Rebecka Törnqvist, in attesa di riascoltare la sua voce di velluto

Rebecka Törnqvist

I suoi brani avvolgono e scaldano come una coperta calda sulle ginocchia quando si sorseggia un tè in pieno inverno, viaggi tutti da scoprire uno dopo l’altro.

La voce di velluto di Rebecka Törnqvist è praticamente sconosciuta al pubblico italiano. Eppure si tratta di un’artista che ha ispirato molte generazioni di autrici jazz svedesi negli anni ’90, benché abbia sempre cantato in inglese e si sia rivolta da sempre al pubblico internazionale.

Rebecka è nata infatti a Uppsala il 26 aprile del 1964 e ha debuttato nel 1993 con lo splendido album pop dalle forti contaminazioni jazz A Night Like This che ha venduto più di centomila copie. A seguire è uscita con Good Thing nel 1995 ricevendo un disco di platino che le ha consentito di vincere un Grammis (L’equivalente svedese del Grammy Award) come migliore artista femminile pop/rock nel ’96.

La discografia completa comprende anche varie collaborazioni con artisti jazz i cui influssi si possono rilevare anche nelle sue opere da solista.  Dieci lavori da solista, due con il gruppo Gloria e uno con un terzetto decisamente jazz.

L’ultimo lavoro completo pubblicato risale però al 2011, Scorpions, e stiamo tutti aspettando qualcosa di nuovo, mentre lei si sta dilettando a far uscire singoli in svedese, sua lingua madre. Questa artista cresciuta in Africa a causa del lavoro del padre che vi si trovava per un progetto della SIDA (Swedish International Cooperation Acency) conserva probabilmente di quel continente il calore nella voce.

I suoi brani avvolgono e scaldano come una coperta calda sulle ginocchia quando si sorseggia un tè in pieno inverno. Il trombettista giapponese Toku da tempo desidera duettare con lei, ma evidentemente questo sogno è ancora lungi dal realizzarsi, nonostante la presenza ormai fissa ai Jazz festival europei, specialmente quelli francesi, dell’artista giapponese.

Perché un jazzista dovrebbe volere così tanto duettare con lei? Perché la sua voce è vero velluto per le orecchie, molto naturale, un’emissione sempre morbida, intonata e senza sforzo. Tendenzialmente rimane su registri medio bassi riuscendo però a mantenere brillantezza ed espressività. L’intento vocale è spesso accennato o sussurrato ma non perde il focus e la precisione intonazionale giocando con timbri vellutati e sensuali.

I testi sono viaggi tutti da scoprire uno dopo l’altro mentre lei ci parla del suo intimo e della sua visione dell’amicizia e dell’amore e della vita in generale. In compagnia della voce di velluto di Rebecka Törnqvist si sta bene per rilassarsi, per dormire, per riflettere, per cantare dolcemente o talvolta con ritmo e leggerezza. Speriamo che presto ci regali qualcosa di nuovo perché dieci anni di silenzio cominciano a essere tanti.

Laura Massera

Foto in alto: Rebecka Törnqvist

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1 commento su “Rebecka Törnqvist, in attesa di riascoltare la sua voce di velluto”

  1. Ho oltre 1000 fra vinili e cd.
    “Good thing” resta uno fra i miei preferiti.
    Forse IL mio preferito.
    Sarà bello per sempre.

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