Tutta colpa della mia impazienza, rallentare per vivere appieno

tutta colpa delle mia impazienza
Agnese non ama le attese, deve fare, sapere, dire tutto e subito, ma la campagna e la vita le insegneranno l’importanza della pazienza.

Giusto ieri ho finito di ascoltare su Storytel Tutta colpa della mia impazienza, romanzo di Virginia Bramati edito da Giunti. Il libro narra le vicende di una ragazza alle prese con la maturità, i primi amori, le lotte femministe e un lutto troppo grande da sopportare da sola.

Sradicata dalla Milano veloce e comoda, Agnese si trova catapultata in una campagna rurale, dove il vicino di casa dista alcuni chilometri, il vanto di ogni famiglia risiede nella produzione orticola e floreale, il parroco ricorda Don Abbondio e la vecchia nobiltà è ancora sovrana indiscussa. Fortunatamente incontra Adelchi, coetaneo con tendenze dark ma dall’intelletto acuto, con il quale condivide ogni giorno il tragitto per e da scuola perché, nonostante il trasferimento, il padre ha ritenuto che Agnese dovesse continuare a frequentare il liceo a Milano.

tutta colpa delle mia impazienza

È estate, l’esame di stato è alle porte e il pensiero di Agnese non è affatto concentrato sulla sua preparazione. L’unico sollievo dallo studio e dalla noiosa vita di campagna (che Agnese non sopporta, essendo impaziente e precipitosa di natura) era la possibilità di passare l’estate al mare dagli zii, ma sfortunatamente quella boccata d’aria sfuma. In più, dovrà passare alcune settimane da sola, perché il padre è andato in Lapponia per lavoro. A turbare il trantran lento e ripetitivo della vita campagnola, arriva un medico bello e misterioso verso il quale Agnese nutre sentimenti contrastanti e una spiccata curiosità.

In Tutta colpa della mia impazienza Virginia Bramati racconta la vita di Agnese alternando presente e passato. Mentre assistiamo alle giornate estive di quello che tutto è tranne «studio matto e disperatissimo», arricchite dalle lotte di genere, saltiamo indietro nelle stagioni. Piano piano scopriamo chi è questa ragazza, la sua storia, il dolore che sta addomesticando. Bramati poi dipinge una serie di personaggi caratteristici dei piccoli paesi di campagna e riesce a rendere vivido il paesaggio. Si mischiano amore e mistero, lentezza e bramosia. Agnese dovrà imparare i ritmi lenti, i giorni che fanno attrito sullo scorrere del tempo lontano dal caos della città. E dovrà imparare la pazienza dei sentimenti, dell’adattarsi, dell’attesa. Non sarà un’impresa facile, ma una bustina di semi e l’epopea della loro fioritura le insegneranno molto.

Serena Pisaneschi

Foto in alto: Virginia Bramati dal sito Gli Amanti dei Libri

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