La poesia nel dì di domenica: “Per capire“ di Anna Spissu

Anna Spissu - diario di una donna risorta
La poeta che presentiamo oggi in questa rubrica, è autrice di molti racconti, ma la sua vera passione è la poesia.

Anna Spissu è una scrittrice ligure con radici sarde che vive e lavora a Milano, ma coltiva un grande desiderio di tornare a vivere al mare. Nella sua biografia  rivela che ha composto  la sua prima poesia quando ha imparato a scrivere, a cinque anni, e da allora non ha più smesso. Ha scritto numerosi racconti, ma la sua grande passione è la poesia.

Queste sono le parole che ha scritto per L’irregolare, un quattordicinale di poesia del web, che ho trovato sul suo profilo Facebook: «… E poi c’è la Poesia.  Con la sua inestinguibile qualità di non accettare sinonimi, di volere una parola precisa, una e una sola, quella che farà la magia di essere creatrice di un mondo e di spalancarlo ai lettori. Ciò è del tutto evidente se guardiamo le elaborazioni poetiche del passato scritte a mano e corrette fino a che non arriva la parola perfetta, quella capace, insieme ad altre, di compiere la magia della poesia. Pensieri che mi fanno tremare i polsi, a leggerle le poesie, e anche a scriverle.»

Per questa domenica  di ottobre abbiamo scelto Per capire, una poesia in cui mi sono riconosciuta, con i miei dubbi, le paure, e la consapevolezza che solo con il tempo ho conquistato. Il video è realizzato come sempre da Debora Menichetti.

Serena Betti

In alto: particolare di copertina di “Diario di una risorta di Anna Spissu – Illustrazione di Giovanni Nuti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per capire

Ha la voce chiara, il giorno,
quando parla
e insegna senza distrazioni
quello che c’è da sapere.
Pensare a quante volte,
quante davvero,
ho avuto la sensazione
che non fosse mia
la strada che stavo percorrendo,
e ho attribuito il presente a una svista,
alla disattenzione
alle condizioni meteorologiche sfavorevoli
come quando si sbaglia
l’uscita in autostrada
e si maledice la nebbia,
la pioggia fitta
e guidando ci domandiamo
dove diavolo stiamo andando.
Bisogna vivere abbastanza,
attendere che il pesco
fiorisca d’inverno,
per capire
che avevamo scelto tutto,
persino di sbagliare strada.

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