e della loro battaglia contro le discriminazioni politiche e sociali.

Ricorderete tuttə la storia di Mahsa Amini, dell’arresto da parte della polizia religiosa perché indossava in modo non corretto l’hijab e della morte avvenuta a causa di un pestaggio brutale. Questa vicenda ha scatenato proteste il tutto il mondo, in particolare nella capitale iraniana. A queste rivolte ha preso parte Nika Shakarami, che ha pagato con la vita il suo grido contro un regime teocratico che vuole le donne obbedienti e invisibili. Ti abbraccio, Teheran racconta la sua storia, che è anche la storia di decine di altre ragazze che non ce l’hanno fatta più a stare zitte e hanno pagato con la vita la loro ribellione.

Doris Bellomusto scrive il diario di Nika. Dall’uccisione di Mahsa, giorno dopo giorno ci fa sentire l’insofferenza e il dolore verso un regime disumano, ma anche il fuoco della sommossa, il bisogno di ribellione e la fragilità dei suoi sedici anni. Tiziana Tosi illustra ognuno di quei giorni, interpretando i sentimenti di una ragazza che si trova a vivere una delle pagine più intense e coraggiose delle lotte femminili. Colori morbidi, tratti gentili, la quotidianità di un’adolescente che sente di dover fare qualcosa, di una donna tra tutte quelle le donne.

Dalla postfazione: «L’8 marzo del 1979, dopo aver sostenuto la lotta contro il regime dello scià, le donne iraniane sono scese in piazza, rivendicando diritti e libertà contro la repressione che si è abbattuta su di loro. […] Dall’8 marzo del 1979 agli 8 marzo di oggi, le vite delle donne che sfidano il potere patriarcale si riconoscono fra loro, fanno della loro lotta una forza comune, prestandosi le parole, i tratti e i colori, vivendo l’una nell’altra, unite in un solo grido “Jin, Jiyan, Azadì. Donna, vita, libertà”.»

Serena Pisaneschi

Foto in alto: Tiziana Tosi – particolare di una delle illustrazioni

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