Elisa Sampaolo: donna sportiva che si rimette sempre in gioco

Firenze Corre
Una vita fra insegnamento e sport con un’etica inclusiva. Alla ricerca del benessere: in ottima compagnia e all’aria aperta è ancora meglio!

Ho conosciuto Elisa Sampaolo, fiorentina classe 1965, come insegnante di camminata sportiva. Dopo un’estate all’insegna dello sport fra europei, olimpiadi e paralimpiadi abbiamo pensato di conoscerla meglio. Mi ha conquistata da subito per il suo entusiasmo, camminando ho poi scoperto che avevo incontrato una donna oltre il consueto, che oggi cercherò di raccontarvi.

Elisa, potresti raccontarci qualcosa della tua formazione ?

«Ho sempre amato lo sport e ne ho provati tanti. Da piccola amavo le passeggiate nei boschi e arrampicarmi sugli alberi, poi ho iniziato a praticare tennis, sci, karate, pattinaggio, atletica leggera. Forse ne dimentico qualcuno, ma sono sempre stata diciamo un po’ “iperattiva”. Finito il liceo classico ovviamente mi sono iscritta all’Isef e dopo ho iniziato subito ad allenare i ragazzi nell’atletica leggera e a lavorare come insegnante in varie palestre.»

Preferivi lavorare con gli adulti o con i ragazzi ?

«Sicuramente i più giovani, ma sentivo che per la mia formazione avevo ancora della strada da fare e ho iniziato a frequentare la scuola ortofrenica per diventare insegnante di sostegno per i ragazzi con disabilità. Con quel diploma ho cominciato a lavorare nelle scuole medie come insegnante di sostegno, e questo mi appassionava proprio. Ma ancora non bastava così mi sono iscritta alla facoltà di scienze dell’educazione, grazie alla quale sono abilitata all’insegnamento di filosofia, psicologia e scienze umane.»

L’insegnamento ti ha costretta ad accantonare lo sport ?

«Ovviamente no. Nel frattempo ho preso altri brevetti e la patente nautica per la vela. Ti dirò che ho pure studiato il sax tenore per un po’. Quando mi sono definita iperattiva non stavo scherzando. E anche il resto della vita andava avanti con un matrimonio, due figli e poi la separazione. Durante la mia prima estate senza i figli ho scoperto la corsa. In principio in modo graduale ma poi mi sono appassionata fino a entrare nella società U.S. Nave dove sono tuttora.»

Cosa ha rappresentato la corsa in quel momento della tua vita?

«Ero triste quando ho pensato di iniziare a correre. Sono partita  gradualmente, da due minuti sono arrivata a correre un’ora, scoprendo che le endorfine che il mio corpo produceva mi davano gioia. Mi sono aggregata al progetto Firenze Corre, anche se avevo molti dubbi, e quasi senza accorgermene mi sono trovata iscritta alla U.S. Nave. È una società che mi è piaciuta da subito, non troppo competitiva e accogliente; in pratica ho ritrovato in loro gli stessi valori in cui credevo. Con loro sono arrivata ai miei primi dieci chilometri, poi le mezze maratone, le maratone, i trail e alcune ultramaratone di cinquanta chilometri.»

E  con l’insegnamento?

«Nel frattempo sono passata a insegnare scienze motorie in un istituto superiore a prevalenza maschile, occupandomi anche di Bisogni Educativi Speciali, e infine sono diventata referente Covid d’istituto. Tutte queste sono state bellissime esperienze, anche se quest’anno non sono mancati intoppi, qualche problema familiare, qualche infortunio. La vita è anche questo: ci si ferma, ma poi si riparte. Sono ripartita diverse volte.»

Con la corsa e l’insegnamento hai trovato la tua dimensione?

«In parte si, ma sentivo di aver bisogno di aria aperta, di montagne, boschi, panorami e di verde. Lavorando a scuola e nelle palestre private avvertivo la presenza di quel soffitto e mi mancava l’aria aperta. Per questo ho cercato di conciliare il lavoro extrascolastico con le mie passioni e con il desiderio di guardarmi intorno. Correre è fantastico ma talvolta, pur andando piano e non avendo alcuna velleità di tempi e risultati, non riuscivo a riempirmi gli occhi di quello che vedevo. Restavo troppo concentrata sulla corsa e sulla fatica. È così che ho cercato e scoperto la camminata sportiva. La inizio, mi formo come istruttrice, faccio partire i corsi per insegnare a mia volta la tecnica.»

Cosa ti ha conquistato della camminata sportiva?

«Anzitutto il fatto di poterla svolgere all’aria aperta, ma anche che sia un’attività professionale ma a costi accessibili per tutti. Il mio desiderio era di creare un gruppo forte e coeso, all’interno del quale i diversi livelli di capacità e velocità non fossero un ostacolo allo stare insieme. Sempre per restare fedeli ai valori di inclusione dei miei primi studi in definitiva. La motivazione per alzarsi dal divano deve essere trovata nel proprio benessere, ma non basta. Volevo che il gruppo diventasse il motore del cambiamento di ognuno. Credo di esserci riuscita perché, nonostante il Covid, il gruppo non si è fermato ed è grazie a loro e insieme al mio compagno che nell’ottobre del 2020 sono riuscita a concludere la Walking Francigena Ultramarathon: 120 chilometri diventati poi 132 per un cambio di percorso causa Covid.»

A questo punto ci devi spiegare cos’è la camminata sportiva, che dicono sia anche un ottimo sistema per dimagrire!

«La camminata sportiva è una disciplina che parte dal gesto motorio più naturale nell’uomo: il camminare, e non va confusa con la corsa, il jogging, né tantomeno con una semplice passeggiata. Ha una sua tecnica scientificamente definita che permette di allenare tutta la muscolatura; oltre a gambe, cosce e glutei entrano in gioco anche braccia, spalle, addominali e dorsali. Per questo offre tantissimi benefici! Ed è indicata davvero per tutti,  anche per chi soffre di patologie degenerative articolari, e non ci sono limiti di età. Ha una falcata particolare, è importante che l’appoggio del piede sia corretto e il movimento delle gambe energico. Le braccia sono piegate e oscillano avanti e indietro, alternandosi con il movimento delle gambe. L’addome deve essere in tenuta e poi c’è anche un movimento del bacino che aiuta la falcata. Come vi dicevo non servono solo le gambe!»

Settembre è un mese di ripartenza di tante attività. Programmi in vista?

«Anzitutto quest’anno cambierò scuola e materia: insegnerò scienze umane in un istituto superiore fiorentino a prevalenza femminile. Perché? Perché ho bisogno di rimettermi in gioco, sempre. Poi ovviamente si riparte con gli allenamenti di camminata sportiva insieme a tutto il gruppo e con il corso base per l’apprendimento della tecnica corretta. È rivolto a chi vuole iniziare a praticare questa meravigliosa disciplina. Se volete provare e seguirci potete farlo anche sui social seguendo Viviattivi: forma, movimento, benessere.»

Saluto Elisa Sampaolo, la ringrazio della disponibilità e sono pronta a scommettere che vi è venuta voglia di alzarvi dal divano e di uscire a fare un po’ di sano movimento. Ci vediamo a camminare!

Paola Giannò

Foto in alto: Elisa Sampaolo

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3 commenti su “Elisa Sampaolo: donna sportiva che si rimette sempre in gioco”

  1. Ilaria saratti

    Elisa, grande donna. Si è dimenticata di dire che è soccorritore per la Croce Rossa, comitato di Firenze, con un cuore grande …….. così

    1. Ci siamo conosciuti tanti anni fa. Forse, in occasione di Firenze Corre. Ritengo che nel la conversazione con Paola Gianno’, Elisa abbia descritto molto bene la sua persona. Una donna, un’atleta che si è distinta sempre per la sua determinazione, per l’entusiasmo e la disponibilità che ha sempre offerto alle persone che l’hanno circondata. Riservata, non ha mai cercato la foto in copertina. Dunque umile è combattiva. Con il tempo e con le migliaia di km. accumulati sia lei che io che sto scrivendo abbiamo dovuto abbandonare quasi totalmente la corsa ed allora ……..
      Fermarsi mai ! La Camminata Sportiva è una validissima alternativa. Pur richiedendo un impegno fisico, non è una “passeggiata” e nemmeno una normale “camminata” .
      Adesso che siamo diventati compagni di squadra mi auguro che condivideremo questa nuova avventura sportiva.
      Gianni Sandrucci

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