Sofia Raffaeli: a diciotto anni sulle vette della ginnastica ritmica

Sofia Raffaeli
Passione, dedizione e talento di una giovane donna che, a soli  diciotto anni, ha segnato la storia dello sport femminile italiano.

Non esiste bambina nata negli anni ’70 e ’80 che, da grande, non abbia sognato di diventare come Hilary, la protagonista del manga (e poi anime) trasmesso in Italia nel 1988. Hilary è una giovane adolescente e talentuosa atleta di ginnastica ritmica e chiunque di noi, guardando il cartone animato in tv, ha sognato almeno una volta di salire sulla pedana e piroettare avvolta dal nastro colorato o gettare in alto la palla per poi riprenderla al volo.

Assistere al grande talento di Sofia Raffaeli in questi giorni mi ha fatto ritornare indietro di oltre trent’anni, a quei sogni di bambina. Guardarla durante le sue esibizioni è stato un incanto e un grande orgoglio di italiana e di donna. Giovanissima, classe 2004, ha dimostrato un’enorme dedizione per lo sport che pratica in modo così meraviglioso. Immagino che risultati così eccelsi si ottengano con sacrificio, allenamenti serrati e rinunce. Comportamenti che sono difficili da incontrare in un’età, quella dell’adolescenza, che è costellata di svago e distrazioni. È evidente che a muovere Sofia Raffaeli sia una grande passione, quel tipo di dedizione che non ti fa mancare la “normalità” di una vita meno complicata e che ti porta a raggiungere risultati così importanti. Basta guardare il medagliere per rendersi conto di quanto questa giovane donna sia talentuosa e dedita alla sua passione. Se cliccate sul link di Wikipedia e scorrete la pagina, nella parte che riguarda palmarès e record rimarrete impressionatə.

Solo nei recenti Campionati del mondo di Sofia, Raffaeli ha conquistato vette altissime della ginnastica ritmica. Oro con cerchio, palla, nastro e Team raking, bronzo nelle clavette. E poi è arrivato anche l’oro nell’all-around, che ha segnato per lei l’ennesimo primato. Penso sia inutile dire quanto tali risultati rendano ogni italianə tronfiə di orgoglio, ammirazione e riconoscenza, ma purtroppo so anche che la fiammata, se pure accecante, di Sofia Raffaeli presto perderà il suo bagliore. E questo non perché lei smetterà di vincere, ma perché, come accade sempre, scemerà l’attenzione mediatica. Uno sport non maschile, che non sia il calcio, non fa cassa e non interessa a nessuno (non che sul calcio femminile ci sia più attenzione, comunque.)

È vero, i telegiornali hanno parlato dei successi di Sofia Raffaelli, come di quelli di altre atlete in altri sport, (dal nuoto al ciclismo alle farfalle della ritmica che hanno vinto l’oro nel cerchio) ma l’attenzione dura il tempo di un servizio o di un breve articolo e finisce tutto. È fastidioso e ridondante ogni volta ripetere che il calcio fa da padrone anche quando non c’è. In estate si montano trasmissioni intere sul calciomercato e tutto il resto del circo, mentre si trascura qualsiasi altra competizione. Se poi le competizioni sono femminili purtroppo l’interesse scema ancora di più. Ci sono siti dedicati, pagine, video, youtube, e tutto questo è molto bello, ma oltre a questo manca la cosa più importante: il valore dato allo sport che sia altro dal calcio. L’attenzione dura il momento della competizione, della medaglia vinta, poi sparisce velocemente così com’era apparsa. Ma siccome noi, invece, amiamo lo sport a tutto tondo e sosteniamo le atlete di qualsiasi disciplina, siamo qui a congratularci con Sofia Raffaeli e a ringraziarla di cuore per la passione che dimostra e per essere l’esempio di molte bambine di oggi, che invece di seguire un cartone animato giapponese guarderanno lei esibirsi e, forse, decideranno di seguire le sue orme.

Serena Pisaneschi

Foto in alto: Sofia Raffaeli

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