“Un libro e …” – Una lepre con la faccia di bambina di Laura Conti

Una lepre con la faccia di bambina
Un libro e un podcast che ci insegnano che temi fondamentali come ambiente e società siano interconnessi e debbano andare di pari passo.

Questo venerdì vi parlo di un libro con una storia editoriale particolare, si tratta di Una lepre con la faccia di bambina di Laura Conti. Pubblicato per la prima volta nel 1978 da Editori Riuniti, pensato dall’autrice per un pubblico giovane, sarà destinato essenzialmente agli adulti. Arriverà comunque nelle mani dei ragazzi, molti insegnanti lo propongono come lettura in classe o durante le vacanze.

Uscirà così una nuova edizione scolastica nel 1982. Arriviamo a oggi, quando nel 2021 la casa editrice Fandango decide di ripubblicare questo romanzo che era fuori catalogo da molti anni. Si colloca, infatti, in modo estremamente attuale nella crisi pandemica da coronavirus che abbiamo appena vissuto, divenendo un buono strumento di comprensione delle reazioni umane possibili durante un’emergenza sanitaria: convivenza forzata, segregazione in zone circoscritte a diverso livello di rischi, blocco delle attività lavorative.

Di cosa racconta Una lepre con la faccia di bambina? Le vicende si svolgono a Seveso, nei giorni successivi al disastro del 10 luglio 1976 quando una nube carica di diossina fuoriuscì dalla fabbrica ICMESA investendo un’estesa area circostante. Fu il primo disastro ecologico italiano che ebbe importanti conseguenze sociali. Circa settecento persone furono allontanate dalle loro case, morirono migliaia di animali e molte persone furono colpite da cloracne a causa dell’elevata esposizione alla diossina. Laura Conti (già partigiana e medico) seguì l’accaduto come consigliera regionale lombarda e decise di scrivere un libro per spiegare l’accaduto ai più giovani.

Una lepre con la faccia di bambinaI protagonisti sono due ragazzini molto diversi tra loro per estrazione sociale, il dodicenne Marco (che è anche la voce narrante) e la sua migliore amica Sara. Il primo è di famiglia agiata, figlio di un piccolo imprenditore, un mobiliere e vive nella zona maggiormente colpita dalla nube tossica.

Sara, invece, è figlia di immigrati meridionali e comunisti e vive con i genitori e i numerosi fratelli nelle vicinanze della fabbrica. Sarà proprio la ragazzina ad aiutare l’amico a comprendere cosa sta accadendo; insieme vanno avanti in un mondo che, improvvisamente, è pieno di tensione, pregiudizi, dubbi e bugie. Per gli adulti è più facile negare che la diossina sia velenosa e che possa raggiungere le loro case e le loro attività, spaventati dai danni economici che ne possono derivare.

Grazie a Sara, Marco scoprirà che a causa della tossicità dell’aria le donne incinte potrebbero partorire bambini affetti da gravi problemi. In questo senso, attirerà l’attenzione Assuntina, sorella maggiore di Sara, che dovrà decidere se abortire oppure no. Finendo sui giornali locali, divisa tra le pressioni di un parroco e dei medici (che le fanno ascoltare il battito cardiaco del feto… cosa tristemente attuale) da un lato, e dall’altro dalle femministe che manifestano per il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Purtroppo, sceglierà la strada che avrà gravi conseguenze per la sua persona.

In Una lepre con la faccia di bambina i ragazzi crescono e fanno i conti con i turbamenti della pubertà in mezzo al dramma di un disastro ecologico e sanitario che cambierà la vita di molte persone. Le sensazioni dei protagonisti sono rese ancor più veritiere da un linguaggio molto semplice con “storture” lessicali tipiche del parlato. Consigliato: lettura attuale anche a distanza di quasi quarant’anni!

Con il romanzo di Laura Conti vi propongo un episodio She, Green, una serie podcast di Chora Media e de Il Bo Live dell’Università di Padova, scritta e raccontata da Elisabetta Tola, con la cura editoriale di Sara Poma (già questo è garanzia di ottimo ascolto!).

She Green omaggia il lavoro, le storie e le azioni di donne impegnate a difendere il diritto delle comunità a vivere in un ambiente sano e in salute. Donne che non accettano di sacrificare il bene comune alle ragioni di uno sviluppo disuguale e ingiusto.

Sei episodi, ognuno dei quali ci permetterà di incontrare e conoscere una donna diversa. Tra queste ci sono delle storiche eroine ambientaliste come Tina Merlin (partigiana e giornalista che ha preannunciato il disastro del Vajont). Ci sono però anche voci nuove come Sara Segantin (scrittrice e tra fondatrici di Fridays for future Italia).

Ovviamente un episodio è dedicato alla vita di Laura Conti, dura poco più di venti minuti ma ne esce un quadro completo e affascinate. Una pensatrice libera e un’ecologista all’avanguardia per l’epoca. Dopo il disastro di Seveso si è schierata a difesa dei cittadini delle zone colpite, preoccupandosi anche dei rischi per la salute delle donne incinte. Una delle prime a considerare ambiente e persone come soggetti sinergici.  Buon ascolto e buon fine settimana!

Sara Simoni

Foto in alto: Laura Conti

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