Percorrere il sentiero della vita coronando il proprio sogno fra l’importanza delle parole e le relazioni umane.
La rubrica Donne oltre il consueto di oggi dà voce alle donne che ogni giorno incontriamo e dietro le quali si nascondono meravigliose storie di vita e intraprendenza. L’idea è nata dagli splendidi scatti della mostra Fate! di Manola Biggeri e da tutti quei mondi che la nostra Paola Giannò, guardando le foto e ascoltando i racconti di Manola, ha intravisto. Mondi che abbiamo pensato di far raccontare alle dirette interessate che sono la prova di come nessuna donna possa essere rinchiusa in uno stereotipo, di come ognuna sia oltre il consueto modo di rappresentare il femminile.
«Sono Emanuela Haimovici, psicologa clinica e counselor, specializzata in psicologia dell’emergenza e coaching oncologico. Ai tempi della mia prima laurea in Scienze politiche, nel 1999, avevo un sogno che era quello di entrare in Polizia. Dopo non essere riuscita a coronare il mio sogno mi chiesi cosa fare per poter comunque lavorare a fianco delle donne e degli uomini in divisa. Era un mondo che mi appassionava da sempre, forse perché cresciuta con un nonno materno maresciallo maggiore della Guardia di Finanza, ed è stato così che, grazie a un professore universitario bravissimo e soprattutto appassionato, mi sono avvicinata alla criminologia, frequentando il corso di perfezionamento sempre presso la mia università.
La mia attenzione ricadeva e ricade tutt’ora in particolare sulla relazione fra gli esseri umani, una relazione che in criminologia è molto attenta al non verbale, a cogliere le sfumature, perché anche le più piccole poi hanno grandi significati. È stato così che dopo svariati percorsi personali e di studio sono approdata, ormai “matura”, alla facoltà di psicologia, dopo un master triennale in Gestalt Counseling per “Agevolatore nella relazione d’aiuto” presso l’Aspic di Firenze, l’Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunità. La mia tesi finale del master è diventata poi manuale, che ha per titolo Il counseling per la formazione e il supporto del personale della Polizia di Stato. Dal gennaio 2013 sono formatrice e dal 2021 sono libera professionista come psicologa clinica e della riabilitazione e counselor professionale. Dal maggio 2021 esercito come psicologa dell’Associazione L’Altra metà della divisa di Viterbo, che si occupa di supporto ai militari e ai familiari dei nostri militari.
Il mese di marzo di quest’anno mi ha visto protagonista nella creazione di un Podcast che si intitola Parola dopo Parola dove, attraverso l’etimologia della parola, non solo della nostra cultura ma di quelle che popolano il mondo, scopriamo insieme le risorse immense che le parole ci possono dare. Un percorso individuale sulle parole, anche quelle con una accezione negativa, che ci accompagnano durante la nostra vita: insieme alla persona le scannerizziamo e troviamo il significato e la risorsa più funzionali per lei.
Lavorare come libera professionista nel nostro Paese è durissima, ma credo e ho sempre creduto fermamente nell’unicità dell’essere umano, nell’unicità del suo percorso personale e nell’importanza del proprio benessere sia psichico che fisico, che vanno di pari passo, che lo si voglia o no. Sono stimolata continuamente a lavorare nel mio campo e amo il mio lavoro, a farmene innamorare sono le persone che incontro e che mi lasciano sempre qualcosa. Mi piace l’idea di pensare alla vita di ogni essere umano come a un sentiero immerso nella natura. Ognuno ha il suo sentiero personale, che sia nel bosco o in montagna, che si perde tra le campagne assolate o che dalla pineta porta al mare. Tutti abbiamo il nostro sentiero e lo percorriamo spesso inconsapevolmente, non accorgendoci di ciò che ci circonda e non prestando attenzione a noi stessi. Talvolta di fronte a un bivio ci fermiamo, incapaci di scegliere per quale strada proseguire. A volte sono gli eventi che ci obbligano a fermarci e che ci colpiscono con una tale forza da lasciarci senza fiato, in balia di tutto quello che ci circonda.
Cerchiamo di reagire, bramando consigli da chi ci sta intorno, sperando che qualcuno ci possa indicare la via, dimenticando che quello è il nostro sentiero, solo nostro, nessun altro può dirci dove andare o cosa fare, non perché non può, ma perché non sa. Il nostro sentiero non è battuto, non ci sono orme di altri passaggi: noi siamo i primi e gli unici che lo stanno percorrendo. E allora come trovare riparo sicuro dalle intemperie e come proseguire da soli? Bello sarebbe se potessimo avere al nostro fianco una guida, che non abbia una cartina per orientarci, ma che semplicemente ci accompagni e ci ascolti mentre esprimiamo i nostri dubbi, le nostre incertezze e mentre raccontiamo cosa vorremmo fare e come ci sentiamo. Sicuramente saremmo sollevati, meno persi, più fiduciosi e scopriremmo quanta bellezza c’è nel percorrere il proprio sentiero personale, muovendo ogni passo con consapevolezza, qui e ora.
Questo è per me essere psicologa: accompagnare qualcuno lungo il suo sentiero, ricordando sempre che è il suo sentiero e non il mio, meravigliandomi continuamente della sua unicità di essere umano e della sua capacità di camminare con i suoi modi e con i suoi tempi. Nessuno, se non noi stessi, può percorrere il nostro sentiero e su questo ognuno vive la sua esclusiva storia di crescita.»
Questa rubrica vuole anche sottolineare l’importanza del fare rete, di condividere idee, ambizioni e aspirazioni che grazie alla collaborazione possono prendere strade inaspettate. Se anche tu vuoi diventare una protagonista della nostra rubrica non esitare a contattarci a redazione@laltrofemminile.it.
In alto: Emanuela Haimovici- Foto di Manola Biggeri
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