La pillola di oggi è il racconto di Rosalba Risaliti “Il sole della sera”. La luce calda di un nuovo inizio.
Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni. Partecipa alla nuova call per Pillole di femminile: cerchiamo la tua voce, il tuo racconto inedito. Invia il tuo racconto entro il 30 settembre 2025.
IL SOLE DELLA SERA di Rosalba Risaliti
Cara Maria Grazia,
mi sono finalmente ricordata di far stampare le foto del Natale scorso. Ce ne ho messo di tempo, ma ne è valsa la pena, sei venuta benissimo in tutte. Intanto i giorni passano e siamo già in autunno e tra pochissime settimane saremo di nuovo insieme. Non vedo l’ora che arrivino le feste, ho tanta voglia di abbracciarvi tutti.
Saluta Giancarlo, i ragazzi e i piccolini, a presto.
Maria Luisa
P.S. – C’è una cosa che voglio dirti da un po’ di tempo, deve rimanere un segreto tra me e te. Così la scrivo in un fogliolino a parte, che butterai via subito dopo averlo letto. A presto e non ridere di me.
***
Prima di cominciare a leggere devi giurare che non ti arrabbierai con me e non mi prenderai in giro. Non farlo, mi vergogno già abbastanza. Mi è capitata una faccenda bizzarra, una di quelle cose che pensavo non mi sarebbero mai successe. Tutto per colpa dei piccioni e della signora del quinto piano. Ti ricordi? Te ne avevo parlato, anzi te ne avevamo parlato. C’era ancora Luciano, lui i piccioni non li poteva sopportare. Invece la signora del quinto piano continuava a riempire il balcone di briciole di pane e di granoturco. Andavano da lei a mangiare e poi le loro cose sporche le facevano sui balconi di tutto il condominio. Ho ancora in mente le parole di Luciano, quanto ci si arrabbiava, poverino. Fino alla fine, fino all’ultimo giorno.
Poi tutto era cambiato, le giornate erano diventate grigie e interminabili e ai piccioni non ci avevo pensato più. Qualcuno continuava a pensarci però, i condomini avevano deciso di fare una raccolta di firme, forse ne avevano parlato a una riunione, comunque io non ne sapevo niente.
Così quando si era presentato il ragionier Russo con quel foglio da firmare non avevo capito di cosa parlasse. Allora mi aveva spiegato, con quel suo accento del sud, con quella Z così sonora da sembrare maiuscola, «Li vedo quando mi alZo, mi hanno sporcato le calZe.» Non so come eravamo andati a finire in tinello, si era seduto, aveva messo il foglio in bella vista sul tavolo e si era messo a parlare della sua vita un po’ solitaria. Parlava, parlava, a me veniva da ridere, non so neanche perché. E non mi veniva solo da ridere, mi veniva anche voglia di respirarmelo tutto. Sì respirarlo, non annusarlo, ma proprio respirarlo, forse per quell’odore di camicia appena stirata. Avevo letto e firmato l’appello, lui aveva dato un’occhiata al foglio e si era messo a ridere, con una bella risata da ragazzo. Ma tu pensa, avevo firmato Marilù Piccioni, non Andolfi Maria Luisa! Ridevamo ancora quando si è alzato dalla sedia e mi ha spinta contro il frigorifero, e ancora di più quando sono cadute quasi tutte le calamite che mi hai regalato tu.
Non scriverò cos’è successo dopo, comunque è stato inarrestabile, come un muro che crolla, ma senza chiasso. E io mi sono scoperta a mio agio, «come una di quelle», avrebbe detto mamma.
Ne sono successe di cose da allora: era febbraio, tra pochi giorni saremo in dicembre. Tra pochi minuti invece arriverà il ragioniere e saremo soli, io e lui, fino a domani mattina. Ma non ti preoccupare, non voglio far torti al mio povero Luciano, né voglio trascinare nel ridicolo figlioli e nipoti. Di giorno è rimasto tutto come prima, e di sera… E di sera ho capito quanto tempo abbiamo perso io e Luciano, eppure eravamo giovani, avevamo quarant’anni in due.
Figurati che io e il ragioniere in due ne facciamo centoquaranta.
Mi torna alla mente una frase che diceva spesso mamma, qualcosa come «Il sole della sera è quello che scalda di più.» Che sia questo il sole della sera? Non lo so, e non mi importa quanto durerà.
Sono sicura che da te fa freddo, il camino del salotto sarà sicuramente acceso. Alzati dalla sedia, straccia questo fogliolino e buttalo nel fuoco.
tua Maria Luisa
Rosalba Risaliti
In alto: elaborazione grafica di Erna Corsi
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Rosalba Risaliti è un’agronoma prestata alla chimica analitica lavora in un Centro di ricerche dell’Università di Pisa. Lettrice appassionata, fa parte del laboratorio permanente di scrittura QWERTY: un gruppo di persone che si incontrano settimanalmente per scrivere, leggere, criticare e discutere su quello che hanno scritto. Ha pubblicato una ventina di racconti. Coltiva una passione tardiva per il nuoto agonistico.