Donne oltre il consueto di oggi: Raffaella Borghi, pensionata innamorata #12

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Tra i cieli azzurri di Montalcino e le vigne del Brunello con il ricordo di Jeannot, il grande amore nato in Tunisia da genitori italiani emigrati.

La rubrica Donne oltre il consueto di oggi dà voce alle donne che ogni giorno incontriamo e dietro le quali si nascondono meravigliose storie di vita e intraprendenza. L’idea è nata dagli splendidi scatti della mostra Fate! di Manola Biggeri e da tutti quei mondi che la nostra Paola Giannò, guardando le foto e ascoltando i racconti di Manola, ha intravisto. Mondi che abbiamo pensato di far raccontare alle dirette interessate che sono la prova di come nessuna donna possa essere rinchiusa in uno stereotipo, di come ognuna sia oltre il consueto modo di rappresentare il femminile.

«Mi chiamo Raffaella Borghi e sono nata ormai diversi anni fa a Montalcino tra le vigne del Brunello, ma non ho vissuto lì la mia gioventù migliore. Quando ho conosciuto Jeannot, il mio grande amore nato in Tunisia da genitori italiani emigrati, lui lavorava in Svizzera e io decisi di avvicinarmi. Senza pensarci troppo mi sono trasferita a Milano, lavoravo in una casa di cura e contemporaneamente studiavo da infermiera. Era una clinica per vip! Lì ho visto nascere la figlia di Fausto Leali e ho visto passare la Zanicchi, Wilson Pickett e tanti tanti altri. Mi trovavo bene, era una clinica bellissima che offriva anche tutti i servizi utili per le madri lavoratrici.

Nel corso degli anni ’60 sono rimasta incinta e mi fa piacere dire che, nonostante non fossi ancora sposata, la notizia nella mia famiglia, ancorché di campagna, non ha sortito alcuno scandalo. Mio padre, che non era proprio un estimatore del mio Jeannot, mi disse che se non volevo sposarmi non avrei dovuto sentirmi obbligata a farlo a causa della gravidanza. Mio padre era un uomo davvero moderno per l’epoca. Pensate che addirittura negli anni ’50, quando veniva dalle nostre parti intorno a Montalcino uno stimato professore in vacanza con il suo compagno, lui, senza difficoltà, ha sempre detto a noi ragazzi che loro semplicemente erano “fidanzati”.

Per tornare alla mia storia: io e mio marito decidemmo di mettere su famiglia in Svizzera. Lui procedeva con il suo lavoro e io facevo la mamma a tempo pieno. Tutto andava bene finché non ci convocò il consolato svizzero per comunicarci che se io non avessi trovato lavoro non avremmo potuto continuare a vivere lì. Una famiglia di immigrati in cui solo uno lavorava non era tollerata. Decidemmo che era una questione insostenibile e, presa la nostra cucciola, ce ne tornammo a vivere in Italia.

Jeannot trovò un lavoro in un’officina per riparare le macchine e ha lavorato davvero tanto. A me piaceva aspettarlo con i bambini e fargli trovare qualcosa di pronto. Lo aiutavo anche nel suo lavoro occupandomi di tutte le pratiche burocratiche. Nonostante lavorassi in casa, ho sempre avuto la mia indipendenza economica e non mi sono mai sentita di peso a nessuno. Purtroppo in quegli anni la sicurezza e la salute sul lavoro erano quello che erano. Fu così che il mio amatissimo Jeannot si ammalò di mesotelioma da amianto, quello che per tanti anni aveva respirato in officina. È allora che decidemmo di tornare a vivere in campagna. Per chi, come me, affonda le sue radici a Montalcino, svegliarsi al mattino con il suono degli alberi e con i colori della campagna è fondamentale per superare ogni difficoltà.

Sono vedova ormai da tre anni e mi manca tantissimo il mio amore. Lo ritrovo qui tra il cielo azzurro e i fili d’erba mossi dal vento. Ho seguito sempre il cuore nella mia vita e ne vado fiera. Sono stata fortunata perché ho trovato davvero un amore, un marito sincero e non mi sono invece imbattuta in una figura che volesse schiacciarmi o governarmi. Mi manca davvero il mio Jeannot.»

Questa rubrica vuole anche sottolineare l’importanza del fare rete, di condividere idee, ambizioni e aspirazioni che grazie alla collaborazione possono prendere strade inaspettate. Se anche tu vuoi diventare una protagonista della nostra rubrica non esitare a contattarci a redazione@laltrofemminile.it.

In alto: Raffaella Borghi, pensionata – Foto di Manola Biggeri

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