In quanto donna: spesso una condizione determinante, nel bene e nel male

Essere donna è una caratteristica importante ma non può essere l’unica che ci definisce a scapito di tutte le altre.

Il risultato delle ultime elezioni politiche in Italia è stato per molti una vittoria, per altri una catastrofe. Le maggioranze annunciate e le esclusioni inattese hanno portato con sé nuove energie e vecchi malumori. Una spaccatura profonda si percepisce fra gli elettori, ora spettatori, che osservano il nuovo governo che si costituisce e prende forma. Ma fra tutti, da destra a sinistra, serpeggia l’attesa di come si comporterà Giorgia Meloni. Non in quanto Presidente del Consiglio ma in quanto donna, la prima nel nostro Paese a ricoprire questa carica. Orbene, si può essere o non essere d’accordo con le sue idee e sicuramente ognuno avrà votato di conseguenza (… perché siete andati a votare, vero?). Siamo in un Paese in cui vige ancora la democrazia, e va rispettato il risultato delle urne. Il fatto che Giorgia Meloni sia una donna non è però, di fatto, determinante. L’unico dato degno di nota è che le alte cariche dello stato non sono più esclusivo appannaggio maschile. Archiviato questo dato strettamente statistico, le future azioni della Presidente del Consiglio andrebbero valutate per le loro reali conseguenze e mai in quanto determinate da una donna.

Un esempio calzante e attuale per la diffusione di idee errate è la definizione di “vittima di femminicido”: è una persona che è stata uccisa perché è una donna, non una donna che viene uccisa. La differenza non è lieve né prescindibile. Sentirsi in diritto di agire in un determinato modo nei confronti di un’altra persona in quanto appartenente a un particolare gruppo è un atteggiamento che ha radici profonde nella nostra cultura; radici che vanno estirpate senza indugio. Così come il razzismo, il pregiudizio verso il genere femminile non ha senso di esistere, nel bene e nel male.
Mi auguro davvero che la Presidente del Consiglio possa fare bene e anche meglio dei suoi predecessori; e me lo auguro per il nostro Paese, non perché è una donna.

Erna Corsi

Foto in alto: Jacquelynne Kosmicki da Pixabay

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