Santa Lucia: qualcosa di bello può sempre accadere, se ci crediamo!

Santa Lucia
Nella notte più lunga e più buia dell’anno si celebra un rito d’amore e gratuità che è anche un messaggio di speranza e fiducia.

Nella notte più lunga e più buia dell’anno, Santa Lucia, porta a tuttə un messaggio di speranza e fiducia: qualcosa di bello può sempre accadere, se ci crediamo.

«Cara Santa Lucia…»
Per quanto tempo abbiamo atteso questo periodo dell’anno e scritto una lettera che racchiudeva tutti i nostri desideri? Il 13 dicembre si avvicina e, come ogni anno, ə bambinə mettono la loro letterina alla finestra con un lumino. L’attesa e l’eccitazione che precedono l’arrivo della Santa sono momenti meravigliosi e indimenticabili che restano scolpiti nella nostra memoria.

Santa Lucia è una martire siracusana, protettrice della vista, che nella notte più lunga e più buia dell’anno, accompagnata dal fidato Gastaldo e dall’asinello porta doni a bambinə di molte zone del nord Italia.

La sua storia è nota: siamo nel IV secolo, in Sicilia, a Siracusa. Lucia è una giovane donna di buona famiglia, ed è promessa sposa. La madre, ammalata da anni, nonostante le cure non guarisce. Lucia si reca in pellegrinaggio a Catania al sepolcro di Sant’Agata e prega per la sua guarigione. Durante la preghiera si assopisce e in sogno vede Sant’Agata che le dice: «Lucia, perché vieni a chiedere a me quello che già tu puoi ottenere per tua madre?»

Tornata a Siracusa trova la mamma guarita. Rompe il fidanzamento e dona tutta la sua dote ai poveri. Il fidanzato si vendica accusandola pubblicamente di essere cristiana. Lucia, che ammette la sua fede, viene torturata. Ma il suo esile corpo ha una forza miracolosa: né gli uomini, né il fuoco, né la pece bollente riescono a piegarla e viene condannata a morte.

Rinascita della luce dopo la morte: il rito ha origini agrarie. In ottobre si semina il grano e, anticamente, nei mesi tra novembre e gennaio, venivano celebrati riti propiziatori per accompagnare ciò che riposava sotto la terra e per favorire un buon raccolto. Ecco perché molte sono le ricorrenze in questo periodo: 2 novembre, San Nicola, Sant’Ambrogio, Santa Lucia, Gesù Bambino, Babbo Natale, i Magi, la Befana.

Santa Lucia, cieca come la fortuna, la dea che dispensava doni con una cornucopia, vaga nella notte più buia e lunga dell’anno con un nome magicamente speranzoso. Il solstizio d’inverno, che oggi cade il 23 dicembre, prima dell’introduzione del calendario gregoriano avveniva proprio il 13 dicembre.

Cosa rappresenta santa Lucia? Non sono i regali il dono principale che facciamo aə nostrə figlə in questa notte magica. Il nostro è un compito importante perché offriamo loro l’opportunità di vivere e sperimentare l’attesa e il desiderio. Li aiutiamo a coltivare la capacità di attendere con impazienza, di stupirsi, di gioire davanti a un dono, che nell’epoca del consumismo sfrenato è quasi un atto rivoluzionario.

Questa notte magica contribuisce a costruire in loro una disposizione interiore di fiducia, di speranza. La capacità di sognare, di desiderare, sono doti essenziali per cercare di migliorare la propria vita. Una vita senza passioni è triste e povera: oggi ə bambinə hanno tutto e subito, alle volte ancora prima di sentire il desiderio.

L’attesa: «Il momento più felice della vita coincide con il secondo prima di mettere in bocca il miele. E quel secondo non è secondo a nessuno» ci ricorda Winnie The PoohL’attesa aiuta a tollerare che non sempre le cose vanno come vorremmo. Nell’attesa si colgono cose non viste, non conosciute. È quel tempo tra il desiderio e la sua realizzazione che ci mette all’ascolto di noi stessi e che ci aiuta a conoscerci.

Il mondo non è sempre come vorremmo, la vita non è sempre generosa, ma non per questo è meno bella. Come ho già scritto altre volte, i riti sono importanti perché segnano dei momenti significativi della crescita. Santa Lucia rappresenta il passaggio importante dal mondo magico (il periodo dell’onnipotenza) al mondo reale. Ha a che fare con il credere che un lavoro riesca, che un’impresa riesca, ha a che fare con il saper affrontare piccole e grandi frustrazioni.

Come ogni attesa che si rispetti, il momento più bello è quello dei preparativi. La sera del 12 dicembre, prima di andare a letto, si fa il parecio, come viene chiamata a Verona la preparazione della tavola per accogliere la Santa e i suoi fidi aiutanti. Gli ingredienti base di solito sono una bevanda calda, un po’ di vino per il Gastaldo, fieno, polenta o foglie di cavolo per l’asinello.

Poi ogni piccolə potrà aggiungere a piacere agrumi, biscotti, disegni, piccoli regali… e un piatto vuoto perché oltre ai regali Santa Lucia porta sempre un po’ di dolcetti. Sappiamo che un rito non è tale se non c’è un pò di fuoco quindi, nel centro della tavola, o fuori dalla finestra, si accende una candela. E poi tutti sotto le coperte ad aspettare il mattino.

Santa Lucia è speciale anche per noi perché una volta all’anno possiamo trasgredire le nostre ideologie, le nostre rigidità, diventiamo ‘buoni’: il piatto della Santa, per esempio, sarà rigoglioso di cioccolatini, dolcetti e caramelle ricchi di zucchero e coloranti.

La mattina del 13 dicembre è un momento di festa che difficilmente si può dimenticare come bambinə prima e genitori poi: lo sguardo pieno di gioia e di stupore deə piccolə è un regalo immenso  e benefico. Il grande scrittore Roald Dahl diceva che «chi non crede nella magia, non la troverà mai».

Credere che l’impossibile esiste è un’opportunità meravigliosa per ognuno di noi, soprattutto oggi, in questo mondo che fa paura.
E allora scriviamo una letterina… qualcosa di bello può sempre accadere.

Serena Betti

Foto di Alba Muraro

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