Grandi artiste e dove trovarle: Angelika Kaufmann e lo spirito neoclassico

Cornelia che indica i figli come i suoi tesori (olio su tela, 1785, Richmond, Virginia Museum of Fine Arts)
La pittrice e incisora svizzera Angelika Kaufmann ebbe un ruolo fondamentale per la diffusione del Neoclassicismo.

Figlia d’arte, Angelika Kaufmann (Coira, Svizzera, 1741 – Roma, 1807) fin da giovanissima ebbe l’opportunità di viaggiare ampiamente in Italia al seguito del padre Joseph, acquisendo così una solida base culturale.

Nel 1766 si trasferì a Londra dove entrò in contatto con importanti personalità, tra cui il pittore Joshua Reynolds. Qui, due anni dopo, fu tra i fondatori della Royal Academy of Arts, unica socia insieme a Maria Moser. Significativa del divario ancora esistente tra donne e uomini nell’accademia è l’opera di J. J. Zoffany (1773), che mostra i membri riuniti a discutere davanti a un modello maschile nudo, mentre le due fondatrici assistono sotto forma di ritratti appesi sulla parete a destra. 

Cornelia che indica i figli come i suoi tesori (olio su tela, 1785, Richmond, Virginia Museum of Fine Arts)
Angelika Kaufmann, Autoritratto, olio su tela, 1787, Firenze, Uffizi

Rientrata in Italia dopo aver concorso alla diffusione del Neoclassicismo in Gran Bretagna, Kaufmann si stabilì a Roma. Qui costituì un vivace salotto, luogo di incontro di artisti e nobili, anche grazie alla capacità di parlare quattro lingue. Tra gli amici intimi ci furono Johann Wolfgang Goethe e Johann Joachim Winckelmann.

Cornelia che indica i figli come i suoi tesori (olio su tela, 1785, Richmond, Virginia Museum of Fine Arts) è una delle opere più celebri dell’artista svizzera.

Cornelia che indica i figli come i suoi tesori, olio su tela, 1785, Richmond, Virginia Museum of Fine Arts. Dettaglio
Cornelia che indica i figli come i suoi tesori, olio su tela, 1785, Richmond, Virginia Museum of Fine Arts. Dettaglio

La storia è nota, visto che Cornelia è una delle eroine del mondo classico più spesso raffigurata come exemplum virtutis. Davanti a una matrona che si vanta delle proprie ricchezze – la donna a destra che mostra una collana d’oro – Cornelia reagisce dichiarando che i suoi autentici beni sono i figli, i tre bambini accanto, l’uno tenuto per mano dalla madre e gli altri visibili sulla sinistra.

La sobria ambientazione classica è definita dall’edificio in cui si svolge la scena, in particolare la colonna a fusto liscio e la leggera decorazione a bassorilievo che si intravede in alto sul muro.

La composizione è giocata su gesti eloquenti e aggraziati – come quello di Cornelia di indicare i figli – e su colori dai toni caldi, derivati presumibilmente dagli studi durante il soggiorno veneziano. Rosso, giallo, arancio e rosa fanno spiccare l’abito bianco e oro della protagonista, dietro la quale si intravede una cesta per il cucito, attività tradizionalmente assegnata alle donne.

Modestia e semplicità, in contrasto con vanità e lusso, sono il nucleo concettuale dell’opera, spesso chiamata in causa come esemplare dell’interpretazione femminile della pittura di storia, soprattutto se confrontata con una versione ritenuta più vigorosa per via del tema, ma certamente anche più rigida: il celebre Giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David (1784, Parigi, Louvre), dove il contrasto che si riscontra è quello tra i gesti risoluti degli uomini e l’abbandono svenevole delle donne.

Autrice di ritratti, autoritratti, pitture di storia, incisioni, Angelika Kaufmann fu socia dell’ Accademia del Disegno di Firenze, l’Accademia Clementina di Bologna e l’Accademia di San Luca a Roma.

Fu nella città eterna che morì il 5 novembre del 1807. Al funerale, organizzato da Antonio Canova, parteciparono i maggiori artisti dell’epoca. La sua tomba si trova nella chiesa di Sant’Andrea alle Fratte, accanto a quella del marito, il pittore veneziano Antonio Zucchi. L’anno successivo un busto che la effigia fu collocato nel Pantheon, poco lontano dalla tomba di Raffaello.

Silvia Roncucci

Foto in alto: Cornelia che indica i figli come i suoi tesori (olio su tela, 1785, Richmond, Virginia Museum of Fine Arts) da Wikimedia Commons

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