A settantacinque anni dalla pubblicazione de La lotteria, ricordiamo una delle maestre indiscusse del gotico americano e non solo.
Con una madre che ti definisce «un aborto mancato» è inevitabile che ti senta sempre inadeguata, anche se come Shirley Jackson (1916-1965) diventerai una grande autrice, una delle più incisive del gotico americano (Stephen King la cita tra i suoi maestri).
Shirley Jackson disse di sé: «Sono una scrittrice che, a causa di una serie di sbagli innocenti e avventati, si ritrova con una famiglia di quattro figli e un marito, una casa di diciotto stanze e nessun aiuto, e due cani danesi e quattro gatti e, se è sopravvissuto così a lungo, un criceto. Potrebbe esserci anche un pesce rosso da qualche parte. In ogni caso, ciò significa che ho al massimo poche ore al giorno da passare alla macchina da scrivere.»
Quando il New Yorker pubblicò La lotteria di Shirley Jackson, il 26 giugno del 1948, non si aspettava la reazione che avrebbe scatenato. Centinaia di lettori telefonarono in redazione per chiedere spiegazioni, minacciarono di disdire l’abbonamento alla rivista. La maggior parte, però, voleva capire cosa significasse davvero quel racconto che altro non è se non una potente allegoria della barbarie e del sacrificio sociale.
Riscoperta e rivalutata dopo la sua morte, nei suoi scritti Shirley Jackson dà vita a tanti e diversi “paesi delle meraviglie” che intrappolano i suoi personaggi e li obbligano a chiedere, e forse dare, conto di se stessi. La banalità del male quotidiano o la sua indecifrabile assurdità diventano il centro delle sue narrazioni: minimali, fiabesche, gotiche o umoristiche. Mai però emerge una qualche forma di super-io narrativo che pretenda di insegnarci a stare al mondo. Ognuno lo faccia come può, a modo proprio.
Dal 2015 North Bennington, la cittadina che fu la casa di Shirley Jackson per molti anni fino alla sua prematura dipartita, onora la carriera della scrittrice celebrando il suo ricordo ogni anno il 27 giugno, giorno in cui si svolge la vicenda narrata ne La Lotteria. Allo stesso modo, oggi, rendiamo omaggio a questa donna oltre il consueto.
Foto in alto: Shirley Jackson
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