La ragazza di Monteluna di Sonia Tabai e l’importanza della cura

la ragazza di monteluna
Al centro della narrazione della scrittrice mantovana il solido e impellente bisogno e la necessità dell’aver cura di sé, degli altri e della natura.

La Ragazza di Monteluna è un libro del 2022, scritto da Sonia Tabai e pubblicato da Vividolomiti.

Deva è una giovane donna, madre di una figlia ancora molto piccola. Il suo massimo desiderio è diventare scrittrice. I ritmi e gli impegni della vita quotidiana, assieme a un lavoro che non le dà alcuna soddisfazione, ostacolano questo sogno. La svolta della vita avviene in seguito al riallacciarsi di una vecchia amicizia con Andrea, ex collega di lavoro, uomo sposato che si trova ad affrontare una malattia molto importante.

Tra di loro nascerà un intenso dialogo, tramite telefono, sms o mail, che fornirà a Deva le motivazioni e gli spunti per compiere il grande passo per diventare scrittrice. Andrea invece, trarrà dall’amicizia con Deva quella grande quantità di energia che gli servirà per affrontare le varie situazioni che la malattia lo costringerà ad affrontare.

Vista così potrebbe sembrare la classica storia, come ne abbiamo viste o lette tante. Sonia Tabai riesce però a portarci in un’altra dimensione che ci conduce ad affrontare il tema dei rapporti personali, dell’amicizia, del rapporto con la malattia e all’incontro con la montagna e la solitudine. Amicizia, scrittura, malattia, solitudine, incontri e montagna sono argomenti importanti che la scrittrice mantovana tratteggia con delicatezza mescolando tratti autobiografici e realtà romanzata.

La baita in montagna esiste veramente, si trova a 1800 metri di altezza ma Monteluna non è il suo vero nome. La baita è una costruzione «composta da un’unica stanza di circa 20 metri quadri, completamente rivestita di legno grezzo. Appena varcata la soglia, si sentiva il profumo di amido e talco rilasciato dalle tende, seguito da quello di legna bruciata mescolato a muschio.» L’ambiente in cui è inserita è estremamente affascinante e panoramico: da lì lo sguardo può dominare quasi tutta la Val di Fassa fino a posarsi in alto, sulle pareti della regina delle Dolomiti, la Marmolada.

Il ritorno di Deva in montagna, l’incontro con Monteluna e la prima notte in baita, da sola, è caratterizzato da tutti i rumori, gli scricchiolii del legno, i fruscii del vento, gli zampettii degli animaletti che popolano il bosco ed il prato dove si erge questa baita, ma anche dall’accogliente abbraccio del materasso di fieno che la avvolge in un lungo sonno sereno.

La Ragazza di Monteluna è un romanzo che si fa leggere con molto piacere. La scrittura, semplice e lineare, offre spunti di ragionamento e molti suggerimenti per quanto riguarda libri da leggere e musica da ascoltare. Si tratta di stimoli che hanno permesso a Deva di consolidare il proprio desiderio di scrivere e che pure l’hanno accompagnata in questa avventura.

In un’intervista di pochi mesi fa Sonia Tabai disse che La ragazza di Monteluna è un libro dove al centro di tutti i discorsi e di tutte le vicende umane c’è solido e impellente il bisogno e la necessità dell’aver cura di sé, degli altri e della natura. Deva e Andrea e così pure Milù e i vicini di baita, Amelia e Conrad, si inseriscono perfettamente in questo filone dell’aver cura, un concetto e una pratica sempre più in disuso nei nostri giorni.

Con un cognome come il suo, Tabai, la scrittrice di Mantova non poteva che scrivere un libro in cui una dei protagonisti è una baita. Se si anagramma il suo cognome ne escono due parole in tema: tabià (fienili in legno) e baita. Era scritto nel destino.
Con La Ragazza di Monteluna, Sonia Tabai è arrivata al suo terzo libro. Le auguro una lunga e soddisfacente vita piena di scrittura.

Agostino Mondin

In alto: Agostino Mondin e Sonia Tabai, Verona – Foto di Cinzia Inguanta

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