Laura Nyro, l’eredità del folk al femminile del Greenwich Village di New York

Laura Nyro
Ispirazione per generazioni di cantautrici, ha fatto delle fragilità e dell’intimismo dei testi la sua cifra stilistica.

I brani di Laura Nyro, cantautrice newyorkese, sono spesso inseriti nelle colonne sonore di film e serie tv. Arrivano nei momenti più struggenti, lo fanno in modo delicato e potente. Il suo lirismo profondo si accompagna a melodie vicine al jazz e al soul, scaldando il cuore.

Gli esordi

Laura Nigro (vero cognome) nasce nel 1947 nel Bronx. Il padre è un musicista jazz italo-americano, la madre ebrea ha origini russe e polacche. Cresce in un ambiente culturalmente molto aperto, ama Coltrane e il soul. Suona il pianoforte e si appassiona al folk di Dylan e di Van Morrison. La sua carriera inizia a quindici anni davanti alla metropolitana. A diciannove ha già la prima occasione discografica con la Verve Folkways, ma More Than a New Discovery passa inosservato.

Laura Nyro non si perde d’animo e coglie l’opportunità di esibirsi al Monteray Pop Festival del 1967, anche se l’esibizione si rivela un disastro. È accompagnata da un gruppo gospel che stravolge le sue canzoni, dal pubblico arrivano pochi applausi e qualche fischio. Tuttavia c’è anche l’impresario David Geffen, che le procura un’audizione con il Presidente della Columbia: suona qualche brano al pianoforte e lo conquista strappando un contratto milionario.

Il successo

Laura Nyro si stabilisce in una mansarda dell’Upper West Side con il suo gatto, veste lunghi abiti neri e scrive alcuni dei suoi capolavori. I due lavori successivi Eli and the Thirtheenth Confession e New York Tendaberry ricevono grandi elogi dalla critica, che ama l’approccio eclettico e contaminato della composizione.

Nel 1969 si esibisce alla Carnegie Hall, le acrobazie vocali di cui è capace lasciano il pubblico basito e il suo mondo interiore arriva agli ascoltatori in tutta la sua pienezza ed onestà: è un trionfo. Nel 1971 registra un album di grandi classici del soul Gonna Take a Miracle, accompagnata dal trio vocale Labelle. Inizia un tour che la stanca molto e la spinge a uscire dal circuito commerciale per dedicarsi alla vita privata. Non rinnova il contratto ed esce di scena per cinque anni: sposa il falegname David Bianchini e si rifugia nel Connecticut.

La svolta

Nel 1976 il matrimonio è finito. Poco dopo il suo ritorno a New York incontra la pittrice Maria Desiderio, che sarà sua compagna fino alla morte. Torna alla sua passione per la musica con il nuovo album Smile, che porta in giro per l’America accompagnata da un trio jazz eccezionale. Intanto la carriera di Laura Nyro prosegue in modo intermittente, è anche un’attivista politica e si dedica a campagne ambientali, femministe e animaliste. Walk the Dog and Light the Light del 1993 è l’ultimo album pubblicato dalla cantautrice prima della malattia che la colpirà.

L’eredità

Nel 1995 le viene diagnosticato un tumore alle ovaie, quando sta registrando in California Angel in The Dark, il suo lavoro più maturo, una sintesi tra le luci del passato e la sua nuova consapevolezza di compositrice. Nonostante le difficoltà fisiche la Nyro vuole fortemente concludere l’album, che resta la sua più grande eredità e sarà pubblicato postumo solo nel 2001. Purtroppo muore a soli 49 anni nel 1997. Pochi mesi prima della sua scomparsa la Columbia Records aveva rilasciato una raccolta Best Of e una generazione di giovani cantautrici, da Tori Amos a Lisa Germano, aveva scoperto in lei grande ispirazione. Invece per chi ancora non la conosca, privilegi la dimensione live, ascoltando The Loom’s Desire, un disco che contiene le registrazioni dagli spettacoli natalizi che tenne al Bottom Line di New York nel 1993. Capolavoro assoluto.

Music

Stoned Soul Picnic

It’s gonna take a miracle

To a Child

Elena Castagnoli

Foto in alto: Laura Nyro

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