Tagliate male. Donne e eroina. Incontro con l’autrice Anna Paola Lacatena

Un’intervista on line per capire cosa si cela dietro alla dipendenza dalle droghe e come possa essere diversa per una donna.

L’Altro Femminile ha organizzato un incontro con la dottoressa Anna Paola Lacatena che presenterà il suo libro Tagliate male. Donne e eroina: lo stigma della moderna narrazione italiana. L’evento si svolgerà on line giovedì 1 febbraio 2024 alle ore 21:00, sarà libero e aperto a tutti. Potrete seguirlo attraverso la nostra pagina istituzionale della rivista oppure su quella dell’evento appositamente creato, sempre su Facebook.

La dottoressa, rispondendo alle domande dell’avvocato Renzo Segala e della nostra redattrice Erna Corsi, ci illustrerà il punto di vista del suo libro. Verrà affrontato il tema delle dipendenze da un punto di vista inconsueto, scoprendo nuovi aspetti, spesso ignorati, di questo problema.
Anna Paola Lacatena è stata direttrice del Servizio socio-sanitario e dal 2001 è dirigente Sociologa presso il Dipartimento Dipendenze Patologiche della Asl di Taranto. Ha insegnato Antropologia e Sociologia presso l’Università di Bari (Polo Universitario di Taranto) ed è giornalista pubblicista.

Oltre al nuovo libro di cui parleremo insieme, ricordiamo alcune delle sue pubblicazioni: Dal tossicodipendente de jure alla persona de facto (Laterza, 2010); Con i tuoi occhi. Donne, tossicodipendenza e violenza sessuale (F. Angeli, 2012), La polvere sotto al tappeto. Il discorso pubblico sulle droghe tra evidenze scientifiche e ipocrisie (Carocci, 2021).

«Tagliate male oltre a tracciare un preciso excursus storico della diffusione dell’eroina nella società italiana affronta il problema del duplice stigma sofferto dalle donne tossicodipendenti alle quali, oltre a quello derivato dalla propria patologia, si aggiunge quello della loro femminilità, del loro essere donne e madri.

Paola Lacatena racconta che questo libro è stato scritto perché le donne tossicodipendenti ancora oggi restano confinate nell’angustia dei pregiudizi o nello sconfinato del disinteresse. Le loro storie nelle comunità di recupero sono trattate come marginali o di secondo piano sino a negarne l’esistenza, e in fondo sono loro quelle sulle quali è sempre gravato il conto più salato.»

Estratto dalla recensione di Renzo Segala di cui potete trovare il testo completo sul nostro blog.

In alto: locandina dell’evento

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