Passione di famiglia è una saga tutta femminile dal sapore agrodolce

Cristina Comencini ci introduce nella famiglia di due principesse napoletane presentandoci le dieci figlie e le cinquanta nipoti.

Cristina Comencini è regista come il padre Luigi e anche scrittrice; nel 1994 pubblica con Feltrinelli il suo secondo romanzo Passione di famiglia. Due sorelle di nobili natali sono le capostipiti di una saga familiare che sorprendentemente appare tutta femminile e dove gli uomini sono quasi di passaggio.

Negli anni ‘20 del secolo scorso, in una Napoli appena uscita dalla prima guerra mondiale, due giovani principesse tornano da una serata passata a teatro preoccupate solo dei loro cappelli nuovi e degli sguardi dei giovanotti più eleganti. Ignorano che la loro vita non sarà mai quella che avevano immaginato. La passione per il gioco d’azzardo ha portato il loro padre sul lastrico obbligando tutta la famiglia a traslocare dallo zio, diventando in breve ospiti poco graditi ma senza alternative. Non molto tempo dopo, la morte del padre sarà la spinta per abbandonare quella casa che ha portato loro solo tristezza e sventura. È questa la genesi di una enorme famiglia allargata dove le donne sono le uniche protagoniste. Che siano mariti innamorati e fedeli o inguaribili traditori, gli uomini rimangono sullo sfondo, come un male necessario, un cimelio di famiglia di cui non ci si può liberare.

Il grande amore tanto idealizzato quanto frainteso tra Francesca e Francesco è al centro della narrazione e diventa, con il passare degli anni, un punto di riferimento per generazioni a venire, nel bene e nel male. 

«Ti farà in polpette, Francesco, se continui a fingere di essere buono. Le donne della nostra famiglia devono stare sole con i loro figli. Le ho educate male, come tutte le madri, ho insegnato loro a fare bambini, ad amarli più di qualsiasi altra cosa, a giocare a carte appena capita, a fare feste, a stare tra donne, a litigare, a impigrirsi nell’attesa di un amore, a disprezzare l’uomo che le ama, ad amare solo quello che le disprezza. Abbiamo perso la casa, l’onore, non troveremo pace. Non troverai pace tu con lei.» Cristina Comencini

L’autrice ci accompagna dentro le case, nei cuori dei personaggi e talvolta fin sotto le loro lenzuola. In un susseguirsi di cambiamenti, figli, matrimoni mancati e nuovi personaggi che si uniscono al variopinto carrozzone familiare spicca la determinazione di donne sole in un mondo che praticamente non le considera. Perfino la Seconda guerra mondiale passerà su di loro come una delle tante bufere da affrontare a testa alta. Sebbene sia la causa della loro rovina economica, il vizio del gioco delle carte rimane una costante nella storia di famiglia, una sorta di gesto scaramantico amato e odiato sempre presente nei momenti più intensi o difficili. 

«Gli uomini sono solo gli arbitri di una partita tra donne.» Cristina Comencini

Tragico e commovente, comico e decadente: Passione di famiglia è un romanzo che non annoia nemmeno un secondo. Consigliato anche a chi, come me, non ama le saghe di famiglia.

Erna Corsi

Foto in alto: Cottonbro Studio su Pexel

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