Le dimenticate: Marghanita Laski, genio, mente e voce poliedrica del ‘900

Marghanita Laski - le dimenticate
Un’intellettuale, una donna oltre il consueto che, con la sua satira e le sue trame avvincenti, è ancora incredibilmente attuale.

Fra le autrici da riscoprire merita una menzione Marghanita Laski (1915 – 1988) che visse importanti momenti del ‘900. Fu giornalista, anche radiofonica, critica letteraria, linguista e scrisse romanzi, racconti e opere teatrali.

La vita e la carriera di Marghanita Laski

Marghanita Laski nacque a Manchester in una famiglia colta di origini ebraiche. Già suo padre, il nonno e uno zio si erano distinti in ambito letterario e politico. Studiò lingua e letteratura inglese al Somerville College di Oxford, dove conobbe e poi sposò, nel 1937, John Eldred Howard. Il marito è stato uno dei fondatori della casa editrice Cresset Press, ora assorbita da Random House.

I sei romanzi: un paragone con Jane Austen

Al netto della sua multiforme produzione, spiccano i sei romanzi per cui, almeno numericamente, ricorre il paragone con i “romanzi perfetti” di Jane Austen. Laski cominciò a pubblicare narrativa dopo la nascita dei suoi figli. La sua prima opera, Love on the Supertax, del 1944, è  ormai introvabile persino in lingua originale.

“Il bambino perduto” (Little Boy Lost): successo e controversie

Il suo romanzo più famoso, Little Boy Lost (1949), è invece reperibile anche in italiano fin dal 1953 e, con il titolo Il bambino perduto, nell’edizione Nottetempo del 2005, curata da Ginevra Bompiani.  La sua grande popolarità è dovuta probabilmente alla versione cinematografica, che però lasciò l’autrice molto perplessa, in un primo momento.

Little boy lost, film del regista statunitense George Seaton, fu presentato al Festival di Cannes nel 1954 ed ebbe come principale interprete l’attore Bing Crosby. Le perplessità dell’autrice non erano infondate. Il romanzo si inserisce in un filone di denuncia sociale ma, nella versione cinematografica, fu, con sua sorpresa, trasformato in musical. In realtà, Marghanita Laski voleva accendere un faro sul problema degli orfani lasciati in eredità dal secondo conflitto mondiale, milioni di minorenni sparsi nel territorio europeo.

La trama vede un ufficiale inglese costretto, allo scoppio della guerra, a lasciare la moglie e il figlio neonato in Francia per raggiungere il suo Paese. La moglie, attiva nella resistenza, viene imprigionata e uccisa dalle SS e il figlio disperso. A guerra conclusa, l’uomo torna in Francia per ritrovare suo figlio ma si scontra con una triste realtà che non aveva previsto.

“Sulla chaise-longue”: un’incursione nel gotico

In italiano possiamo leggere anche un altro romanzo, Sulla chaise-longue, nella traduzione di Cristina Cicognini (Otto Edizioni, 2020), uscito in inglese nel 1953 con il titolo The Victorian Chaise-longue. È interessante notare, ed è una costante che ricorre in tutti e sei i romanzi, la varietà dei temi e la resa stilistica, mimetica e quanto mai attuale. Questo è però un romanzo gotico e quanto ad atmosfera cupa, suspence, inevitabile terrore non manca proprio nulla. Si immagini una casa a schiera di stile Regency, in un quartiere londinese in via di ristrutturazione. Il posto è abitato da artisti e architetti e da una giovane coppia con un bambino. Ecco, finisce qui la parte luminosa e positiva del libro, per proseguirne la lettura bisogna disporre di tempo per arrivare tutto d’un fiato all’ultima parola. L’impressione che lascia è duratura.

Gli altri romanzi: tra ironia, denuncia sociale e satira

Per leggere gli altri romanzi di Laski si deve ricorrere alle edizioni in lingua inglese ma sarebbe un peccato privarsene, a cominciare da uno dei primi pubblicati: To Bed with Grand Music (1946).

Per molti versi ironico, suona senz’altro irriverente nel mostrare un aspetto insolito del mondo in guerra: l’assenza di sesso per le donne con i mariti al fronte. Non sorprende sia stato pubblicato con lo pseudonimo Sarah Russel. Deborah, la giovane protagonista, lascia il figlio alle cure di una vicina di casa e si trasferisce a Londra dove inanella una relazione dopo l’altra. Il romanzo fu accolto tiepidamente da critica e lettori e forse fu proprio quella protagonista (troppo promiscua?) a far sollevare le sopracciglia dei e delle benpensanti.

Di guerra ormai terminata parla The Village (1952). L’opera fotografa due famiglie differenti per ceto sociale davanti al problema posto dai loro figli, che vorrebbero infrangere le barriere di classe e amarsi liberamente. Il tutto si svolge in un momento storico di grande transizione perché lo sforzo bellico aveva imposto una maggiore solidarietà fra le persone. Ma la fine del conflitto ripristina le ataviche divisioni classiste e le abitudini di controllo reciproco, tipiche dei piccoli villaggi.

Tory Heaven (1948) è un romanzo di satira come già Love on the Super Tax e To Bed with Grand Music. Racconta il ritorno di alcuni cittadini britannici in Inghilterra dopo aver trascorso cinque anni su un’isola deserta. Un testo fantasioso che fotografa  senza sconti le gerarchie sociali, i privilegi di alcuni e la forzata immobilità sociale di altri. Qui, Marghanita Laski rivela quanto sia nel DNA familiare un certo gusto per la politica. Ma qualche lettore o lettrice potrebbe scorgerne troppa tra le righe di questo libro, mentre altri potrebbero trovarlo divertente e veritiero.

Il contributo saggistico e linguistico

Per concludere il ritratto di questa autrice un cenno doveroso va alla sua produzione saggistica, con i suoi studi su autrici e autori del passato: Jane Austen and Her World (1969); George Eliot and Her World (1971); Kipling’s English History (1974). Da non dimenticare, inoltre, il suo poderoso contributo all’Oxford English Dictionary per l’inserimento di centinaia di nuovi vocaboli.

Un’eredità da riscoprire

Un’autrice poliedrica, Marghanita Laski, intellettuale molto attiva e letta nella seconda metà del secolo scorso, sempre con un occhio vigile e critico sulla condizione delle donne. Oggi purtroppo è quasi dimenticata, eppure le sue trame e la sua scrittura, nonché il suo humour, potrebbero risultare ancora intriganti anche per lettori e lettrici del terzo millennio.

Laura Bertolotti

Foto in alto: Marghanita Laski da Wikimedia Commos

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