Irene Renei: le dieci tazze a colazione di una donna che amava i numeri

Irene Renei
Da agente finanziario a scrittrice e blogger fra bambini, adolescenti, donne e progetti oltre il consueto.

Dieci tazze a colazione di Irene Renei è stato pubblicato da AltreVoci edizioni nel mese di ottobre del 2022. È una storia autobiografica che mi è stata segnalata da chi mi conosce bene: ha colto nel segno. Avevo inserito questa lettura nella mia top ten; era la prima in classifica e avevo programmato di gustarmela durante le ferie. Vi dico solo che ho dato una sbirciata alle prime pagine e non ho resistito. Ben prima della partenza me lo ero già divorato.

Le dieci tazze a colazione di Irene Renei sono quelle che lei prepara in base alle paia di scarpe presenti in corridoio, e quando va bene le tazze sono dieci. La sua vita un tempo era ben diversa e Irene in modo autentico si mette a nudo senza tralasciare alcun particolare. Dal fallimento del primo matrimonio fino alle difficoltà con le adorabili crisi adolescenziali dei figli piano piano la sua vita prende una piega diversa. Irene non si arrende, si interroga, tenta strade che non avrebbe mai pensato di percorrere. Lo fa dando ascolto a quelle emozioni che talvolta il buon senso e la razionalità ci sconsiglierebbero di seguire.

Da uno di quei momenti di difficoltà inizia la vera avventura di Irene Renei. Timidamente decide di presentarsi in una comunità “madre-bambino” come volontaria. In quel luogo scopre vite disastrate, ragazze giovanissime scappate da padri padroni, bambini problematici che hanno subito abusi e trascuratezza. È l’inizio di un percorso tanto doloroso quanto umano, ma che lascia intravedere un raggio di speranza quando i bambini tornano a sorridere e le loro madri un po’ alla volta a fidarsi.

Dieci-tazze-a-colazione-irene-reneiNella sua attività di volontariato resteranno ben presto intrappolati anche i figli e il marito, quello nuovo, perché Irene nel frattempo ha incontrato un amore inaspettato e pure un po’ insolito. L’iniziale ritrosia dei familiari prenderà una direzione diversa. È da questa esperienza che, quasi per caso, Irene e suo marito Daniele insieme a Matteo e Marta diventeranno una famiglia affidataria e se vogliamo anche molto di più. Una famiglia che di tradizionale ha molto poco, ma con tanto amore e rispetto che alla fine sono quello che conta.

Irene e Daniele in una scatola in soffitta hanno chiuso un sogno al quale hanno rinunciato, ma hanno avuto il coraggio di rischiare, di rimettersi in gioco e soprattutto di amare. Ci suggeriscono di fare altrettanto perché l’amore che è tornato loro indietro è ancora più grande e se ce lo dice Irene, che ha sempre avuto bisogno di certezze, forse forse c’è da crederle.

La storia di Irene Renei non finisce con l’ultima pagina del libro. Credo che Irene sarà capace di aprire ancora molte porte perché il coraggio, la tenacia e l’entusiasmo che trasmette sono contagiosi e inarrestabili. Il suo credere nel potere dell’istruzione per cambiare il mondo, nell’importanza della genitorialità e del riconoscimento della figura femminile non poteva lasciarmi indifferente. Non posso fare altro che riportarvi le sue testuali parole che concludono la sua storia meravigliosa e continuare a seguirla sul suo blog Donne che pensano e su Facebook per scoprire cosa le riserverà il futuro.

«In calce a queste pagine non può esserci la parola fine. Anzi, voglio fortemente che questo sia solo l’inizio di una lunga strada. La convivenza con madri provate dalla vita ha fatto nascere in me la necessità di muovermi per loro, ma soprattutto con loro. Per questo ho pensato di creare una libreria sociale, un luogo di cultura e aggregazione in cui loro possano essere protagoniste e uscire da quella posizione d’ombra in cui la vita le ha relegate.

“L’istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo”, diceva Nelson Mandela, e io credo fermamente che questa strada, ancora non sperimentata, sia quella giusta. Conto sull’appoggio di amici di vecchia data, psicologi, psicologi, scrittori, giornalisti, disposti ad ascoltare e a portare il proprio contributo con incontri su temi attinenti alla genitorialità e alla figura femminile nel nostro difficile secolo. Conto sul supporto di amici nuovi che vorranno portare il loro apporto a questa casa di affetti in costruzione.

Conto sulla testimonianza di donne che sono uscite dal tunnel della violenza per dare alle “mie” mamme la speranza tangibile di una via serena su cui iniziare a muovere passi. Conto di potervi incontrare, parlare e avvicinarvi al mondo delle famiglie affidatarie, che tanto possono regalarci in termini di esperienze e sentimenti. Conto sull’appoggio e la collaborazione dei servizi sociali della mia città, che spero possano trovare in noi un valido punto di riferimento per il percorso umano delle mamme da loro affiancate. Conto di avervi presto in tanti al mio fianco nella libreria sociale “Donne che pensano”.»

Paola Giannò

Foto in alto: Irene Renei

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