Vita in campagna. Appunti di viaggio di una cittadina in trasferta #17

Mamma capriola con il suo cucciolo
Tra visite inattese, a volte assai gradite, altre un po’ meno, e l’attesa della pioggia, sta finendo anche il mese di agosto.

Qualche settimana fa, mentre toglievo nuove erbacce nell’orto sotto casa sognando la pioggia, ho sentito dei fruscii. Il primo pensiero è andato ai cinghiali, che molto spesso mi fanno sobbalzare tanto sono vicini, e ho ringraziato in cuor mio di avere il recinto intorno a casa. Con mia grande sorpresa, invece, ho visto una mamma capriola che giocava e saltellava con il suo cucciolo.

Sono rimasta immobile finché non sono spariti nel bosco. Questi incontri, in qualche modo ravvicinati, hanno sempre qualcosa di misterioso che incanta. Ho ripreso a zazzicare con molta più lena e con un’immagine negli occhi che non mi toglieva il sorriso dalla faccia. Le foto della capriola sono state scattate dal magico teleobiettivo di Silvana Jaulus.

Decisamente meno piacevole è stata invece la visita di un altro frequentatore della zona. Con queste temperature elevate non abbiamo molta insalata perché va in fiore molto presto. Avevamo ancora, però, alcune bietole, una delle mie verdure preferite. Un paio di giorni fa sono scesa nell’orto per raccogliere le ultime da saltare in padella con aglio, olio e peperoncino, ma ho trovato un’amara sorpresa: erano rimaste solo le coste bianche.

Le foglie erano tutte smangiucchiate. Piuttosto delusa ho ripiegato sugli ultimi cespi di insalata. Lascio immaginare la mia espressione quando ho visto che il cuore era sparito, c’erano solo frammenti di qualche fogliolina. Un rapido sopralluogo del recinto ci ha fatto scoprire un buco scavato da un istrice che, probabilmente in compagnia, si era fatto una bella scorpacciata.

E pensare che l’istrice mi piaceva tanto. Qualche anno fa tornando da una cena me ne sono trovato uno davanti all’auto. Mi sono fermata e ho potuto osservarlo con calma perché i fari non lo avevano spaventato. Nonostante le sue zampette corte aveva un’andatura elegante: camminava, un po’ ancheggiando, con leggerezza e tranquillità, e mostrava con orgoglio la sua corazza di aculei. Ne ero rimasta molto affascinata, nonostante conoscessi la sua fama di divoratore di frutta, erba, germogli e patate di cui fa incetta nei campi coltivati.

Questo roditore, dal temperamento pacifico e giocoso, ha un bellissimo significato simbolico. È il simbolo dell’amicizia, della spensieratezza e della fiducia. Ma a mie spese ho conosciuto anche il rovescio della medaglia di tanta virtù: la sua ghiottoneria. E quando si tratta di mangiare non esistono ostacoli. Se si imbatte in un recinto, con le sue unghie affilate e forti riesce a scavare un tunnel con grande determinazione, così può godersi tutte le prelibatezze che trova, scegliendo pure le parti più gustose e morbide!

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Capriola – foto di Silvana Jaulus

Qualche sera fa, finalmente, dopo oltre un mese e mezzo è arrivata la pioggia, ancora una volta non prevista dalle applicazioni meteo. All’inizio era fitta e accompagnata da tuoni e lampi che hanno spaventato e agitato tutti i gatti, poi più tranquilla e costante. Non ci potevo credere: dopo cena, ho fatto quattro passi intorno a casa, ascoltando la sua bellissima musica e lasciandomi bagnare dalle gocce.

Guardavo gli alberi e le piante intorno a me e mi sentivo come loro: l’euforia di una doccia fresca, dopo giorni e giorni di secco totale, a parte qualche rara illusione. E ho iniziato a muovermi, a danzare, come se le mie braccia fossero rami che giocavano con l‘acqua. Sì, perché un paio di volte ci siamo illusi sentendo cadere alcune gocce, ma come si dice qui non erano “neppure sufficienti a bagnare la polvere”. Anzi, dopo quei pochissimi minuti il caldo era ancora più forte.

La pioggia costante di quella sera ci ha regalato una notte più fresca, ma soprattutto il gorgoglio della cisterna: una gioia grande. Da oltre una settimana avevo smesso di innaffiare il giardino; usavo l’acqua solo il minimo indispensabile per l’orto. Ai vasi riservavo quella usata per lavare le verdure da cucinare, o l’acqua di cottura dei cibi, che però non è sufficiente. Vivere in campagna mi ha resa ancora più consapevole di che bene prezioso sia l’acqua e cerco sempre di non sprecarne. Un conto però è avere la tranquillità di una riserva, altro invece è temere di trovarsi a secco.

La carenza di pioggia ha impedito a molte piante di portare a compimento la loro fioritura ed è piuttosto triste non avere la compagnia dei colori dei fiori intorno a casa. La verbena ha dichiarato forfait già da un po’, i gerani hanno corolle ridotte all’osso e le dalie ormai non fioriscono più perché i boccioli appena iniziano ad aprirsi si seccano. Se non altro i girasoli, che circondano l’orto, svettano in tutta la loro imponenza e bellezza, oserei dire sfrontata.

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Cipolle appena raccolte – foto di Serena Betti

La mancanza di acqua e le temperature molto più alte di altre estati, soprattutto per un tempo così prolungato, hanno reso la terra intorno alle verdure, che da un certo momento in poi non hanno più bisogno di acqua, molto secca e arida. Raccogliendo patate e cipolle ho toccato letteralmente con mano quanto si sia scaldato il sottosuolo: per la prima volta da quando vivo in campagna ho estratto tuberi e bulbi che al tatto erano caldi. Una sensazione davvero strana.

«Pioggia d’agosto rinfresca il bosco» dice il proverbio, ma tuttə noi ci auguriamo che l’acqua arrivi per dissetare la terra, che è sempre più arida, anche perché abbiamo iniziato a mettere nell’orto le piantine di crucifere per la scorta invernale. Ma la visita dell’istrice, simbolo di fiducia, mi fa ben sperare!

Serena Betti

Foto di Silvana Jaulus

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