Una forma di prevaricazione a cui dobbiamo prestare più attenzione. Serve maggiore consapevolezza per contrastarla.
La violenza economica, una concezione che nasce negli anni ’90 all’interno dei centri antiviolenza, è la componente invisibile dell’abuso e la più difficile da individuare in quanto non lascia segni fisici.
Qual è la correlazione fra economia e violenza? È il potere. Alla base di ogni abuso c’è il potere che l’uomo esercita sulla donna tramite una serie di restrizioni, anche e soprattutto economiche. La libertà finanziaria delle donne viene così troncata di netto, accrescendo la morsa su di loro. La dipendenza economica è una delle principali cause che impedisce alle donne di lasciare il partner violento.
Riflettendoci bene, dietro c’è una logica: se una donna non lavora e non ha possibilità di provvedere a se stessa e a eventuali figli, l’unica soluzione che ha è quella di restare nella relazione. L’alternativa quale sarebbe? Dormire per strada, patire la fame e non avere accesso a servizi igienici né sanitari. La prospettiva di povertà costringe le donne al silenzio e all’immobilità.
Questo tipo di violenza ha una duplice connotazione domestica e pubblica poiché essa è riscontrabile sia fra le mura di casa sia nei luoghi di lavoro. Non è un caso che il gender pay gap sia un argomento rilevante oggigiorno perché è alla luce del sole che le donne guadagnano meno degli uomini, sono più soggette a contratti part-time e in generale si accontentano di lavori con una scarsa retribuzione.
La disoccupazione femminile è allarmante. Sebbene oggi lavorino più donne, queste continuano a essere ancora poco inglobate nel mercato del lavoro e la violenza economica in aumento ne è un chiaro segnale. Addirittura i dati elaborati dall’INPS dimostrano un dislivello pensionistico fra donne e uomini che favorisce questi ultimi.
La dipendenza economica all’interno di una relazione è anche favorita da fenomeni socio-culturali che persistono da secoli. Nata nel mondo antico e protrattasi fino al secolo scorso, c’era una divisione dello spazio che collocava l’uomo nella vita pubblica e la donna nella vita domestica al riparo da tutto ciò che poteva inquinare le sue virtù di mogli e madre.
Questa agghiacciante separazione, sebbene meno serrata, è ancora oggi ben radicata nella nostra società nonostante i tentativi di emancipazione femminile. In questa falla di sistema si inserisce la violenza economica: donne a cui viene impedito di lavorare, donne che devono consegnare il proprio stipendio al partner, donne a cui il partner vieta la gestione economica domestica e personale.
Quali possono essere le risposte a questo tipo di violenza? Sono tante. In primo luogo, è necessario creare una rete economica di sostegno per le donne che lasciano i partner violenti. Attraverso i centri antiviolenza lo Stato deve garantire alle donne un posto di lavoro che permetta di sostenere se stesse ed eventuali figli. La garanzia di occupazione deve essere immediata perché altrimenti le vittime non lasceranno il partner e ogni possibilità di salvarle diminuirà drasticamente.
In secondo luogo, è fondamentale incoraggiare l’istruzione femminile che al termine degli studi garantisca l’accesso al mondo del lavoro. Favorire l’occupazione femminile deve essere il punto cardine dei programmi politici ed è imprescindibile che poi sia davvero messa in atto perché le parole senza azione sono inutili. Inoltre, dobbiamo imparare a scardinare le credenze che la società ci ha inculcato affinché le donne non siano più recluse ma che possano occupare uno spazio nel mondo.
La violenza economica è una forma sottovalutata di abuso psicologico, screditata perché non è corredata da lividi e ossa rotte. Ma davvero le donne devono essere picchiate e/o uccise perché il mondo si accorga di loro? Davvero preferiamo le donne in una bara anziché in un luogo di lavoro?
Il compito della società è quello di promuovere l’indipendenza economica delle donne e per questo dobbiamo parlarne e denunciare una situazione ormai insostenibile.
Oggi a una donna viene negato il denaro, domani le viene negata la vita.
Altea Fiore
Foto in alto: Illustrazione creata con Canva
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